Devo ammettere che ieri mattina, leggendo l'articolo su La Stampa, ero rimasto con l'amaro in bocca. Infatti posso ancora capire le motivazioni che portano ad impedire dei convegni che puntano a riscrivere la storia cancellando atrocità e responsabilità (penso ai numerosi convegni di Forza Nuova e simili per riscrivere la storia delle Foibe o per negare l'Olocausto). Arrivare però ad impedire ad una studentessa di sostenere un esame perche' fascista, mi sembrava decisamente troppo.
Però qualcosa nella storia mi girava male, e non solo perchè l'articolo era a firma di Massimo Numa, uno dei peggiori giornalisti che io conosca, capace di scrivere l'esatto contrario di quello che succede pur di addossare colpe e responsabilità a persone che "non gli stanno simpatiche", tanto per usare un eufemismo.
Poi, pensa che ci ripensa, i dubbi aumentano, e cercando di mettere a posto i tasselli, le contraddizioni evidenti vengono fuori.
Da quanto si legge nella parte iniziale dell'articolo, il presidio degli autonomi era stato organizzato a seguito dei fatti della Sapienza di qualche giorno fa, ed effettivamente sembra che il presidio impedisca l'ingresso nella palazzina.
Poi, proseguendo, si legge che Augusta Montaruli, dirigente nazionale di Azione Giovani, staziona di fronte ad un gruppo di giovani di destra organizzati in contro presidio.
E qui abbiamo ancora l'impressione che gli autonomi impediscano l'ingresso ed i "fasci" cerchino il modo di sfondare o, per lo meno, di trovare un modo per entrare.
Ma qui il buon Numa commette l'errore di specificare che i giovani di destra vengono invitati dalla polizia ad uscire dalla palazzina dal retro, per evitare incidenti.
Come, come come?!?!?!? Ma allora la Montaruli ed i suoi sgherri erano DENTRO la palazzina?
E quindi cosa le impediva di dare l'esame? Il presidio non poteva certo impedire l'ingresso a chi era GIA' dentro.
Forse la Montaruli non aveva studiato ed ha trovato comodo dare la colpa a quei cattivoni dei comunisti?
Ma robe da matti...
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