2650. Questo il totale del contachilometri della mia auto quando ho finalmente spento il motore in garage dopo una settimana di vacanza. Non è moltissimo, ma erano diversi anni che non macinavo così tanto chilometri in così poco tempo, e sebbene abbia patito il viaggio del primo giorno causa navigatore stordito che mi ha accuratamente fatto evitare l'autostrada per farmi andare via statale fino a Orange, sono stato proprio contento sia del viaggio in sè (Valencia una bella scoperta, Barcellona una riscoperta a vent'anni dall'ultima volta in cui c'ero stato), che del piacere di guidare per chilometri e chilometri che avevo un po' perso da quel tour de force tra Colorado, Wyoming, South Dakota, Nebraska, Colorado, New Mexico, Arizona, Utah (con annesso giro dello sterrato della Monument Valley) e ancora Colorado con una Geo Metro nel 1997.
Questo viaggio ha anche rappresentato il ritorno alla vacanza che più prediligo, cioè quella turistica, negli ultimi anni forzatamente sostituita dal tragico "villaggio all inclusive" per cause di forza maggiore (leggasi figlio troppo piccolo per girare tutto il giorno).
Ho quindi pensato (anche spronato da una richiesta, a dire il vero ;) ) di scrivere una sorta di "Appunti di viaggio", di cui questo post costituisce la prima parte.
Non so se ne faro' tre, quattro, dieci o cento, o magari questo post resterà solitario, ma ve lo farò sapere, così che non restiate in "vana attesa" della puntata successiva.
Questo post introduttivo, però, è forzatamente dedicato ad un pensiero che non ho potuto non avere quando ho superatol'uscita autostradale di Torreblanca, in Spagna. Quando ho visto quel cartello e, poche centinaia di metri dopo, il sovrappasso autostradale, non ho potuto fare a meno di pensare al Galimba e, do conseguenza a Zoccarato. Chi sono il Galimba e Zoccarato, vi chiederete voi? Sono due ragazzi conosciuti ai tempi del liceo legati da un destino che quelli che parlano bene definiscono spesso "cinico e baro". Galimba e Zoccarato frequentavano il mio stesso liceo, in altre classi, ed erano piu' giovani di me di un paio di anni, ed erano stati protagonisti di una mitica scena durante la finale del torneo di basket del triennio a metà anni 80. Entrambi giocavano a basket per delle società torinesi, ed erano rivali in campionato ancor prima che a scuola. La squadra di Galimba era in finale, mentre Zoccarato non era riuscito a trascinare i suoi a giocarsi il titolo, e così, visto il suo status di giocatore di basket, era stato chiamato a fare l'arbitro di detta finale. Due ragazzi diversissimi tra di loro: sempre timido e riservato Zoccarato, mai una parola fuori posto, mai un gesto scomposto,al contrario di Galimba, esuberante, egocentrico, sbruffone (ed anche un gran bel giocatore). Successe che Zoccarato prese una decisione discutibile, ora non ricordo più il particolare preciso, e Galimba si mise a protestare vivacemente. Molto vivacemente. E Zoccarato lo espulse. Uscendo dal campo smoccolando e bestemmiando, il Galimba si bloccò improvvisamente e tornò sui suoi passi per assestare a Zoccarato un calcio nel culo degno di una punizione di Maradona.
Baraonda, putiferio, risse sfiorate e partita sospesa per un bel pezzo, con Galimba richiamato persino nell'ufficio del Preside nei giorni successivi.
Poche settimane dopo Galimba e Zoccarato diedero la matura, e le loro strade si divisero, per poi riunirsi tragicamente, come vedremo.
Subito dopo l'esame, Galimba e quattro suoi amici partirono alla volta della Spagna, che in quegli anni era la meta preferita dei giovani italiani. Il loro viaggio si interruppe alle tre del mattino contro una colonna del sovrappasso autostradale subito dopo l'uscita di Torreblanca. Quattro morti sul colpo, il quinto gravissimo, probabilmente un colpo di sonno. Ricordo come fosse oggi la chiesa gremita e la gente fuori, sul sagrato, per i funerali di Galimba ed i suoi tre amici. Noi quattro o cinque che lo avevamo frequentato nonostante fosse di un'altra sezione e di un paio di anni prima (noi la matura l'avevamo gia' data chi l'anno precedente, chi quello ancora prima) ci guardavamo smarriti, appena sulla soglia della chiesa.
Ai primi di Gennaio dell'anno successivo, poi, lessi un piccolo trafiletto su La Stampa, che riportava la notizia di tre giovani, di ritorno dalle vacanze natalizie, deceduti in un incidente stradale sulle montagne francesi. Uno dei tre nomi era quello di Zoccarato e allora, come la settimana scorsa al passaggio a Torreblanca, mi venne in mente il calcio nel culo ed i percorsi del destino che, a volte,sanno essere incredibilmente tortuosi per poi incrociarsi quando meno te lo aspetti.
Domani vi prometto che sarò meno tragico, nel mio post, ma questo ricordo era dovuto.
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