lunedì 31 ottobre 2016

Di corrieri (e citofoni)

Aspettavo per oggi la consegna di un pacco contenente un acquisto effettuato presso un noto rivenditore on line. Oggi era il giorno ideale: approfittando del giorno di chiusura delle scuole (non coincidente, purtroppo, con la chiusura degli uffici dove lavoriamo Monica ed io), il figliolo poteva essere a casa a ricevere la spedizione senza problemi.
Ore 13, suona il cellulare. Numero sconosciuto.
"Pronto?"
"Sono il corriere ***, sono qui sotto casa sua per consegnarle il pacco".
"Si, io sono fuori casa, ma dovrebbe esserci mio figlio": (E penso, non avrà sentito il campanello?)
"Ah, e come faccio?"
"..." (Ma mi prende per il culo?) "Dovrebbe suonare il campanello" (sapendo che è un campanello di nuova generazione con la lista da scorrere, immagino abbia qualche problemino e mi accingo a spiegargli come fare) "Deve scorrere la lista con..."
"Ma il campanello dove sta, a destra o a sinistra?"
"..." (Ma mi prende per il culo?) "Di fianco al portone c'è una colonna con il citofono".
"Ah, si, c'è scritto selezionare".
"Si, appunto, deve scorrere la lista con i due pulsanti con le frecce e quando vede il mio cognome, premere il pulsante rosso".
"Ah. E come si fa?"
"..." (Mi prende decisamente per il culo) "Schiacci le freccette... anzi, guardi, facciamo una cosa. Telefono a mio figlio che scenda".
"Ecco, è meglio".
Corrieri che dovrebbero cambiare mestiere.

domenica 23 ottobre 2016

Gli italiani e la coda

L'italiano medio odia la coda. Si lamenta in continuazione, cerca di evitarla in tutti i modi, passa davanti a chiunque, salta le file, crea quelle classiche code a piramide dove il nuovo arrivato non si mette dietro all'ultimo, ma gli si va a piazzare di fianco, quando va bene, aumentando via via la larghezza della coda (mai la lunghezza) , generando le classiche litigate su chi deve passare prima tra le dieci persone una di fianco all'altra.
Nonostante questa idiosincrasia per la coda, però, l'italiano medio ha una capacità innata di creare una coda inutile dal nulla.
Arrivo in aeroporto con il mio solito congruo anticipo, e mi siedo di fronte al gabbiotto ancora vuoto che regola l'accesso ai gate dei voli per l'Inghilterra ed extra UE, in quanto è necessario il controllo dei documenti.
Non c'è ancora nessuno, se non un altro paio di persone sedute come me in paziente attesa dell'arrivo dei due poliziotti che apriranno gabbiotto e passaggio.
Leggo cinque minuti, non di più, e quando rialzo la testa, di fronte al gabbiotto ancora vuoto ci sono una ventina di persone in coda.
Manca più di un'ora all'imbarco, e questo stanno già in piedi in coda. Per cosa, poi?
Sembrano tante sentinelle in piedi.
Dopo una ventina di minuti la fila è già imponente, perché ogni nuovo arrivato si mette in coda. Il gabbiotto è sempre chiuso.
Quando apre, si avventano come se distribuissero pane gratis, senza rispettare la linea rossa della privacy e tutti, indistintamente, nella fila di sinistra, dove fa bella mostra il cartello “Cittadini UE”.
L'altra fila, il cui cartello recita “Tutti i passaporti” è vuota.
Mi alzo lentamente, mi guardo intorno, chiedo permesso e taglio la fila per  andare allo sportello vuoto.
Panico.
La fila vacilla, tentenna, non si sbilancia. Poi dal fondo un tizio si muove dalla fila di sinistra e supera tutti per andare anche lui allo sportello vuoto.
Via, libera tutti. Gente che corre con borse, borsoni e trolley per andare allo sportello vuoto, travolgendo chiunque gli si pari davanti. Altri che ne approfittano e passano davanti nella fila di sinistra. La solita scena da mandria di bufali.
Intanto, oltre il controllo passaporti si ripete la medesima scena di prima.
Il gate è chiuso, le hostess non ci sono ancora, ma la gente è già tutta ammassata in fila, come se ci fosse un premio per chi si imbarca prima degli altri.
Da quando anche Ryanair assegna i posti numerati non c'è più bisogno di entrare per primi per trovare il proprio posto preferito, per cui è assolutamente inutile stare di nuovo in fila prima della chiamata.
Ma tant'è…
Mi risiedo, attendo pazientemente che la mandria si scanni per il posto assegnato e poi, quando l'imbarco è quasi terminato, mi alzo e mi dirigo verso l'aereo in tutta tranquillità.
Io odio le code.