martedì 16 novembre 2010

Credo

Approfitto dell'occasione via TorineggiandO (un blog che mi piace molto e che consiglio di aggiungere ai propri feed), e partecipo autoinvitandomi alla staffetta lanciata da Psicoalchimie sul tema "A chi e cosa crediamo oggi", così diamo una spolverata alla muffa che si sta accumulando qua dentro.
La risposta non è delle più semplici. Per molto tempo ho voluto credere di non credere a nulla. Me lo sono quasi autoimposto, come se questo potesse essere un metodo valido per non accantonare mai la curiosità nelle cose e nel mondo, per non dovermi adagiare.
Posto che sono una persona che ha molti più dubbi che certezze, con il passare del tempo mi sono ritagliato una serie di punti fermi sui quali ho cercato di basare la mia esistenza. Si tratta di banalità, a volte, ma fondamentali per creare una base di partenza.
Tanto per cominciare credo a quello che vedo e sento, e non a quello che mi vogliono far vedere e sentire. Credo fermamente nella mia capacità di ragionare con la mia testa per analizzare fatti e situazioni senza necessariamente dover passare attraverso il filtro di chi invece di aiutarti a formare una tua opinione, te la offre preconfezionata, pronta per essere presa ed utilizzata acriticamente.
Credo altresì che siamo in tanti, in queste condizioni, e rappresentiamo una anomalia per la società moderna, ma allo stesso tempo una speranza per il futuro dei nostri figli.
Credo che se una trasmissione televisiva con Saviano fa il doppio degli ascolti del Grande Fratello, allora non tutto è perduto.
Credo nell'amore, nella sua forza dirompente, che crea legami indissolubili e forti, che cementa le persone e ne accresce autostima e, automaticamente, ne migliora le capacità.
Credo nell'individuo, nella diversità tra gli individui, nel rispetto di questa diversità.
Credo nelle idee, nella loro forza, nella loro pluralità, e credo anche che solo attraverso il confronto tra idee differenti si possa crescere insieme come individui e come collettività. Stare tra i propri "simili" addormenta le coscienze e distorce la realtà.
Per quanto riguarda la parte più "mistica" del credo, non è un mistero che non io non creda in un essere superiore, nè in tutti i dogmi e le dottrine religiose che ci propinano ad ogni piè sospinto, ritenendole nient'altro che un bisogno popolare, particolarmente forte nei momenti di crisi, di aggrapparsi a qualcosa o qualcuno.
Per terminare, credo in me stesso molto più di quanto non abbia mai pensato, e di questa consapevolezza devo ringraziare la persona che da tredici anni mi ha "preso in custodia", che ha operato una vera e propria trasformazione radicale, facendomi passare da una "persona con un grande futuro alle spalle" ad una persdona che conosce i propri limiti e difetti ma sa riconoscere e sfruttare i propri pregi. E credo fermamente che tutto questo sia solo ed esclusivamente merito suo.