Prima della fine dell’anno ce la faccio… manca solo più l’ultima
tappa di questo travagliato diario di viaggio estivo, e in fondo sono passati
poi solo cinque mesi :)
Dove eravamo rimasti? A Canterbury, ultima fermata notturna
del nostro giro ma penultima località visitata.
Attirati dalla celeberrima cattedrale, abbiamo fatto tappa
nella piccola cittadina del Kent prima di tornare verso Londra (o meglio
Stansted) per poi tornare a casa.
Il centro abitato di Canterbury è mediamente esteso, si
tratta pur sempre di una cittadina di una cinquantina di migliaia di abitanti,
ma tutto si svolge nella via pedonale centrale nei pressi della cattedrale che
si chiama High Street e si snoda per un chilometro circa tra le West Gates e l’ultimo
tratto in cui cambia nome e diventa St.George’s Street. Questa via pedonale
offre diversi negozietti particolari, oltre ai soliti delle catene immancabili
pure qui (Pizza Hut, Zara, Marks & Spencer e via andare). Uno in
particolare ha attirato la mia attenzione perché vendeva principalmente fumetti
(del resto si chiama “Whatever Comics”) ma anche un gran numero di “ciarpame”
legato alla musica ai tempi del vinile. Due vetrine decisamente interessanti
(per me, ovviamente).
L’altro posto che mi sento di consigliarvi in High Street è
il ristorante “The Bull”. Attirati dall’insegna (il Toro stilizzato che il
Torino Calcio usò negli anni 80 (questo per intenderci) e da un amico in comune con il padrone, avremmo tanto voluto assaggiare
un bel risotto alla barbera, ma un “problema tecnico” (il bagno delle signore
si era intasato allagando tutto il locale) lo ha costretto alla chiusura
proprio nel giorno in cui eravamo lì. Un vero peccato, perché a quanto sembra
si mangiano tutta una serie di specialità piemontesi ed italiane ed il livello
mi dicono essere molto buono.
Un po’ meno buono il livello del suggerimento del
proprietario per un ristorante alternativo “non turistico”. Ci ha spediti in un
bellissimo posto di fianco alla stazione, in un capannone riadattato dove c’è
un piccolo mercatino alimentare dove al momento ti preparano le cibarie che
scegli e compri direttamente dai banchi. La sera ovviamente questa opzione è da
scartare, essendo i banchi del mercato chiusi, ma sempre all’interno c’è un
delizioso ristorantino dove una cameriera scorbutica ti serve quattro piatti in
croce, con porzioni microscopiche dal prezzo esorbitante. Il posto si chiama “The
Good Sheds”, nel caso vi venisse proprio voglia di farvi pelare ed uscire
affamati. Però è un bel posto, molto suggestivo.
La cattederale. Che dire: magnifica. La visita merita
davvero. Un edificio imponente, una serie di vetrate spettacolari, un chiostro
suggestivo ed un piano inferiore illuminato dalle candele e davvero
inquietante. Un vero peccato la presenza di diversi ponteggi esterni per il
restauro di alcune parti dell’edificio, ma anche così le 10,50 sterline
richieste all’ingresso sono state davvero ben spese.
Essendo incastonata in mezzo alle abitazioni e gli stretti
vicoli che la circondano, dal di fuori non si coglie la sua maestosità,
riuscendo a scorgersi solamente alcuni pezzi dellì’edificio, ed in ogni caso l’9nterno
va visitato perché vale davvero la pena e non si ha la sensazione di essere all’interno
dell’ennesima chiesa gotica/barocca/romanica/moderna nelle quali ogni stile
sembra fatto con lo stampino.
Dicevo che pur essendo l’ultima tappa notturna (se si
eccettua quella fatta nei pressi dell’aeroporto per poter prendere il volo
delle 6:50 del mattino successivo), abbiamo ancora fatto una tappa turistica,
precisamente alle scogliere di Dover.
E precisamente la domanda è proprio questa… le scogliere? “Dover”
sono le scogliere? Dal sito turistico “White cliffs of Dover” si ha una
bellissima vista dall’alto del porto di Dover ed un minimo scorcio delle
bianche scogliere. Beh, direte voi, è ovvio, ci sei sopra per cui non puoi
vederle. Potrei anche essere d’accordo, ma in altre parti della terra d’Albione
(Scozia ed Irlanda) i punti panoramici sono fatti in modo che tu “veda” il
panorama annunciato, non che ti ci trovi sopra. Morale della favola:
probabilmente, da quel poco che siamo riusciti a vedere, si tratta di un sito
naturale bellissimo, ma se volete davvero vedere le scogliere in tutta la loro
imponenza, o scendete direttamente in paese oppure andate in Francia e prendete
il traghetto da Calais.
Comodo, vero?
Bene. Il viaggio è terminato. Ci manca solo più di tornare a
Stansted, restituire la vettura ed andare al Ramada che c’è nell’area di
servizio della superstrada che passa di fianco a Stansted per essere pronti il
mattino dopo per saltare sul Ryanair che ci riporterà nella nostra Torino.
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