lunedì 31 ottobre 2016

Di corrieri (e citofoni)

Aspettavo per oggi la consegna di un pacco contenente un acquisto effettuato presso un noto rivenditore on line. Oggi era il giorno ideale: approfittando del giorno di chiusura delle scuole (non coincidente, purtroppo, con la chiusura degli uffici dove lavoriamo Monica ed io), il figliolo poteva essere a casa a ricevere la spedizione senza problemi.
Ore 13, suona il cellulare. Numero sconosciuto.
"Pronto?"
"Sono il corriere ***, sono qui sotto casa sua per consegnarle il pacco".
"Si, io sono fuori casa, ma dovrebbe esserci mio figlio": (E penso, non avrà sentito il campanello?)
"Ah, e come faccio?"
"..." (Ma mi prende per il culo?) "Dovrebbe suonare il campanello" (sapendo che è un campanello di nuova generazione con la lista da scorrere, immagino abbia qualche problemino e mi accingo a spiegargli come fare) "Deve scorrere la lista con..."
"Ma il campanello dove sta, a destra o a sinistra?"
"..." (Ma mi prende per il culo?) "Di fianco al portone c'è una colonna con il citofono".
"Ah, si, c'è scritto selezionare".
"Si, appunto, deve scorrere la lista con i due pulsanti con le frecce e quando vede il mio cognome, premere il pulsante rosso".
"Ah. E come si fa?"
"..." (Mi prende decisamente per il culo) "Schiacci le freccette... anzi, guardi, facciamo una cosa. Telefono a mio figlio che scenda".
"Ecco, è meglio".
Corrieri che dovrebbero cambiare mestiere.

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