mercoledì 28 luglio 2010

Spagna 2010 - Appunti di viaggio / 2 - Valencia

Negli ultimi cinque/sei anni ho fatto del navigatore satellitare la mia guida primaria quando guido in posti poco o del tutto conosciuti. Una cosa che ho imparato è che, sempre e comunque, il navigatore ti porta a destinazione. Sulle strade che ti fa percorrere avrei un po' da ridire, ma indubbiamente il suo compito lo porta egregiamente a termine. Una cosa che ho imparato in questo viaggio, però, è che portarsi dietro una cartina stradale è sempre consigliato. A parte il fatto che il navigatore potrebbe rompersi, o potrebbero rubarvelo, o altro ancora, ma una cartina resta fondamentale per riprendere le redini del percorso che il navigatore calcola con il suo particolare criterio "più breve / più veloce" che spesso e volentieri finisce per diventare "più contorto".
Con una bella cartina a portata di mano, mi sarei infatti risparmiato l'assurdo giro in statale che ho dovuto fare tra Gap e Orange, invece di scendere dall'autostrada che passa per Sisteron, Manosque e Aix-en-Provence. Come detto, alla fine il navigatore ti porta a destinazione, ma quando siamo finalmente arrivati a Narbonne per la sosta intermedia con circa due ore di ritardo sulla tabella di marcia, l'avrei voluto mangiare...
Nota di servizio: solitamente non ho grosse esigenze per gli alberghi, ma il Campanile in cui sono stato a Narbonne è un qualcosa di inimmaginabile. La camera era già piccola per essere matrimoniale, ma una volta tirata fuori la brandina per Ricky, se qualcuno avesse dovuto andare in bagno durante la notte avrebbe dovuto camminare sui letti altrui. Per 90 euro a notte lo trovo un po' eccessivo.
Il giorno successivo, senza ulteriori problemi con il navigatore, siamo finalmente giunti a Valencia, la meta principale del nostro viaggio.
Sin dal primissimo approccio con la città siamo rimasti tutti favorevolmente colpiti da una città in cui sono evidentissime le trasformazioni recenti.
Scopo principale del viaggio era la visita alla Città delle Scienze ed all'Acquario Oceanografico che si trovano nella nuova zona verso il porto completamente ridisegnata grazie al progetto dell'architetto valenciano Calatrava.
Oltre alle architetture futuristiche (il museo di arte moderna, da me ribattezzato "La Cozza", L'Hemispheric, da me ribattezzato "Lo scarafaggio", Il palazzo della città della scienza, il complesso dell'acquario), tutta la zona è costituita da edifici residenziali nuovi di pacca, facendoti dimenticare di essere in una città dalla storia millenaria.
Il tutto è molto razionale e funzionale, con le strutture ed il parco che le ospita completamente a disposizione dei cittadini (faccio un esempio stupido: se sei nel parco e devi andare in bagno, puoi tranquillamente entrare in una di queste strutture ed usufruire dei servizi disponibili prima dell'entrata alla parte espositiva vera e propria).
Niente da dire sulle esposizioni vere e proprie: assolutamente coinvolgente la città della scienza, con una miriade di esperimenti a disposizione del pubblico per spiegare le cose più elementari alle quali non facciamo nemmeno caso nella vita reale. L'acquario compete alla pari con quello di Genova, in alcuni casi superandolo alla grande. Il tubo con gli squali è davvero impressionante.
Una giornata ci va tutta, per una visita approfondita della citta' della scienza con annesso ingresso al cinema a 360°, mentre per l'acquario una mezza giornata è più che sufficiente.
Un po' deludente la zona del porto, letteralmente trasformata dalle installazioni per l'America's Cup e per il Gran Premio di Formula 1, ma praticamente inaccessibile, fatta eccezione per un museo (gratuito) dell'America's Cup nel quale si possono vedere degli audiovisivi sulla storia della competizione.
Una caratteristica molto interessante di Valencia è il "fiume prosciugato" che taglia in due la città. Per centinaia di anni Valencia ha convissuto con il fiume Turia che scorreva al suo interno, in un connubio caratteristico di altre centinaia di città nel mondo (Torino ed il Po, Roma ed il Tevere, Parigi e la Senna, St.Louis ed il Mississippi, e via dicendo). Dopo la tragica alluvione del 1957, il Turia venne deviato a monte della città, ed il letto cittadino, prosciugato, venne trasformato in un immenso giardino ("Jardin del Turia"), in cui trovano sede diverse attività sportive (c'è persino uno stadio di rugby con tanto di quattro piloni angolari per i riflettori, e vi assicuro che vederli spuntare da dietro ad un ponte fa un certo effetto).
Addentrandosi nel centro storico, si ritorna nella normalità di una classica città spagnola, con la sua "Plaça del Ayuntamiento" e la sua "Plaza de Toros", in questo caso attaccata (letteralmente) ad una bellissima stazione in stile liberty. Di fronte alla Plaza de Toros, liberamente visitabile quando non c'è corrida (e quando c'è mi guardo bene dall'entrarci), parte la classica via pedonale turistico/commerciale dove i ristoranti che offrono la classica Paella si accatastano uno sopra l'altro (non che siano migliaia, comunque), e attraverso la quale si raggiungono facilmente praticamente tutti i luoghi turisticamente interessanti, dalla cattedrale, al mercato generale (anch'esso in stile liberty e con una cupola centrale notevole). Il centro turisticamente interessante di Valencia è molto raccolto e facilmente visitabile a piedi dopo averlo raggiunto con un mezzo pubblico (non li ho usati, quindi non posso dire come siano) o in auto (da lasciare in uno dei millemila parcheggi a carissimo pagamento).
Se si escludono le attrazioni della parte nuova (la zona "Calatrava" per intenderci), Valencia è una abbordabilissima meta da un weekend, durante il quale si possono vedere i 3/4 delle cose interessanti che la città offre.
Girarla in auto è abbastanza semplice, grazie alla viabilità che ha fatto dei sensi unici anche per i viali a quattro/cinque corsie la propria filosofia principale, e sono presenti un paio di linee della metropolitana, che serve soprattutto la zona centrale.
Il caldo si fa sentire, ma come ogni buona città di mare che si rispetti, una buona ventilazione riesce a tenere bassa l'umidità abbassando anche il calore percepito.
In definitiva una promozione piena per una città sulla quale non avevo particolari aspettative positive.

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