martedì 27 novembre 2007

Chi è causa del suo mal pianga sè stesso

Oggi sono "leggermente contrariato", tanto per usare un eufemismo. E quando sono "leggermente contrariato" basta un niente per farmi lanciare in improperi, maledizioni ed insulti vari verso determinate categorie di persone. Quello che mi taglia la strada in macchina, quello che spara una minchiata in TV, quello che fa una cosa che non mi piace oppure, più semplicemente, quello che fa o dice qualsiasi cosa urti la mia già urtata sensibilità.
Oggi tocca ai creduloni. Ho letto questo e non posso fare a meno di pensare che chiunque sia così demente da prendere una cipolla, una brocca di gatorade e credere di poterci ricaricare l'Ipod, meriterebbe ben peggio della semplice rovina del cavo usb utilizzato.
Un po' come i discepoli di Grillo che riempirono i loro potenti diesel di olio di colza, salvo poi ritrovarsi il motore fritto a puntino qualche mese dopo.
Ben vi sta: coglioni!!!
(Ve l'ho detto che oggi sono "leggermente contrariato"...)

giovedì 22 novembre 2007

Telecom Italia: Il telefono, la tua voce.

Preparate i pop corn, sedetevi comodi e prendetevi un po' di tempo. Questo post sarà lungo, ma alcuni passaggi sicuramente esilaranti dovrebbero ripagarvi della lunga lettura.
No, non si tratta di assistere allo scempio che sta per compiersi nel mondo del football italico. Quello è un argomento che lascio volentieri a blog più influenti di questo. Qui si tratta di puttanate personali, e questa è una puttanata assolutamente personale.
La storia ha inizio verso fine Febbraio 2007 quando, ad ora di cena (come puntualmente mi capita una sera si ed una pure) squilla il telefono.
Dall’altro capo del filo c’era un solerte addetto del call center di Telecom dal “lievissimo” accento sardo, che mi comunicava che TIN.IT, fornitore del mio servizio ADSL, era stata inglobata in Telecom Italia, e stavano provvedendo ad offrire gratuitamente a tutti gli utenti il passaggio ad Alice.
Approfittando dell’occasione, e soprattutto del fatto che il canone di abbonamento sarebbe addirittura sceso di 3 euro, accettai l’offerta di passare alla mirabolante Alice 20 Mega.
La telefonata si concluse con un bel “Nel momento stesso in cui chiudero’ questa chiamata, le verrà inviata una e-mail contenente il riepilogo del suo ordine, le condizioni contrattuali, le tariffe e tutto quanto collegato alla conversione del suo abbonamento”.
Per la cronaca ad oggi, 22 Novembre 2007, quel messaggio non è ancora arrivato.
Puntualmente, però, hanno continuato ad arrivare le bollette della linea ADSL TIN.IT.
Dopo qualche tempo (si parla di almeno un paio di mesi), mi avventuro a chiamare il numero verde per sapere a che punto è la pratica, e mi viene risposto che è ancora presto. L’abbonamento TIN.IT scade a Settembre, e la conversione ad Alice verrà effettuata a scadenza dell’abbonamento.
Strano, questa cosa non mi era stata detta. Però non ho particolarmente fretta, per cui aspettare non mi costa nulla.
Arriva Settembre, poi Ottobre. Nella mia beata ingenuità mi dico che avranno fatto il cambio senza dirmi nulla, sebbene mi manchi qualche passaggio fondamentale, quali ad esempio la registrazione ad Alice e la modifica dei parametri del modem.
Ai primi di Novembre arriva un’altra fattura TIN.IT, segno che l’abbonamento e’ stato tacitamente rinnovato. Di Alice nemmeno l’ombra.
Poi capita l’imponderabile: un guasto tecnico alla linea, che improvvisamente resta muta, sebbene l’ADSL continui a funzionare.
Colgo la palla al balzo e, nel segnalare il guasto, chiedo anche informazioni riguardo la mia richiesta di passaggio ad Alice 20 mega. Qui inizia la prima delle conversazioni surreali che avrò nei giorni successivi con addetti Telecom di vario tipo.

CONVERSAZIONE 1
“La sua pratica risulta aperta da Febbraio. A quest’ora avremmo dovuto evaderla da un pezzo”
“…effettivamente…”
(Attesa di dieci minuti senza nemmeno la solita inquietante musichetta, tanto che pensavo fosse caduta la linea)
“Ah guardi, ho capito perché non abbiamo evaso la pratica: manca la sua richiesta”
“Scusi, ma un giorno mi avete telefonato, mi avete chiesto se volevo passare ad Alice, vi ho detto di si: dovevo anche fare una richiesta?”
“Si, senza una richiesta non possiamo aprire le pratiche”
“Ah, ma quindi la mia pratica in che modo è stata aperta?”
“Su sua richiesta”.
“…”
“Però guardi, tra febbraio e marzo abbiamo avuto un bug che faceva sparire nel nulla le richieste. Forse la sua è una di quelle”
“Capisco. Comunque ora devo fare una richiesta?”
“Gliela compilo direttamente io. Passaggio ad Alice 20 Mega, vero?”
“Si, Alice 20 mega”.
“Bene, dovremmo attivarla entro il 20 di Novembre”.

Era il 15 di novembre, e nella stessa giornata un tecnico rimetteva in sesto la linea, lasciando però un fruscio di fondo fastidiosissimo.
Contattato il 187 per segnalare il disturbo, venivo a conoscenza del fatto che il tecnico doveva ancora eseguire degli interventi, perché la chiamata non era chiusa. Inoltre c’era una pratica di attivazione alice 20 mega in corso, per cui avrebbero dovuto staccare la linea ed attaccarla ad una centralina adeguata.
Il 16 Novembre il 187 invia un SMS: “Il guasto è stato riparato”.
Torno a casa, alzo il telefono: muto.
ADSL: assente.
Ottimo, mi dico. Hanno risolto il problema alla radice, eliminando fisicamente la linea telefonica.
Riparte la trafila con il 187. Altra conversazione surreale.

CONVERSAZIONE 2
“Vedo dal monitor che il tecnico aveva tra i lavori da eseguire l’attivazione dell’ADSL. Forse è quello che ha provocato il problema. Devono staccarla da una centralina ed attaccarla ad un’altra, ed ovviamente nel periodo che intercorre tra distacco ed attacco lei resta senza linea.”
“E quanto ci vuole, di solito?”
“Non più di dieci minuti”
“Ah. La linea e’ muta almeno dalle 13, ora sono le 15.”
“…Le riapro la segnalazione guasti. La chiamerà il tecnico”.
“Si, solo che, vede, tra un’ora parto e starò via per il weekend, per cui se il tecnico ha bisogno di fare dei test, non sarò a casa”.
“Ah, ma non si preoccupi, le posso garantire che prima di lunedì nessuno prenderà in carico la sua chiamata”
“…”

Rinfrancato da questa rassicurazione, passo il weekend dai suoceri in quel di Linarolo.
Domenica sera torno a casa e, ovviamente, la linea è muta e l’ADSL morta.
Lunedì pomeriggio chiama il tecnico.

CONVERSAZIONE 3
“Sono qui in centrale. La sua linea funziona.”
“Veramente no. Abbiamo segnalato un guasto proprio perché non funziona.”
“No, volevo dire che la linea funziona, solo che non l’hanno attaccata. La riattacco?”
“…”

Torno a casa e la linea è miracolosamente attiva. L’ADSL, per contro, non funziona correttamente, ma mi viene il sospetto che abbiano fatto l’upgrade ad Alice prima del previsto.
Dopo qualche smanetta mento del modem, infatti, la connessione torna, e posso finalmente dedicarmi alla configurazione del router per la 20 Mega.
Tralascio i bestemmioni tirati per compiere un’operazione che l’addetta al Call Center aveva assicurato essere assolutamente trasparente per l’utente. Precisamente aveva detto che “Lei si accorgerà che abbiamo attivato Alice perché alla prima connessione le si presenterà la pagina di registrazione di Alice. Non dovrà fare altro che registrarsi ed attivare l’abbonamento, senza fare altro, nemmeno nella configurazione del modem: è tutto automatico”.
Ora, non solo il modem ho dovuto rivoltarlo come un calzino per fargli agganciare la portante, ma anche una volta riuscito ad agganciarla, di accedere alla pagina di registrazione Alice non ne voleva sapere.
Dopo altri bestemmioni, riesco a registrarmi passando per la porta di servizio e credo di aver terminato.
Credo.
La portante resta fissa a 7616 Kbps. Dopo diversi tentativi (falliti…) di installare il client di Assistenza di Alice, chiamo ancora una volta il 187. Il tecnico che mi risponde e’ preparatissimo, mi parla di SNR, attenuazione, impedenza, e patapim e patapam. Penso: finalmente qualcuno che ci capisce qualcosa e non parla a vanvera.
Dopo avermi dispensato alcuni utili consigli per migliorare la qualità della linea, il gentilissimo tecnico mi fredda con un “Qui però a me risulta che lei abbia attivato una linea Alice 7 Mega”.
Oramai è tardi, e mi consiglia di chiamare l’amministrazione “Centottantasette uno zero) la mattina seguente, cosa che ho fatto un paio di ore fa. La chiamata è sfociata nell’ennesima conversazione surreale.

CONVERSAZIONE 4
“Si, qui risulta che le abbiamo attivato una 7 mega.”
“Ah, io avevo chiesto la 20. C’e’ un motivo? Magari la centrale che non la supporta?”
“No, la sua centrale la supporta, ma sa… come è scritto nel contratto non è mai garantita. Io ce l’ho a casa mia la 20 Mega, ma non vado mai a più di 12.”
“Certo, ma io avevo chiesto la 20, se mi mettete la 7 difficilmente andrò a più di 7, garantita o non garantita”
“Ha ragione, ma in fondo una 7 mega va più che bene. La 20 serve solo se vuole attivare Alice Home TV, allora serve una linea più potente”
“Certo, ma io avevo chiesto una 20 Mega e mi avete attivato la 7 Mega. Volevo solo capire come mai”.
“Mi dia retta, 7 mega bastano ed avanzano per chiunque”
“…”

Al momento non ho ancora deciso cosa fare. Magari mi tengo la 7 e amen. Non oso pensare a cosa possa ancora succedere richiedendo un'altra variazione…

lunedì 12 novembre 2007

Non ho mai Amato i Manganelli

Considerazioni sparse sulla giornata di follia che si e' nuovamente consumata ieri e che si poteva (si DOVEVA) evitare con un minimo di buonsenso ed un po' meno di orgoglio da parte dei padroni del vapore.
Partiamo da un assunto fondamentale: ieri non si doveva giocare, punto e basta. Non si doveva giocare per non fornire alibi (come e' poi puntualmente accaduto), per non dare un segnale di disparita' di trattamento (come poi e' puntualmente accaduto), per dare il segnale (positivo) che anche l'establishment ha una coscienza e non persegue solo ottiche politico-clientelari.
E invece si e' deciso di giocare ugualmente soprattutto su pressioni di Manganelli (il capo della Polizia) che temeva di accastare la morte di Gabriele Sandri a quella dell'Ispettore Raciti, come se il farlo sminuisse l'uno ed esaltasse l'altro, effetto che ha invece ottenuto a parti invertite e che, a parer mio, e' stato il catalizzatore che ha innescato la bagarre.
Il mondo degli Ultras e' un pentolone che ribolle da tempo, ingiustamente (a mio parere) vessato da leggi speciali inutili (basterebbe far applicare le leggi normali, invece di crearne di speciali ghettizzando ancor di piu' un movimento), pronto ad esplodere alla prima occasione. E ieri quest'occasione e' arrivata.
E non ci arrivano. E non ci pensano. E sono solo capaci di uscirsene con nuove aberranti proposte: "Stiamo pensando di vietare le trasferte":
Ma cosa c'entrano le trasferte?
Un poliziotto ha la bella pensata di sedare una rissa dall'altra parte dell'autostrada sparando due colpi in aria (poi uno ha incontrato evidentemente il calcinaccio di Genova, quello di Carlo Giuliani per intenderci, ed e' atterrato nell'auto dove sedeva Gabriele, compiendo una traiettoria che in balistica e' unanimemente conosciuta come "Traiettoria JFK"), e noi vietiamo le trasferte?
Si, vietiamole, MA ALLA POLIZIA, pero'!!!
Hanno ragione i vari commentatori che, ieri sera, hanno unanimemente detto che ciò che e' successo a Bergamo ed a Roma non è giustificabile. E' vero, non è giustificabile, ma era prevedibile. Ampiamente. E solo l'ottusità' di questore e ministro (volutamente in minuscolo) hanno dato il via alla guerriglia. Inutile girarci intorno. Inutile dire che non ci si deve piegare alla logica ultra'. Inutile e controproducente.
Ora c'è una settimana di sosta durante la quale verranno sicuramente spesi fiumi di inchiostro e di parole per la massima parte inutili e deleterie.
Attendiamo fiduciosi la prossima prova di forza di Amato, che non sortirà' altro effetto se non quello di esasperare ancora di più la situazione e contribuire ad alzare il livello dello scontro.
Avanti così, ma poi non piangiamo per le conseguenze.

giovedì 8 novembre 2007

L'importanza di chiamarsi Abramo.

Abramo è un nome decisamente impegnativo. Nella storia della chiesa Abramo viene ricordato quale capostipite del popolo di Israele (lo potremmo definire, forse impropriamente, "il padre di tutti gli ebrei"), ed è uno dei personaggi più importanti della Bibbia.
A Torino Abramo è anch'egli il capostipite di un popolo: quello dei Baby Pusher, un folto gruppo di minorenni extracomunitari a cui è affidata la manovalanza del commercio della droga nelle zone calde della città, sfruttando la loro impunibilità.
Abramo l'hanno preso l'altro ieri notte, in un maxi blitz nel suo quartier generale.
E' così emerso che Abramo sembrava un cittadino per bene, al di sopra di ogni sospetto, come spesso accade in questi casi.
La notizia che ha fatto più scalpore, però, è stata quella che ha rivelato che Abramo partecipava regolarmente alle manifestazioni di strada degli abitanti del quartiere per protestare contro la presenza dei baby pusher che egli stesso sguinzagliava.
Questi si che sono dei professionisti del depistaggio.
E noi stiamo a discutere quando qualche esponente della sinistra scende in piazza a manifestare contro il governo di cui fa parte.
Bah... dilettanti!!!