giovedì 23 agosto 2018

USA 2018: Diario di viaggio/4 - Antelope Canyon

Lasciamo Hatch per dirigerci nuovamente verso Page per quello che, almeno personalmente, dovrebbe rappresentare il momento culminante dell'intero viaggio: la visita all'Antelope Canyon.
Prima, però, è necessario cercare di fare chiarezza su una cosa importante: il fuso orario.
Passando da Los Angeles ad Hatch abbiamo perso un'ora di fuso. La California è infatti nove ore indietro rispetto all'Italia (Pacific Time o PT), mentre lo Utah è ad otto ore (Mountain Time o MT). Dovrebbe esserlo anche l'Arizona, che adotta il Mountain Time, ma l'Arizona ha la particolarità di non adottare l'ora legale, il che significa che per tutto il periodo dell'ora legale Arizona e California hanno la stessa ora, mentre quando l'ora legale non è in vigore sono Arizona e Utah ad avere la stessa ora. Beh, che problema c'è? Nessuno. Senonchè una buona parte del territorio dell'Arizona si trova nella cosiddetta Navajo Nation (Naabeehó Bináhásdzo), una sorta di stato nello stato che copre un vasto territorio tra Utah, Arizona e New Mexico ed è forse la più grande riserva indiana d'America.
Bene, la Navajo Nation adotta l'ora legale, per cui ci troviamo nella singolare situazione che in Arizona, a seconda di dove ti trovi, può essere un'ora oppure un'altra.
Ma non è finita qui. A complicare ulteriormente le cose ci si mette Page che, pur essendo in territorio Navajo, ha deciso di non adottare l'ora legale. Quindi per sapere che ora è quando si è in Arizona bisogna capire se l'ora legale è in vigore o meno e, in caso positivo, se ci si trova o meno in territorio Navajo e, in caso positivo, se ci si trova a page e dintorni. Semplice, no?
E' per questo che partiamo da Hatch con largo anticipo per percorrere le due ore di strada che ci separano dall'Antelope Canyon, dove dobbiamo essere assolutamente entro le dieci del mattino per confermare la prenotazione della visita al Canyon. Il rispetto dei tempi è fondamentale, perchè i posti per i tour guidati sono limitati, ed anche un ritardo di pochi minuti potrebbe portare all'annullamento della tua prenotazione a favore di chi si è presentato lì sperando in qualche rinuncia per inserirsi.
Con tutto questo rimpallo di fusi orari, non abbiamo certezza assoluta dell'ora in vigore a Page, per cui il viaggio avviene con la leggera inquietudine di essersi sbagliati ed arrivare in ritardo.
L'inquietudine svanisce a pochi chilometri da Page quando, attraversando il confine tra Utah ed Arizona l'orologio del navigatore passa dalle 10:30 alle 9:30, spazzando via ogni residua preoccupazione.

Arriviamo quindi con ampio anticipo all'Antelope Canyon e ci registriamo confermando le nostre prenotazioni, versando anche le quote di iscrizione alle guide Navajos, che nel frattempo sono raddoppiate (le quote, non le guide). Mortacci loro, penso, io ho preso il tour fotografico perchè volevo delle foto indimenticabili, possibilmente senza persone di mezzo e prese con il cavalletto, roba impossibile da fare con il tour normale, e già i 120 dollari della prenotazione mi sembravano tanti. Ora il costo è lievitato a 160, c'è da sperare che ne valga la pena.
Al tour fotografico ci ritroviamo in due e, come vedremo una volta nel Canyon, è una fortuna. I tour di altre agenzie portano fino a dieci fotografi tutti assieme. Li vedremo ammassati gli uni sugli altri cercando di trovare dieci centimetri di spazio per piazzare il proprio cavalletto in modo da non dare fastidio agli altri negli spazi savvero angusti del Canyon, mentre io ed il tedesco che mi accompagna potremo liberamente piazzare e spostare il cavalletto a piacimento per avere le inquadrature migliori.
Tutto è gestito dai Navajos, che ti portano al Canyon con degli enormi gipponi che corrono sobbalzando sullo sterrato del deserto, per la gioia di schiene e posteriori dei turisti stipati sui cassoni posteriori. La nostra guida, Cody, ci fa salire davanti con lui, visto che siamo solo in due, ed il viaggio (cinque minuti, non di più) è comunque più confortevole.
Mentre ci porta al Canyon ci fa un po' di storia, ci dà qualche regola da seguire all'interno del canyon ed un paio di suggerimenti su come impostare le nostre macchine fotografiche.
Come ormai d'abitudine, l'Antelope Canyon non si vede finchè non ci sei davanti. Questo è solo uno dei molti cosiddetti "Slot Canyon" che si trovano in zona.
Per farvi un'idea: prendete un blocco di roccia ed immaginate di tagliarlo in due con un getto d'acqua. Ci metterete ovviamente degli anni, ma alla fine avrete una fessura che attraversa la roccia da una parte all'altra, e l'interno di questa fessura è un qualcosa di sconvolgente.
L'erosione di acqua e vento ha creato delle forme curve e lisce incredibili, e la luce che si insinua dai buchi in alto contribuisce a creare dei giochi di colori strabilianti che vanno dal giallo all'arancione al rosso fuoco al blu fino al viola, grazie anche al rosso di base della roccia.
Gli scenari sono incantevoli, e la possibilità di goderseli senza il viavai di turisti grazie all'impeccabile lavoro della guida che blocca il passaggio per il tempo necessario per scattare le foto e guardarci intorno vale fino all'ultimo centesimo dei 160 dollari che mi hanno scucito i Navajos.
Con perfetta sincronia Cody ci porta da una parte all'altra del Canyon, che percorriamo due o tre volte, per permetterci di fotografare i famosi "Light beam", cioè le lame di luce che si insinuano nel Canyon dall'alto e che durano pochi minuti.
Letteralmente pochi minuti, tanto che grazie a dei Giapponesi che si attardano nel canyon e non rispettano gli ordini della loro guida e di Cody, perdiamo un light beam particolarmente sottile e concentrato e lo vediamo letteralmente spegnersi davanti ai nostri occhi mentre prepariamo le macchine ed aspettiamo che i fottuti nipponici portino il loro fottuto culo fuori dalla fottuta ansa (traduzione letterale di parte delle ingiurie che Cody ha rivolto ai Giappi).
Alla fine della visita mi ritrovo con quasi 400 fotografie scattate (ci sarà da fare un duro lavoro di selezione!!!), ma ancora una voltsa sono convinto che quello che i miei occhi hanno visto sarà difficilmente riproducibile. Ci proveremo, ma il consiglio è quello di andare a vedere queste cose di persone perchè sono davvero incredibili.
Con l'Antelope Canyon finisce la parte di "scoperta" del viaggio, almeno per qual che mi riguarda.
Il resto dell'itinerario mi riporterà in posti visti tra il 1995 ed il 1997 ma che non vedo l'ora di rivedere.

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