Ieri Bonanni, prima Schifani e Marini. Si susseguono (e non è ancora finita, vedrete) le contestazioni nei confronti degli ospiti della Festa Nazionale del PD che si sta tenendo a Torino.
Il clima è caldo, e solo un cieco, o uno con una termoregolazione non funzionante, non lo percepisce. Il fatto che queste contestazioni avvengano alla festa del PD, da una parte è un po' un caso, nel senso che ci sono tante personalità discusse invitate a parlare tutte nel medesimo luogo, e questo luogo ha risonanza nazionale, essendo la festa NAZIONALE Partito Democratico. Dall'altro lato, però, dovrebbe dare un po' da pensare agli organizzatori di questa festa, che sembrano aver messo insieme un cartellone di ospiti "a rischio" davvero fenomenale. E meno male, a questo punto, che hanno fatto tutta la manfrina dell'invito mancato al presidente regionale illegalmente eletto Roberto Cota, altrimenti chissà che divertimento.
Quello che mi ha colpito, però, non è stata la contestazione in sè, ma l'immagine che se ne è voluta dare.
I grillini ed il popolo viola (che, ricordiamo, sono due entità ben distinte e non hanno nemmeno gli stessi obiettivi), sono stati tacciati di squadrismo e fascismo perchè si sono permessi di fischiare e contestare il presidente Schifani, uomo fortemente in odore di mafia, mentre ieri è stata il turno dei contestatori di Bonanni, tacciati di antidemocraticità e fascismo da un Enrico Letta particolarmente nervoso.
A parte che i contestatori di Bonanni sono stati descritti come appartenenti all'area antagonista, mentre dai filmati si vedono tranquilli (si, vabbe', incazzati, ma "tranquilli" in senso lato) cinquantenni, probabili cassintegrati, operai, e pochissimi "giovani dei centri sociali", ma quello che fa specie è che nessuno si è chiesto quale fosse il motivo della loro contestazione. Nemmeno Bonanni, con le sue dichiarazioni da miracolato di Lourdes per essere scampato ad una "aggressione per farmi male", ha cercato o voluto capire il perchè di quelle contestazioni, nonostante il suo atteggiamento zerbinesco nei confronti di Marchionne potesse fargli suonare qualche piccolo campanellino d'allarme. Ha persino tirato in ballo i "famigerati ultras", quelli che vanno allo stadio per fare casino, violenti di professione, che secondo lui sarebbero andati a contestarlo (forse era gelosodi Maroni?), pur di non farsi una domanda sul perchè di questa contestazione.
In generale, però, è davvero vergognoso che non si tolleri più il dissenso in nessuna maniera. I contestatori sono fascisti e squadristi, non hanno diritto di parola nè di opinione, devono solo riempire le scomode sedie di plastica, annuire a comando ed applaudire. Guai a fischiare, se qualcuno dice cose non condivisibili. Evviva il pensiero unico e conformato.
Quando ieri dal palco Letta sbraitava "voi non siete come noi", intendendo che "loro", cioè il PD, sono i veri democratici, diceva una grande verità. Sono diversi anni, ormai, che il PD o suo equivalente, non è più rappresentativo del popolo, dei lavoratori, delle classi disagiate, ed è per quello che costantemente, inesorabilmente, ad ogni consultazione politica perdono sempre più voti a favore di una formazione discutibile e xenofoba come la Lega, che sa invece raccogliere le istanze della gente e trasformarle in voti (che poi risolva davvero i problemi che promette di risolvere in campagna elettorale, è tutta un'altra storia, ma tant'è...).
Fini si è svegliato dopo 16 anni di come profondo, chissà se le avvisaglie di un autunno caldo sveglieranno anche il PD?
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