domenica 12 ottobre 2008

Azione e reazione

Economia e fisica sono due ambiti molto lontani tra di loro, ed è noto ai più (tra chi mi conosce, ovviamente) come io di economia capisca veramente poco (si, perchè di Fisica, invece..., direte voi), eppure in questi giorni mi sono trovato più volte a pensare a come l'Economia prenda a prestito delle leggi fisiche e le adatti a proprio uso e consumo, variando però le proprie caratteristiche in maniera da poter seguire queste leggi solo quando fa comodo.
Non so se riuscirò ad essere breve come mio solito, anche perchè è difficile spiegare concetti che sono già molto confusi di per sè nella mia testa. Comunque, se avete voglia, proseguite nella lettura.
Mi è capitato diverse volte, in questi giorni, di pensare a come l'Economia applichi i principi della dinamica trasformandosi da sistema inerziale (quando fa comodo) a sistema accelerato (quando non fa piu' comodo).
Ma andiamo per gradi. Innanzitutto ricordiamo i tre principi della dinamica (o leggi di Newton).
  • Il primo principio della dinamica stabilisce che ciascun corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, a meno che sia costretto a mutare tale stato da forze impresse (esterne).
  • Il secondo principio della dinamica stabilisce che un corpo al quale sia applicata una forza, varia la quantità di moto in misura proporzionale alla forza applicata, e lungo la direzione della stessa.
  • Il terzo principio della dinamica stabilisce che ad ogni azione corrisponde sempre una reazione uguale e contraria.
I tre principi sono validi nei cosiddetti sistemi inerziali, mentre non lo sono più in quelli chiamati accelerati come ad esempio il moto circolare, nel quale entrano in gioco le cosiddette forze apparenti (es.la forza centrifuga).
Fin qui la lezione di fisica spicciola. Ma "che c'azzecca" con l'economia? Due recentissimi episodi mi hanno dato molto da pensare, e non ho potuto fare a meno di associare gli eventi alle tre leggi della dinamica sopra esposte.

Il primo episodio è il drastico calo del prezzo del petrolio al barile. Pochi mesi fa un barile di petrolio era arrivato a costare quasi 150 dollari. Gli effetti non si erano fatti attendere: aumento delle tariffe energetiche in generale, aumento del prezzo della benzina, introduzione di salatissime "fuel surcherge" sui prezzi dei biglietti aerei (rigorosamente scritti in corpo 4, grigio su bianco, non sia mai che qualcuno se ne accorga prima di dover pagare). In questo caso il sistema "Petrolio" è chiaramente un sistema inerziale, poichè il prezzo della carburante resta fisso ed invariato finchè non gli viene impressa una "forza" (aumento del prezzo del barile) che ne provoca l'impennata (primo principio della dinamica) in maniera proporzionale all'aumento (secondo principio della dinamica).
Leggevo ieri che il prezzo del petrolio si attesta ora a circa 77 dollari al barile. Ecco quindi che il sistema "petrolio" si trasforma in sistema accelerato. I principi della dinamica non funzionano più. Il prezzo del petrolio scende, ma i prezzi dei carburanti, dell'energia ed i fuel surcharge restano stabili, o almeno calano di una frazione poco significante rispetto all'aumento avuto in precedenza. Facendo l'esempio con dei numeri a caso, se passando da 70 a 150 dollari al barile il prezzo della benzina è salito da 1 euro ad 1 euro e 50, è chiaro che qualcosa non funziona se, tornato il prezzo del petrolio attorno ai 70 dollari, la benzina resta ad 1 euro e 40 circa.

Il secondo episodio è ancora più sconcertante. La quasi totalità dei mutui a tasso variabile in Italia è legata all'Euribor, un tasso di riferimento praticamente standard che fissa il costo del denaro per questo tipo di transazioni (non solo, ovviamente, ma a noi interessano i mutui).
Da quasi un paio d'anni i mutui a tasso variabile hanno visto inesorabilmente salire la rata a causa dell'aumento del costo del denaro ed in seguito a successivi rialzi del tasso di sconto a botte di un quarto di punto. Tanto per fare un esempio, rispetto all'accensione del mutuo, la mia rata semestrale è aumentata di più di una quota mensile.
Anche in questo caso i primi due principi della dinamica sono stati applicati alla lettera. Ad un aumento del tasso di sconto è coinciso un aumento dell'Euribor di pari percentuale, con susseguente ed immediata ricaduta sui mutui a tasso variabile.
Ho accolto con grande soddisfazione, quindi, l'annuncio di Trichet di abbassare di mezzo punto il tasso di sconto. Una soddisfazione durata nemmeno 24 ore. Misteriosamente, monitorando il valore dell'Euribor quotidianamente, ho avuto modo di verificare che non solo l'Euribor non si è abbassato di mezzo punto come mi sarei aspettato, ma è addirittura aumentato (di pochi millesimi, ma sempre aumento è stato).
Ancora una volta il sistema dei tassi si dimostra inerziale per gli aumenti ed accelerato per i decrementi.

Forse qualcuno che si intende di economia più di me può svelarmi questi misteri? Oltre alla forza centrifuga che, come tutti sanno, porta i soldi dall'interno delle mie tasche all'esterno in tasche altrui, quali sono queste forze apparenti che trasformano un sistema da inerziale ad accelerato impedendo l'applicazione dei principi della dinamica quando i prezzi dovrebbero abbassarsi?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un paio di anni fa alla domanda di "Striscia la Notizia" sul perchè i prezzi della benzina, sempre suscettibili agli scatti verso l'alto del prezzo del petrolio, non lo fossero altrettanto per quelli verso il basso, il petroliere e patron dell'Inter Moratti rispose:"Non è così semplice come la fate sembrare voi".
Direi che il caso è lo stesso: non è così semplice come la vogliamo far sembrare noi poveri brodi, è complesso come pare a lor signori, padroni del vapore.
Hai visto mai che tante volte noi pantaloni ci accorgessimo che ci stanno prendendo per i fondelli?

Unknown ha detto...

Articolo fasntastico. Mi corre l'obbligo di informarne dell'esistenza tutti gli amici di buona volontà.
P.S.: feed sisifo inserito in my reader.