giovedì 30 agosto 2007

Same Old Story

Partiamo dal fatto, assolutamente incontrovertibile, che fare l'arbitro è un mestiere difficile. Proseguiamo con il fatto, altrettanto incontrovertibile, che in Italia ci sono 60 milioni di C.T. ed almeno il doppio di arbitri, tutti rigorosamente sugli spalti di uno stadio o davanti ad una TV. E terminiamo con la consapevolezza che spesso e volentieri è difficile, se non impossibile, essere obiettivi quando si parla della propria squadra del cuore.
Premesso tutto questo, ieri sera credo di avere assistito al rigore negato più clamoroso che io ricordi nella mia ultratrentacinquennale frequentazione di curve e stadi in ogniddove.
Siamo d'accordo che sarebbe bastato non consoderare la partita chiusa già alla fine del primo tempo, siamo d'accordo che ci siamo complicati la vita da soli, siamo d'accordo su un sacco di altre cose.
E siamo anche d'accordo che Rosina non aveva assolutamente motivo di cadere da solo davanti al portiere dopo aver fatto il tunnel all'ultimo difensore.
L'ammonizione per simulazione è poi stata la ciliegina sulla torta di una prestazione davvero pessima di De Marco, uno degli arbitri del nuovo corso su cui Collina punta tanto.
Domenica a Roma un arbitraggio scadente, ieri sera in Coppa Italia un arbitraggio pessimo. Se il buongiorno si vede dal mattino, forse siamo nell'inverno finlandese, dove la luce del sole dura lo spazio di un battito di ciglia.
Ma, come spesso accade, non tutti i mali vengono per nuocere. Dopo l'incredibile svista di De Marco, ho visto un Rosina incarognito come non mai, deciso a risolvere la partita alla sua maniera. Ha cominciato a scorrazzare per il campo palla al piede provando qualsiasi colpo gli venisse in mente. Un altro cucchiaio finito sulla traversa, un paio di discese fermate con le maniere forti, ed infine il gol strepitoso con corsa a perdifiato, doppio dribbling e sinistro micidiale dal limite che si va ad infilare nel sette. Roba che se l'avesse fatta Del Piero gli avrebbero dedicato un'edizione speciale di Sfide, un Controcampo edizione straordinaria con Piccinini a gridare "Sciabolata" ogni tre per due, ed un DVD speciale con storia, anatomia, origine ed analisi fisico/atletica dell'azione, il tutto a 9,90 piu' il prezzo del quotidiano (di merda: Ruttospork).

lunedì 27 agosto 2007

Il collezionista in edicola

Ieri, giornata di assoulto relax passata davanti alla televisione. Proprio l'aver passato l'intera giornata davanti alla TV mi ha portato ad essere bombardato di pubblicità. Una cosa che mi ha colpito (in verità mi ha colpito da tempo, solo che ieri ho elaborato un po' di più il pensiero su quanto sta succedendo) è la grande varietà di collezioni che si possono trovare in edicola.
Si, in edicola...
perchè essere collezionista oggi, per le nuove generazioni, significa solamente raccogliere diligentemente tutto quello che esce in edicola settimana dopo settimana, senza perdere un numero.
Si tratti di ceramiche di capodimonte (?), auto della polizia, soldatini a cavallo, trenini, aerei, modellini di cose varie, monete, francobolli e chi più ne ha più ne metta.
Da inguaribile feticista quale sono, ho passato diverse fasi di "collezionista incallito", con maggiore interesse ed impegno verso i pacchetti di sigarette ed i biglietti da stadio.
Fortunatamente nessuna delle due categorie è ancora finita sotto le grinfie di DeAgostini, Fabbri editori, Hobby&Works ed altri mostri del collezionismo da catena di montaggio.
Vuoi mettere la soddisfazione di trovare un rarissimo (in Italia) pacchetto di Karelia senza filtro quando il turismo di massa verso la Grecia era ancora di là da venire? O quando il collega di papà che tornava da un viaggio nell'Est europeo tornava con un preziosissimo involucro di cartone con tutti quegli strani caratteri cirillici?
O quando, ragazzino ingenuo ed inesperto, scambiavi per corrispondenza un biglietto di Maratona per Italia - Jugoslavia con un... buono sconto per avere una sterlina di sconto ai botteghini del Liverpool.
Ora tutto questo non ha più ragione di essere: basta andare in edicola, abbonarsi alla serie che interessa e, nel giro di un paio d'anni, avrete una bella collezione completa di qualcosa a caso, pezzi "introvabili" inclusi.
Mah... sento sempre più spesso nostalgia dei "miei tempi". Sarà la vecchiaia che avanza?

venerdì 10 agosto 2007

Siamo agli sgoccioli

Ieri sera sono tornato a Genova dopo 12 anni a vedere Genoa - Toro. Era il 1995, era la prima edizione del Trofeo Spagnolo, ammazzato a Gennaio di quell'anno, Torino e Genoa si affrontavano in un triangolare al quale partecipava anche il Nottingham Forest, squadra nella quale si era appena trasferito Pennellone Silenzi.
Negli anni successivi lo storico gemellaggio con i genoani l'ho sempre vissuto in occasione delle loro visite a Torino, e forse mi sono illuso che fosse ancora ben saldo nel tempo, perchè ho sempre avuto a che fare con le persone che il gemellaggio l'hanno creato e reso saldo.
Ieri sera invece son finito in tribuna, e sono rimasto letteralmente basito.
Si, lo so che i tifosi da tribuna o distinti sono quelli che a Torino io chiamo granata a strisce, per cui posso immaginare che anche a Genova non sia tanto diverso. Però sentire un coglione patentato che ha passato tutta la partita ad insultare nell'ordine Novellino, Sereni, Stellone, Lazetic, Comotto (per buon peso...) invece di preoccuparsi che la sua squadra dopo essere andata in vantaggio per 3-0 si stava facendo rimontare e superare e, soprattutto, senza che tutto questo livore fosse giustificato (o forse questi gli hanno trombato moglie, figlie, parenti tutte fino al terzo grado), mi ha mandato in bestia.
E non solo lui, ma tutto lo stadio rossoblù ha tenuto un comportamento indegno di un gemellaggio.
E, peggio di tutto, la Nord è stata gelida. Pochi cori pro-Toro, poche o nessuna risposta ai cori pro-Genoa dei nostri. In generale l'impressione che ai genoani del gemellaggio non importi più nulla.
Un peccato... un vero peccato, ma secondo me siamo agli sgoccioli, e a breve andare a Genova non sarà più la festa di una volta.

martedì 7 agosto 2007

Muoia sotto un tram piu' o meno tutto il mondo

La mia idiosincrasia per la musica italiana è ampiamente riconosciuta e documentata dalla mia "discheria", composta al 90% da musica d'oltreconfine. E' quindi davvero sorprendente il trend inverso di questi ultimi tempi.
Dopo aver ascoltato avidamente la cantantessa Carmen Consoli ed averne apprezzato le stupende qualità canore, un paio di mesi fa mi sono ritrovato ad ascoltare i Negramaro, trovandoli non solo godibili ma assolutamente apprezzabili (anche qui la voce fa il suo... e molto di piu').
Ed ora mi ritrovo a canticchiare "Bruci la città" di Irene Grandi, canzone orecchiabile dal testo interessante.

Muoia sotto un tram
più o meno tutto il mondo
esplodano le stelle
esploda tutto questo.
Muoia quello che è altro
da noi due almeno per un poco
almeno per errore.