Trent'anni fa moriva Giorgiana Masi, grazie ad un colpo di pistola (uno dei tanti di quella manifestazione) sparato dalla Polizia.
Erano i tempi di Kossiga, delle sue leggi speciali, della repressione forte da parte delle forze di polizia, della transizione e del passaggio di molti giovani dalla politica extraparlamentare alla lotta armata.
La grossa differenza con tutto questo scenario, è che quella manifestazione (a favore degli otto referendum promossi dai radicali) era inizialmente pacifica, ma fu chiaramente presa a pretesto da Kossiga ed i suoi sgherri per mostrare i muscoli e chiarire chi comandava. Dopo i primi autonmi con la pistola a Via De Amicis a Milano, apparvero i primi poliziotti infiltrati, altrettanto armati.
Come tutte le cose in Italia, nonostante una marea di evidenze poco confutabili, il processo per la morte di Giorgiana Masi termino' in una bolla di sapone. L'importante è non dimenticare. Non dimenticare una tragica stagione in cui i giovani (almeno quelli che non erano storditi dalla droga) si picchiavano e si sparavano in piazza per il colore della propria bandiera, andando inesorabilmente versol'autodistruzione della lotta armata.
E Cossiga e' senatore a vita...
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