martedì 6 febbraio 2007

Violenza chiama violenza

Ho pensato molto a cosa scrivere sui fatti di Catania e, soprattutto, sul can can che si è scatenato prevedibilmente subito dopo.
Ci ho pensato molto perchè è un argomento che mi tocca da vicino, ed è un mondo che conosco benissimo, a differenza di centinaia di parolai e pennivendoli che scrivono o sparano fesserie gigantesche senza mai nemmeno essere entrati in una curva in vita loro, e senza nemmeno sapere come si svolge la vita di curva.
Credo che quello che scriverò non piacerà a molti. Anzi, non piacerà quasi a nessuno.
Innanzitutto credo sia necessario fare qualche premessa, doverosa ed importante. Non sono contento che sia morto "uno sbirro". Chi lo ha ammazzato non gode del mio rispetto, come non gode del rispetto di tutto il movimento ultras italiano, checchè i pennivendoli di cui sopra ne dicano.
Chi conosce un minimo le dinamiche di curva, la cosiddetta "mentalità ultras", sa che ciò che è successo a Catania c'entra solo marginalmente con i gruppi organizzati, ma non è mia intenzione assolvere totalmente un movimento che esso stesso, in alcune sue componenti, è perfettamente consapevole che le mutazioni a cui è andato incontro negli ultimi 15-20 anni l'hanno portato ad una deriva pericolosa in primis per sè stesso.
E' per questo motivo che non voglio tanto commentare il fatto in sè (che, ahimè, si commenta da solo), quanto analizzare le premesse che hanno portato alla conclusione, e soprattutto le reazioni successive.
Raciti e' il primo poliziotto ucciso in manifestazioni sportive, ma per me non si è mai trattato di sapere "se" sarebbe successo. Si è sempre solo trattato di sapere "quando" sarebbe successo, perchè era nell'aria da molti anni.
Piano piano abbiamo assistito ad una presa di coscienza da parte del mondo ultras che, progressivamente, si è reso conto della sua forza ed ha iniziato a reagire sempre più platealmente e violentemente alla continua provocazione e repressione da parte dei cosiddetti tutori dell'ordine.
Intendiamoci: gli ultras non sono dei santi. Provocazioni e comportamenti poco consoni arrivano anche da parte loro, ed in grande quantità, ma la rispopsta dello Stato è sempre stata atta ad alzare il livello dello scontro, piuttosto che abbassarlo.
Chi ricorda l'esperimento degli anni 80 con la polizia in curva? Coincise con una decisa recrudescenza degli episodi di violenza, e la curva divenne davvero un posto pericoloso dove andare a vedere la partita. Non a causa degli ultras, ma a causa della presenza della Polizia, che in caso di "necessità" avanzava a suon di manganellate a estra ed a manca senza guardare in faccia nessuno, colpendo anche (se non soprattutto) persone che nulla stavano facendo e nulla avevano a che fare con eventuali risse.
Allora bastavano venti carabinieri in curva, qualche manganellata e via. Se la cosa si ripetesse ora, quei venti carabinieri sarebbero morti ancor prima di abbassare la visiera del casco. Una volta non si caricava la polizia, oggi si, proprio per il discorso che facevo prima.
Agli episodi di violenza lo Stato ha sempre risposto con la repressione piu' becera, anzichè con la prevenzione e l'educazione. Ed è perfettamente nella logica delle cose che la repressione produca null'altro che una reazione sempre più spropositata.
La risposta dello Stato la vediamo ogni giorno: è lo Stato che per debellare il fenomeno della prosstituzione colpisce i clienti, invece di chi importa ragazze dai paesi dell'Est o dall'Africa e le sfrutta sulle strade. E' lo stato che, mentre i Black Block devastano una città in assoluta tranquillità, manganella con violenza inaudita i manifestanti pacifici da un'altra parte della città, fa irruzione nelle scuole nascondendo delle molotov e fingendo un accoltellamento per giustificare un vero e proprio pestaggio sistematico. E' lo stato che sequestra fino a mezzanotte 1100 tifosi nel settore ospiti e poi ne diffida i due terzi (compresi donne, anziani e bambini). E' lo stato che ti recapita un daspo per incidenti occorsi mentre tu eri a 300 chilometri di distanza. Poi farai ricorso, ma intanto il tuo daspo te lo tieni fino a nuovo ordine.
E qui arriviamo alla risposta delle istituzioni all'uccisione di Raciti.
Daspo preventivo: ora ti possono diffidare ancora prima che tu commetta qualsiasi cosa. Aberrante.
Niente più biglietti di gruppo per le trasferte. Bene, cosi' tutti allo stadio come cani sciolti e più nessuna possibilità di scortare le tifoserie avversarie. Geniale
Partite a porte chiuse negli stadi non a norma. Ottimo, vai a dirlo all'abbonato di rettilineo che in vita sua non ha mai nemmeno tirato una pallina di carta al vicino di banco, che ha pagato uno sproposito per vedersi la partita in TV.
Inoltre, parliamo dei cosiddetti stadi a norma del decreto Pisanu. L'Olimpico di Torino è il modello da imitare, uno stadio a norma e sicuro a tutti gli effetti. Ben lo sa quel povero signore che qualche mese fa morì per infarto in curva primavera durante Torino - Sampdoria, infarto procurato dallo scoppio di una bomba carta nelle sue vicinanze. Un morto da stadio passato sotto silenzio, forse perchè non portava una divisa, o forse perchè nello stadio gioiello del decreto Pisanu non si può morire in quella maniera.
E per chiudere, faccio i miei più sinceri complimenti a Chiamparino, una persona che stimo ed un sindaco di cui sono orgoglioso, anche se in questo caso anch'egli ha parlato senza prima collegare il cervello.
La sua proposta verte su due punti fondamentali: spettatori tutti seduti e nessuna possibilità di cambiare posto, altrimenti si sospendono le partite.
Bene. Caro sindaco, ho solo due appunti da fare alla sua proposta. Primo: io starò seduto quando, da seduto, potrò vedere la partita senza problemi. Se ho la sfortuna di essere in prima fila e mi siedo, il mancorrente della balconata mi impedisce la visione del campo. Se invece sono al primo anello, da qualunque punto, dalla prima (dove non si vede nulla) all'ultima fila (dove si vede poco), non ho la visuale completa del campo. E quindi perchè dovrei stare seduto per non vedere nulla?
Secondo: io rispetterò il posto indicato sul mio biglietto quando mi sarà data la possibilità di sceglierlo. Fin quando il numero verrà generato a caso anche quando acquisto più biglietti (uno magari vorrebbe andare a vedere la partita con gli amici stando tutti vicini, che ne pensa, Sindaco?), mi riterrò libero di andare a vedere la partita dove meglio mi aggrada.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Premetto che non sono un ultras e sono contrario ad ogni tipo di violenza, non solo nello sport. Come quasi ogni quarantenne (42) sono passato ormai da qualche anno dalla curva alla tribuna laterale, da dove mi diverto anche a fare foto e riprese ai giocatori ed al tifo. Avendo fin da piccolo una "passione insana" per la squadra della mia città, La Sambenedettese, mi sarebbe piaciuto far appassionare anche i miei figli che purtroppo, a causa dei soliti deficenti che lanciano le bombe carta, di entrare allo stadio non ne vogliono sapere. Premesso tutto ciò, vorrei anche io sottolineare quanto mi ha dato su i nervi il sentire in questi giorni in tv parlare "a vanvera" delle persone sul caso di Catania e sui provvedimenti presi da governo; gente che spesso ha versato lascime di coccodrillo magari facendo finta di meravigliarsi o scandalizzarsi per quello che è accaduto. Mi ha dato i nervi sentire le dichiarazioni dei dirigenti delle più potenti club italiani che non volevano giocare a porte chiuse: hanno avuto più di un anno per adeguarsi alla ben nota legge Pisanu e non l'hanno fatto. La legge Pisanu, cioè una legge repressiva che serve a poco (forse a far arricchire chi produce i tornelli) formulata da un ministro che per far salvare la sua squadra sull'orlo della retrocessione telefona al più potente "boss" del calcio italiano. Come si può aver fiducia nelle istituzioni? Come si può aver fiducia nelle forze dell'ordine se prima della partita Samb-Genoa (tifoserie andate a pranzo insieme) scatenano l'inferno all'ingresso in curva con la scusa di perquisizioni accurate, facendo addirittura spogliare alcuni al bagno, e picchiando poi selvaggiamente alcune persone che ceracvano addirittura di placare gli animi.

Per uscire da questa situazione, secondo me, basterebbero solo poche cose:

Dal punto di vista sportivo: applicazione delle norme già esistenti che prevedono la squalifica del campo (che deve essere allungata) le porte chiuse o la sospensione della partita in caso di lancio razzi. A questo proposito vorrei raccontare come sia i tifosi cavesi, sia i perugini abbiano sparato con delle pistole lanciarazzi (come sono passate visto i controlli severissimi?)verso il settore in cui mi trovavo senza che si sia fatto nulla. Chi non ricorda la partita di coppa italia Fiorentina - Juventus durante la quale il gioco fu sospeso per il fumo dei lacrimogeni che entrava in campo? Quale campo fu squalificato? Nessuno

Dal punto di vista della legge:
Tornelli e cazzi vari servono relativamente, ci vuole la consapevolezza della certezza della pena (ovviamente solo per i colpevoli). La pena che secondo me non deve prevedere solo il carcere, ma anche l'assistenza sociale, e cioè assistenza ai malati ed ai portatori di handicap.

Spero di non essermi dilungato

Saluti da Alfredo