mercoledì 29 ottobre 2008

10 Quesiti rimasti insoluti.

Di ritorno dal weekend londinese con l'ISPAtruppa, restano da definire 10 quesiti fondamentali.
1 - A quante unità di tempo ammontano i Flozze-minuti?
2 - Dove è ubicato lo Starbucks "esci dall'albergo e vai a destra e poi a destra, davanti al cartellone di James Bond dopo la stazione della metro"?
3 - Perchè fra tutti noi, che vantiamo millemila giorni di visita a Londra, l'unico ad accorgersi che il colore della linea della metro corrisponde a quello dei mancorrenti dei vagoni è stato il Gabbo al suo esordio in terra d'Albione?
4 - Chi ha spostato il Tower Bridge?
5 - Oppure chi ha taroccato le cartine alle fermate degli autobus?
6 - Ma tu un cappello niente?
7 - Perchè il giorno della partita piove sempre ed il giorno della partenza c'è un sole of the madon?
8 - Perchè i treni per Wembley a Marylebone cessano improvvisamente di partire dopo un certo orario?
9 - Perchè esci dalla stazione della metro e cammini per mezz'ora per arrivare allo stadio ripetendo ossessivamente "eppure l'anno scorso nonme la ricordo così l'uscita della metro" per poi accorgerti che sei sceso ad una stazione diversa?
10 - Se l'anno prossimo faranno due partite il divertimento raddoppia o si separa?

We're going to Wemberley!!!

"Que sera sera / whatever will be will be / we're going to Wemberley / que sera sera". Uno dei canti storici delle tifoserie inglesi, per le quali "going to Wemberley" ha un significato di vittoria, di culmine di una stagione, di sogno che diventa realtà, perchè è a Wembley che si gioca, da sempre (eccetto quando era in ricostruzione, ovviamente), la finale della Coppa d'Inghilterra, il torneo più importante dell'Impero.
Lo scorso anno entrare a Wembley sulle gradinate fu un'emozione indescrivibile, ma calcarne il prato come ho potuto fare quest'anno non ha prezzo (come dice una famosa pubblicità di carte di credito).

Per un'attimo ho chiuso gli occhi ed immaginato le 90mila anime urlare all'unisono "come on England", o esultare per un goal, o "ugheggiare" (Pizzul cit.) per un goal sbagliato, un rinvio svirgolato, una papera del portiere. E mi sono venuti i brividi. Gli stessi brividi che mi sono venuti quando, dopo l'esecuzione di "Star Spangled Banner", tutto lo stadio ha accompagnato, con un notevole senso ritmico visto che l'inno era "interpretato", Joss Stone in un "God Save The Queen" che non può aver lasciato indifferente nessuno.
Poi c'e' stato tutto il resto, la partita bella ed emozionante tra Chargers e Saints, il freddo becco in tribuna stampa, dove credo abbiano creato delle correnti d'aria apposite per congelare i giornalisti, il ritorno con la truppa (intendo questa truppa di adorabili sciamannati).

venerdì 24 ottobre 2008

Saluti da...

Se sopravvivo alla visione del derby in un losco locale londinese a fianco di due gobbi invasati almeno quanto me, ci si rilegge martedì.

giovedì 23 ottobre 2008

Lezioni di democrazia

Ci risiamo. Arrivato l'autunno caldo delle proteste, nemmeno tanto di sorpresa, ecco che i nostri governanti si improvvisano maestri di democrazia. Una democrazia strana, direi quasi totalitaria, se non fosse che le due parole dovrebbero essere una l'opposto dell'altra.
Il nano ci fa sapere che manifestare in piazza contro il governo è inutile, e poi "non si sa bene nemmeno contro cosa si dovrebbe protestare".
Potrebbe farselo spiegare dai suoi alleati, che mugugnano sulla cocciutaggine della Gelmini di farsi approvare una riforma che fa storcere il naso all'opposizione ma anche ad una parte della maggioranza.
Così ieri, insegnando anche il mestiere a Maroni, il nano ha dichiarato che bisogna mandare la polizia nelle scuole occupate per sgomberarle tutte. Io ci manderei la Celere di Roma, quella impiegata con ottimi risultati alla Diaz di Genova durante l'oramai famoso G8.
E meno male che ci pensa qualcuno a bacchettare il nano, con argomenti che finalmente levano qualsiasi dubbio su che stagione si sia vissuta in Italia negli anni 70.
Il bacchettatore in questione e' l'ex presidente-picconatore Francesco Cossiga, più noto nell'ambiete come Kossiga Boia, ai tempi della sua reggenza al Ministero degli Interni.
Anche lui dà dei consigli a Maroni, dichiarando però che la linea dettata dal Berlusca non è quella giusta. Dalle colonne del Quotidiano Nazionale il senatore a vita fa sapere:

« Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interni (…). Gli universitari? Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì ».

Ottimo. Avanti cosi'. La prossima sarà certamente una manifestazione pacifica che appenderaà per le palle alcuni loschi individui sparpagliati tra ministeri, governi, parlamenti e senati (a vita o meno) vari.

sabato 18 ottobre 2008

Ed io che credevo...

In questi ultimi giorni il contatore delle visite di questo blog ha avuto una impennata decisamente anomala. Si parla di poco piu' di un centinaio di visite giornaliere, non chissà che, ma avendo una media giornaliera sotto il dieci, la cosa mi ha ovviamente meravigliato.
L'aumento delle visite è coinciso con il post precedente (quello della fisica applicata all'economia),ed in particolare con il commento di Lordjack giunto un paio di giorni dopo.
Devo ammettere di aver pensato che finalmente avevo scritto qualcosa di interessante, e che la "pubblicità progresso" del buon Mario mi avesse portato nuovi lettori, sebbene nemmeno uno sembrava sentire il bisogno di commentare la notizia (vabbe'...non che sia obbligatorio, eh?).
Poi stasera vado ad analizzare un po' il traffico, per vedere chi, come, da dove e soprattutto cosa legge, ed ho avuto la rivelazione.
In questo periodo di follia collettiva per il superjackpot del superenalotto, il 95% dei visitatori arriva al mio blog cercando questo post, evidentemente frutto di una ricerca su google.
Che tristezza...

domenica 12 ottobre 2008

Azione e reazione

Economia e fisica sono due ambiti molto lontani tra di loro, ed è noto ai più (tra chi mi conosce, ovviamente) come io di economia capisca veramente poco (si, perchè di Fisica, invece..., direte voi), eppure in questi giorni mi sono trovato più volte a pensare a come l'Economia prenda a prestito delle leggi fisiche e le adatti a proprio uso e consumo, variando però le proprie caratteristiche in maniera da poter seguire queste leggi solo quando fa comodo.
Non so se riuscirò ad essere breve come mio solito, anche perchè è difficile spiegare concetti che sono già molto confusi di per sè nella mia testa. Comunque, se avete voglia, proseguite nella lettura.
Mi è capitato diverse volte, in questi giorni, di pensare a come l'Economia applichi i principi della dinamica trasformandosi da sistema inerziale (quando fa comodo) a sistema accelerato (quando non fa piu' comodo).
Ma andiamo per gradi. Innanzitutto ricordiamo i tre principi della dinamica (o leggi di Newton).
  • Il primo principio della dinamica stabilisce che ciascun corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, a meno che sia costretto a mutare tale stato da forze impresse (esterne).
  • Il secondo principio della dinamica stabilisce che un corpo al quale sia applicata una forza, varia la quantità di moto in misura proporzionale alla forza applicata, e lungo la direzione della stessa.
  • Il terzo principio della dinamica stabilisce che ad ogni azione corrisponde sempre una reazione uguale e contraria.
I tre principi sono validi nei cosiddetti sistemi inerziali, mentre non lo sono più in quelli chiamati accelerati come ad esempio il moto circolare, nel quale entrano in gioco le cosiddette forze apparenti (es.la forza centrifuga).
Fin qui la lezione di fisica spicciola. Ma "che c'azzecca" con l'economia? Due recentissimi episodi mi hanno dato molto da pensare, e non ho potuto fare a meno di associare gli eventi alle tre leggi della dinamica sopra esposte.

Il primo episodio è il drastico calo del prezzo del petrolio al barile. Pochi mesi fa un barile di petrolio era arrivato a costare quasi 150 dollari. Gli effetti non si erano fatti attendere: aumento delle tariffe energetiche in generale, aumento del prezzo della benzina, introduzione di salatissime "fuel surcherge" sui prezzi dei biglietti aerei (rigorosamente scritti in corpo 4, grigio su bianco, non sia mai che qualcuno se ne accorga prima di dover pagare). In questo caso il sistema "Petrolio" è chiaramente un sistema inerziale, poichè il prezzo della carburante resta fisso ed invariato finchè non gli viene impressa una "forza" (aumento del prezzo del barile) che ne provoca l'impennata (primo principio della dinamica) in maniera proporzionale all'aumento (secondo principio della dinamica).
Leggevo ieri che il prezzo del petrolio si attesta ora a circa 77 dollari al barile. Ecco quindi che il sistema "petrolio" si trasforma in sistema accelerato. I principi della dinamica non funzionano più. Il prezzo del petrolio scende, ma i prezzi dei carburanti, dell'energia ed i fuel surcharge restano stabili, o almeno calano di una frazione poco significante rispetto all'aumento avuto in precedenza. Facendo l'esempio con dei numeri a caso, se passando da 70 a 150 dollari al barile il prezzo della benzina è salito da 1 euro ad 1 euro e 50, è chiaro che qualcosa non funziona se, tornato il prezzo del petrolio attorno ai 70 dollari, la benzina resta ad 1 euro e 40 circa.

Il secondo episodio è ancora più sconcertante. La quasi totalità dei mutui a tasso variabile in Italia è legata all'Euribor, un tasso di riferimento praticamente standard che fissa il costo del denaro per questo tipo di transazioni (non solo, ovviamente, ma a noi interessano i mutui).
Da quasi un paio d'anni i mutui a tasso variabile hanno visto inesorabilmente salire la rata a causa dell'aumento del costo del denaro ed in seguito a successivi rialzi del tasso di sconto a botte di un quarto di punto. Tanto per fare un esempio, rispetto all'accensione del mutuo, la mia rata semestrale è aumentata di più di una quota mensile.
Anche in questo caso i primi due principi della dinamica sono stati applicati alla lettera. Ad un aumento del tasso di sconto è coinciso un aumento dell'Euribor di pari percentuale, con susseguente ed immediata ricaduta sui mutui a tasso variabile.
Ho accolto con grande soddisfazione, quindi, l'annuncio di Trichet di abbassare di mezzo punto il tasso di sconto. Una soddisfazione durata nemmeno 24 ore. Misteriosamente, monitorando il valore dell'Euribor quotidianamente, ho avuto modo di verificare che non solo l'Euribor non si è abbassato di mezzo punto come mi sarei aspettato, ma è addirittura aumentato (di pochi millesimi, ma sempre aumento è stato).
Ancora una volta il sistema dei tassi si dimostra inerziale per gli aumenti ed accelerato per i decrementi.

Forse qualcuno che si intende di economia più di me può svelarmi questi misteri? Oltre alla forza centrifuga che, come tutti sanno, porta i soldi dall'interno delle mie tasche all'esterno in tasche altrui, quali sono queste forze apparenti che trasformano un sistema da inerziale ad accelerato impedendo l'applicazione dei principi della dinamica quando i prezzi dovrebbero abbassarsi?

giovedì 9 ottobre 2008

La cassettina (cit.)


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Via Contromano anch'io pubblico la mia cassettina odierna, iniziando da un omaggio a Jacques Brel, di cui oggi ricorre il trentennale dalla morte.

martedì 7 ottobre 2008

Il mondo all'incontrario

Palermo, le due di notte. Due ragazzini in sella ad una moto si imbattono in un posto di blocco. non si fermano, forzano il blocco ed inizia un inseguimento. La moto si infila contromano sulla circonvallazione interna di Palermo. Dopo un chilometro si schianta frontalmente con una punto. I due ragazzi muoiono sul colpo. La moto aveva l'assicurazione scaduta e, pare, il guidatore era senza patentino, mentre il posto di blocco era stato istituito percheè poco prima in zona era stata proprio rubata una moto.
Fin qui la cronaca.
Subito una dichiarazione allucinante del padre: "Voglio sapere chi ha ucciso mio figlio, Voglio giustizia".
Oggi poi rincara la dose: "Chi ha inseguito mio figlio causandone la morte dovrebbe essere sospeso dal lavoro".
Ieri sera il quartiere dove abitavano i due ragazzi è stato messo a ferro e fuoco dagli amici dei due, e la polizia intervenuta è stata fatta oggetto di sassaiole e lanci di oggetti vari.
Non so, non capisco.

venerdì 3 ottobre 2008

Tolleranza zero, giustizia anche.

Sarà una goccia in un oceano, sarà inutile perchè tanto "si sa come vanno a finire queste cose in Italia", sarà che ci sentiamo perseguitati e vediamo complotti ovunque, ma se questo splendido post potrà anche solo far riflettere una persona, sarà già una vittoria.