venerdì 13 maggio 2011

In campo

E' successo tutto talmente in fretta che ancora non me ne rendo bene conto. A novembre prendevo per la prima volta in mano un bastone da golf, e dopo soli sei mesi mi ritrovo in campo, dopo aver ottenuto l'abilitazione ed aver superato l'esame di regole in un battibaleno, a misurarmi con le diciotto buche del Golf Club La Margherita di Carmagnola, un percorso molto tecnico dove (si legge sul loro sito) spesso vengono ad allenarsi anche gli atleti della nazionale italiana. 
Non sono affatto pronto. Nonostante un totale di una quindicina di lezioni, nessuno mi ha insegnato approcci ed uscite dal bunker, o anche solo le differenze nell'utilizzo dei diversi bastoni, ed in campo pratica ho tirato prevalentemente dalla pedana, con e senza tee. Il driver lo uso in maniera incostante (e probabilmente errata... chi lo sa?). Quando la prendo bene mi parte ad una bella distanza, ma... quante volte la prendo bene? Pochissime.
Comunque, sacca in spalla, cappellino in testa , guantino nella mano sinistra, una quantità spropositata di palline in sacca, eccomi pronto per il mio esordio in campo. La giornata si preannuncia splendida (fin troppo, farà un caldo bestia), ed i miei compagni di gioco Walter, Claudio e Manuela (i primi due sono i diretti responsabili del mio ingresso nel mondo del golf) sono curiosi quanto me di vedere come me la caverò.
Ammetto di essere un po' emozionato. Mi piazzo sul tee di partenza della buca uno, metto giu' la palla sul tee, faccio un mezzo passaggio di prova con il driver e poi mi sistemo sulla palla. Il fiato è un po' corto, cerco di mantenere la concentrazione. Testa ferma, schiena dritta, braccio teso, fletti i polsi, piega leggermente le gambe, ruota il busto trascionando le braccia, non butare giù il bastone... SBAM!!!! Ecco... ho buttato giù il bastone con le braccia ed ho colpito il terreno dieci/quindici centimetri prima della palla.
Tranquillo. Rimettiti in posizione e concentrati. Testa ferma, schiena dritta, braccio teso, fletti i polsi, piega leggermente le gambe, ruota il busto trascionando le braccia, non butare giù il bastone... SWISH!!!! Ecco... ho tirato su le braccia ed ho mancato la palla. Un air shot, come si dice in gergo.
Comincio ad agitarmi, mi rimetto in posizione e ripeto tutti i movimenti mentalmente. Al terzo tentativo finalmente sento il TOC metallico che mi fa capire che stavolta la pallina l'ho presa. Peccato che sia partita tutta sulla destra, andando fuori limite in un campo coltivato adiacente al percorso. Andiamo bvene. Ancora non ho iniziato e già ho perso la prima palla. Sarà una lunga giornata, penso ad alta voce.
Decido che non è il caso di intestardirmi, e prendo il ferro 7, quello con cui ho piu' confidenza. La palla parte finalmente dritta ed atterra poco prima del fairway. Non sarà il massimo, ma almeno sono in gioco e posso muovermi da quella maledetta pedana di partenza della buca 1.
In effetti si rivelerà una lunga giornata, calda, sfiancante, a volte frustrante, ma alla fine soddisfacente. Il ghiaccio è rotto e da qui non si può che migliorare.
Lo score è indecoroso. Ho rinunciato a finire sette buche, un po' per frustrazione, un po' per non rallentare più di quanto già non abbia fatto il gioco del nostro quartetto (abbiamo dato strada ben quattro volte), e sulle restanti undici ho totalizzato 113 colpi (su un par totale di 46). Un paio di volte ho chiuso in sette colpi un par 4, per il resto è stato un disastro, ma lo scendere in campo è già stato una vittoria.
Highlights della giornata ce ne sono tanti. Uno su tutti: quando sono riuscito a mandare la palla nell'ostacolo d'acqua che avevo alle mie spalle.  Ma si distinguono anche i due bunker in cui ho ripetutamente colpito il bordo senza riuscire ad uscire e lo swing che ha zappato una zolla di dimensioni colossali mezzo metro prima della palla con annessa perdita del grip sul bastone che è atterrato a dieci metri di distanza, il tutto sotto gli occhi della direzione del campo che ci stava controllando da lontano.
Fortunatamente non ho solo collezionato figure barbine. Vado particolarmente fiero di come ho aggirato un ostacolo d'acqua frontale con due colpi, visto che il colpo singolo non era alla mia portata, o anche di come sono uscito benissimo da dentro un albero (dentro, nel senso che ero in mezzo ai rami cadenti) arrivando in avangreen, o di come ho giocato una par 5 in cui sono arrivato in green al sesto colpo, per poi sprecare tutto puttando un quattro colpi.
Insomma, esordio positivo, tutto sommato, ma soprattutto esco da questa giornata con la consapevolezza che questo sport mi piace assai e continuerò a praticarlo.

lunedì 9 maggio 2011

Il rompiballe

Sono ufficialmente un rompicoglioni. In verità lo sospettavo già da tempo, ma da oggi lo sono a pieno titolo perchè ho osato non allinearmi al coro entusiastico di coloro che in questo fine settimana hanno "rivissuto lo spirito di Torino Olimpica", in occasione del Raduno degli Alpini e della partenza del Giro d'Italia che, anche se non lo sentirete in nessun notiziario e non lo leggerete su alcun giornale, ha provocato dei forti disagi in città. A parte che lo spirito della Torino Olimpica era tutt'altra cosa rispetto alla cagnara di questi giorni, ma vabbe'... son opinioni.
Il senso del raduno degli Alpini non lo capisco, così come non capisco dove stia la differenza tra migliaia di alpini che si ubriacano per tre giorni (con tutti gli annessi e connessi del caso, dal disturbo della quiete pubblica all'utilizzo di aiuole e giardini come orinatoi) e centinaia di giovani che si sballano per tre giorni durante un rave party, se non che entrambi finiscono sui telegiornali, ma non con la stessa considerazione.
Del Giro d'Italia non potrebbe fregarmene di meno, avendo perso ogni interesse in uno sport dove vince chi riesce a fregare meglio i controlli antidoping.
Detto questo, non contesto l'evento in sè, ma principalmente due cose: 1) aver voluto fare tutto in contemporanea e 2) non aver saputo organizzare la gestione del prevedibilissimo caos che la concomitanza avrebbe creato.
Chiudere il centro di una città per tre giorni, per tutto che sia un weekend, genera forzatamente dei disagi, e quando delle persone sono costrette ad andare a dormire in albergo perchè non possono/riescono a raggiungere la propria abitazione, permettetemi, siamo di fronte all'assurdo di non saper gestire e garantire almeno il diritto fondamentale di poter rientrare in casa propria.
Lo stesso assurdo che ho sperimentato personalmente sabato pomeriggio. Sapevo perfettamente che dalle 12 tutto il tratto di corso Potenza-Lecce-Trapani (parliamo di una direttrice fondamentale per l'attraversamento della città) sarebbe stato chiuso fino alle 18 separando, di fatto, due parti di Torino. Gli annunci dei giorni precedenti, invitavano gli automobilisti ad utilizzare i due varchi previsti, in corso Grosseto ed in Piazza Rivoli, per superare il blocco. Addirittura, in tangenziale c'era scritto a caratteri cubuitali "CORSO FRANCIA PERCORRIBILE". Peccato che una volta arrivato in corso Francia mi sia trovato immediatamente imbottigliato in una coda di auto totalmente immobile, senza la possibilità di andare nè avanti nè indietro. Il tutto nella più totale assenza dei vigili. Sarebbero bastate un paio di pattuglie per far defluire il traffico alla rotonda di Piazza Rivoli, che e' stato il tappo che ha provocato l'ingorgo. E bastava anche cambiare i messaggi in tangenziale, così da dirottare la gente altrove.
Invece mi sono ritrovato ad essere il rompicoglioni che deve prendere la macchina a tutti i costi e passare dove c'e' traffico, invece di godermi la bella festa che si stava svolgendo a Torino.
Fortunatamente i dopati ci hanno lasciato sabato sera, e gli ultimi ubriaconi se ne sono andati stamattina. Ora possiamo riprenderci la nostra città in santa pace, e se da oggi c'e' un rompicoglioni in piu' mi sa che ve ne dovete fare una ragione.

martedì 3 maggio 2011

Trova le differenze

Non mi sento di condannare l'uccisione di Bin Laden. Le feste in piazza, però, le trovo quanto meno inopportune.