La mente umana è davvero incredibile, ed i meccanismi che la regolano sono davvero misteriosi.
Succede infatti che sei tutto concentrato a guardare i dati che appaiono sul monitor del computer per cercare di capire come mai, in una colonna di un database definita "not null", ci siano dentro dei "null" mandandoti a puttane un'elaborazione, e mentre ti alambicchi il cervello alla ricerca di una soluzione, la selezione automatica dei brani del tuo lettore MP3 faccia partire quello stupendo pezzo dei Pink Floyd che si intitola "The Great Gig in the Sky".
In quel preciso momento il cervello mette in stand by l'attività che stavi eseguendo e ti catapulta improvvisamente indietro nel tempo.
Il monitor, la scrivania, i colleghi, tutto scompare improvvisamente per lasciare il posto ad un cielo incredibilmente sereno, nero e stellato. Tutto intorno è buio, ed il silenzio è rotto dallo stereo della macchina che, a tutto volume, trasmette proprio "The Great Gig in the Sky".
Siamo a Lipari, più o meno verso le quattro del mattino, su un'altura dalle parti delle Terme di San Calogero: Carmelo, Paolo, Luigi, Simona, Isabella ed io. L'indomani mattina sarei partito per tornare a Torino (il tempo di rifare la valigia e volare altri 1600 Km più a Nord ad Amburgo, dove mi attendeva un'altra epica settimana al seguito della nazionale di Football agli Europei), e poichè l'aliscafo era previsto per le 6 del mattino, avevamo deciso di fare nottata, a degna conclusione di una vacanza che avrebbe segnato un importante passaggio nella mia vita.
Avevamo speso la giornata in giro per l'isola, come sempre, facendo l'ultimo bagno alle cave di pomice di Porticello, dove per accedere alla spiaggia bisognava lasciarsi scivolare lungo il pendio, con il risultato di arrivare al fondo con il fondoschiena tutto bello levigato.
Avevamo passato la serata a sentire Carmelo suonare nel locale del "Professore", come ogni sera. Poi eravamo andati in giro in cerca di Pucci, uno dei matti del paese, uno spasso assicurato, ma avevamo trovato solo il capitano Felice, con cui i miei amici si erano poi accordati per una gita in barca a Stromboli nei giorni successivi.
Prima di salire alle terme, eravamo passati al forno a prendere i cornetti caldi, poi eravamo saliti in macchina sulla Panda di Carmelo (in sei, si...) ed avevamo cercato il posto ideale. Un prato al termine di una strada sterrata, il buio piu' completo, solo il cielo stellato sopra di noi ed un silenzio quasi irreale. Non ci siamo detti una parola. Ci siamo sdraiati sul prato ed abbiamo contemplato il cielo. Finchè Carmelo, che era rimasto in macchina, non ha aperto il portellone posteriore, spalancato le portiere, messo la cassetta dei Pink Floyd e girato la manopola del volume a fine corsa.
Per tutti i 4 minuti e 47 secondi della canzone ognuno di noi si immerse nella propria dimensione, isolandosi da tutto e da tutti, lasciando i pensieri e le immagini fluire in libertà. Fu stupendo.
Quella vacanza decretò la vera fine del Liceo, sei anni dopo la maturità, senza una motivazione precisa. Fu come se i successivi sette giorni in Germania avessero tracciato un solco tra due momenti della vita profondamente differenti tra di loro. Quando io tornai da Amburgo, e gli altri tornarono dal loro proseguio di vacanza a Lipari infatti, nulla fu più come prima. Di lì a poco sarebbe cambiato tutto: amici, frequentazioni, serate. Iniziava la breve ma intensissima "era di Filisetti". Ma questa è un'altra storia, ed ora non c'è tempo di raccontarla.
The Great Gig in the Sky è finita. Il monitor è ancora lì che mi guarda. La collega che mi sta di fronte sono convinto che creda mi sia addormentato.
Invece sono andato solo in ibernazione per cinque minuti e tornato indietro di 21 anni. E' stato bellissimo.
A proposito: guardando meglio, mi accorgo che le colonne del database contengono zeri binari, non "null". La mia mente ha continuato a ruminare anche durante questo flashback ed ha risolto il mistero.
Nessun commento:
Posta un commento