E così anche a Torino, da oggi, arrivano i soldati, avanguardia di un gruppo che verrà raddoppiato numericamente a settembre. Lo scopo del nostro governo, oltre che di mostrare i muscoli (ma a dire il vero mi sembra tanto la scenetta di quello che si guarda attorno urlando "Qualcuno mi tenga se no l'ammazzo" senza che nessuno provi minimamente a muovere un dito), dovrebbe essere quello di rassicurare i cittadini e far vedere loro che lo stato è presente.
Io sarò all'antica, sarò prevenuto, sarò anche fatto male, ma vedere i soldati per strada non mi rassicura per niente. Anzi... E a dirla tutta invece che sentirmi sicuro, come minimo mi sento in Sudamerica, in uno di quegli staterelli dove il governo cambia ogni due per tre a seconda di come gira la luna all'inquilino della Casa Bianca.
Il problema principale, secondo me, è che il provvedimento è chiaramente dimostrativo ed assolutamente privo di qualunque efficacia.
prendiamo il caso specifico che mi riguarda da vicino: a Torino i militari pattuglieranno anche la zona dove abito, da qualche anno abituale ritrovo notturno di spacciatori, tossici e delinquenti in genere.
Sono pronto a scommettere che spariranno tutti nel nulla in men che non si dica, come già successe durante le Olimpiadi, ma sono altrettanto pronto a scommettere che al termine del provvedimento, cioè a fine anno, quando i soldati torneranno in caserma, i pusher e tutta la gentaglia assortita che li accompagna, si ripresenteranno puntuali come le tasse e le disgrazie.
Il perchè è ovvio: mandare i soldati per le strade per sei mesi non serve a niente. Non è un intervento strutturale, ma propagandistico. Non risolve i problemi, ma li differisce temporalmente (li risolve per sei mesi) e geograficamente (sposta la gentaglia altrove, non la elimina).
Meglio sarebbe stato, a mio parere, destinare i soldi spesi per questa operazione al rafforzamento delle forze dell'ordine esistenti, alla miglioria del loro parco macchine, all'aumento del personale per poter mandare in pattuglia tutti quegli agenti ora impegnati tra le scartoffie negli uffici in un lavoro sicuramente utile e necessario ma che non può avere la precedenza sulle emergenze territoriali.
Basta pensare, però, al padre di questo provvedimento, quell'Ignazio La Russa che non vedeva l'ora di giocare un po' ai soldatini come faceva da piccolo: non ci si potevano aspettare cose molto diverse da un personaggio così.
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