Nella mia ultratrentennale frequentazione degli stadi, non avevo mai visto una cosa come quella accaduta ieri al Comunale di Torino. La Curva Maratona è stata protagonista, in passato, di veri e propri episodi da "dodicesimo uomo". Dall'essere punto di riferimento per Pulici che, spalle alla porta, misurava la distanza della stessa dall'intensità dei cori della curva, alle presunte capacità di "spingere" il pallone in rete quando il Toro attaccava verso la Filadelfia o "risucchiarlo" quando attaccava verso la Maratona, come più volte magistralmente raccontato da Giampaolo Ormezzano, a quella volta contro l'Aberdeen in Coppa delle Coppe quando, sotto 2-0 dopo 20 minuti, la Maratona intono' un coro e lo tenne fino al 90esimo, intervallo compreso, con un'intensità che fece sembrare i 20mila di quella serata almeno il doppio (per la cronaca, la partita venne vinta 3-2 al 90').
Mai, però, avevo visto uno stadio "espellere" un giocatore.
E' necessario fare un passo indietro e ritornare ad inizio settimana scorsa, quando Lazio e Toro duellano all'ultimo euro per aggiudicarsi i servigi di Rolando Bianchi, promettente attaccante in forza al Manchester City, quello di cui abbiamo parlato in altro post. Alla fine della telenovela, Bianchi ha scelto la Lazio, non senza provocare un vespaio, però, dal momento che tutto sembrava fatto per il suo passaggio al Torino, compreso il mandato ad un'agenzia immobiliare per cercare casa ed una telefonata a Rosina, suo compagno di Under 21, per informarsi sui numeri di maglia disponibili e rassicurare che avrebbe dovuto parlare con Lotito solo per dirgli che avrebbe scelto il Toro. Il suo voltafaccia ha fatto imbufalire (a dir poco) sia i dirigenti granata che i giocatori e, ovviamente, la tifoseria, come ben si può leggere qui, qui e qui.
Ieri Bianchi è entrato dopo 15 minuti del secondo tempo, quando già lo stadio era abbastanza turbolento per una dubbia espulsione di Barone (giallo esagerato il primo, inesistente il secondo).
L'ingresso in campo di Bianchi è stato salutato da una bordata di fischi ed ululati che mai (e davvero... dico MAI, anche quando allo stadio si era in sessantamila) ho sentito, neanche nel famoso derby di Serena (puttana l'hai fatto per la grana).
Bianchi è parso subito nervoso, e dopo trenta secondi non ha trovato di meglio da fare che andare a falciare da dietro Lazetic, con un fallo che 9 volte su 10 è da rosso diretto.
L'arbitro è stato fin troppo benevolo, continuando nella sua pessima direzione di gara, e gli ha sventolato il giallo, mentre Bianchi veniva circondato da giocatori granata inferociti (su tutti Marco Di Loreto, che continuava a ripetergli "Sei un bastardo. Sei solo un bastardo. La partita non la finisci"). E lo stadio ribolliva, ululava, fischiava.
Dopo due minuti, contrasto aereo a metà campo, saltano Bianchi e Zanetti. Bianchi mette un braccio avanti e sfiora la faccia di Zanetti. E' quanto basta: se possibile fischi e ululati sono ancora piu' forti di prima. Per un attimo sembra di essere al Colosseo.
L'arbitro non ha dubbi: secondo giallo ed espulsione. La partita di Bianchi è finita dopo nemmeno cinque minuti.
Bianchi lascia il campo tra gli insulti della panchina granata (Fontana in gran spolvero ed in prima fila nel suo ruolo di giocatore-ultras) e di tutto il pubblico, che lo accompagna con le note di "Ciao Mare": "Ciao, ciao, ciao, ciao Bianchiiiiiiiiii, vattela a pigliar nel culo!!! vattela a pigliar nel culooooooooo!"
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