giovedì 6 giugno 2013

Certezze invidiabili

E' notizia di questi giorni della morte del bambino di due anni dimenticato in auto dal padre, il quale è andato tranquillamente a lavorare senza averlo lasciato a scuola come al solito.
La notizia è di quelle che stringono il cuore, come tutte quelle che coinvolgono i bambini, ma ciò che mi ha sconcertato maggiormente è la reazione del classico "uomo della strada".
Ne ho sentite di tutti i colori, ho sentito ogni tipo di insulto nei confronti del padre, ogni tipo di pena (anche quella capitale) da infliggergli, e devo dire che la cosa mi ha provocato un fortissimo disagio.
Vi racconterò un episodio accadutomi qualche anno fa, quando portavo tutte le mattine mio figlio all'asilo e tutte le mattine per poi andarlo a riprendere alla sera. Così, ogni giorno della settimana lavorativa per quattro anni.
Ho uno splendido ricordo di quel doppio viaggio giornaliero. Mio figlio è sempre stato molto "ciarliero", e non c'è mai stato pericolo di annoiarsi durante i quindici minuti del breve tragitto casa/asilo/casa. Ricordo ancora un periodo in cui tutti i giorni facevamo andata e ritorno cantando insieme "La fiera dell'Est".
Ad ogni modo, non è questo il punto. Il punto è che un giorno l'asilo è finito, ed il primo giorno successivo alla fine dell'anno scolastico ho preso la mia bella macchinina, ho fatto la solita strada, sono arrivato fin davanti al portone dell'asilo ed ho spento il motore. Solo al momento di scendere dalla macchina per accompagnare mio figlio all'asilo, mi sono reso conto che non c'era nessuno da accompagnare perchè era finito la scuola e, ovviamente, mio figlio non era in macchina con me.
La situazione è decisamente diversa da quella del padre di Piacenza, ma quello che voglio dire è che a volte la nostra mente si comporta in maniera del tutto imprevedibile, arrivando a convincerti anche delle cose che non sono. E' terribile, angosciante e tremendo, ma "dimenticarsi" il figlio in macchina essendo convinti di averlo portato a scuola come tutti i giorni è assolutamente possibile, per quanto fortunatamente raro che accada.
Non è un modo per scagionare o giustificare il padre, ovviamente. Ha le sue responsabilità. Ma mi piace guardare la vicenda anche dal suo punto di vista.
Quel pover'uomo ha un fardello pesantissimo da portare fino alla fine dei suoi giorni, perchè quello che ha fatto, sebbene inconsciamente, credo sia davvero difficile da superare. E' difficile anche solo immaginare come si possa sentire in questo momento.
E tutti voi che vivete pieni di certezze, sicuri che "a voi non potrebbe capitare", che "per quelli come lui ci vorrebbe la pena di morte", che "come si fa a non curarsi dei propri figli", beh... vi invidio.
Davvero.
Vi invidio perchè mi piacerebbe avere anche solo la metà delle vostre granitiche certezze, mentre mi ritrovo ad essere continuamente assalito da dubbi ed esitazioni, nella vita.
O forse no. Non vi invidio per niente...

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