giovedì 12 gennaio 2012

Il costo del lavoro

Da qualche tempo, il monitor del mio PC in ufficio faceva i capricci. L'immagine si schiacciava verso il basso, e tornava a posto solamente dopo il più classico degli interventi tecnici altamente specializzati: una bottarella con la mano.
Un classico caso di tubo catodico in esaurimento (si, siamo nel 2012, i monitor a tubo praticamente non li producono più, e noi li abbiamo ancora...).
Sono fortunato, mi dico, perchè l'ufficio immediatamente a fianco del mio si occupa proprio di assistenza hardware. Tutto trullo e pacifico percorro i tre metri di corridoio che separano le porte dei due uffici, entro in quello dell'assistenza e vado dal collega che solitamente mette le mani sulla nostra ferraglia, spiegandogli il problema.
"OK - mi dice - te lo sostituisco. Aprimi solo il ticket di richiesta intervento".
Si, perchè dovete sapere che da qualche tempo a questa parte per fare qualsiasi cosa bisogna aprire un ticket di intervento attraverso una applicazione web che gestisce tutte le richieste di intervento, che siano relative a problemi software, hardware, tende rotte, finestre che non si aprono, asciugamani mancanti in bagno, e via discorrendo. Al momento sono escluse da questo processo di tracciamento le funzioni corporali essenziali, ma non è detto lo restino ancora per molto.
Ad ogni buon conto, mi industrio per aprire questo benedetto ticket. E non pensate che sia facile. Il ticket deve essere assegnato al gruppo solutore giusto, pena l'allungamento dei tempi di risoluzione dello stesso. Peccato che i gruppi solutori abbiano nomi poco parlanti e/o fuorvianti e che non si abbia comunque alcun modo per controllare preventivamente chi ne faccia parte, così che se sbagli gruppo puoi solamente segnalarlo, così che il gruppo solutore che ha in carico il ticket di segnalazione lo giri al gruppo corretto (sempre che lo conosca...).
Ve la faccio breve, perchè ci sarebbe da raccontare per mesi e mesi. Una volta aperto il ticket ne seguo il tracciamento.
Il collega di Torino a cui l'ho aperto lo gira ad un altro gruppo solutore che a sua volta lo gira ad un terzo gruppo. Dopodichè mi arriva una telefonata di un tecnico di Roma che vuole sapere cosa non va nel mio monitor. Gli ripeto per filo e per segno quello che gli ho scritto nella richiesta di sostituzione monitor, e lui bolla il ticket con l'imperativo "SOSTITUIRE", e lo gira al Magazzino di Milano.
Al Magazzino di Milano il ticket resta fermo un giorno, cioè fino a quando un componente del gruppo gira il ticket al Magazzino di Torino che, a sua volta, lo gira al collega con cui avevo parlato qualche giorno fa.
Tempo dieci minuti, il collega si presenta con un monitor di recupero, mi stacca quello vecchio e me lo sostituisce.
Tempo dell'intervento: tre minuti.
Tempo di reperimento monitor di recupero in magazzino: tre minuti.
Tempo di analisi, evasione e reindirizzamento del ticket: quattro giorni lavorativi.
La prossima volta che vi aumenta la polizza e vi dicono che è colpa del costo dei sinistri che aumenta, dell'aumento dell'addizionale regionale o della rimodulazione delle tariffe in base alle informazioni anagrafiche del contraente, ricordatevi di questo modello di efficienza operativa, e fatevi qualche domanda in più.

P.S. - Il monitor di recupero (a tubo, ovviamente) ogni tanto si spegne e si riaccende da solo, senza che nessuno lo tocchi. Dovrei essere comunque soddisfatto, capita solo quattro o cinque volte al giorno, mentre lo schiacciamento dell'immagine di quello vecchio capitava circa ogni mezz'ora.

1 commento:

Pino ha detto...

Divertente assai, Sisifo :-)un saluto