Siamo arrivati alla fine del viaggio, un po' in calando rispetto ai primi giorni, soprattutto perchè la scelta di dedicare due giorni sia a Glasgow che ad Edimburgo si è rivelata poco felice, e le alternative rimediate all'ultimo (Stirling e Rosslyn Chapel) non hanno dato i risultati sperati.
Tutto sommato, però, l'esperienza è stata positiva. Ci ha permesso di visitare luoghi meravigliosi, di scoprire una popolazione tranquilla, non stressata (o certamente non ai nostri livelli), capace di apprezzare la natura che, fortuna loro, li circonda, di sfruttarla a scopo turistico senza però snaturarla (snaturare la natura è un bell'esercizio di equilibrismo dialettico!).
Quando si visitano dei luoghi, bisogna sempre fare la tara tra la visita da turista e la vita di tutti i giorni. Ricordo che anni fa andai a trovare un amico a San Francisco, e gli dissi che lo invidiavo, perchè abitava in una città splendida. La sua risposta mi segò le gambe. Si, la città era splendida, ma era costretto a vivere in un monolocale in affitto che gli portava via buona parte dello stipendio, lasciandogli ben poco per tutto il resto, tanto che spesso e volentieri mangiava da "Jack in the Box", una sorta di discount del fast food, perchè non poteva permettersi i più costosi McDonald's o Burger King. Ed aveva un lavoro tutto sommato dignitoso e mediamente ben retribuito. Quindi si, la città era splendida, ma la vita da turista era totalmente differente da quella di cittadino permanente. Il turista, tutto sommato, è più portato a considerare solo gli aspetti positivi.
Ciononostante, vedendo un piccolo paesino come Ullapool, il tarlo del trasferimento viene a tutti, inutile girarci intorno. Che poi sia fattibile o meno è un altro discorso, ma farci un pensierino credo sia abbastanza automatico.
Quello che colpisce maggiormente, oltre alla bellezza dei luoghi, è però l'estrema cordialità della gente (vabbe'... cameriera del Portree Hotel esclusa...), la pacatezza, da non confondere con l'indolenza, con cui fanno le cose, il senso di tranquillità che trasmettono al prossimo. Poca gente ingrugnita, probabilmente anche perchè, come giustamente dice mia moglie, quando ti alzi al mattino e vedi un panorama del genere, non puoi essere incazzato.
Ci è costata poca fatica, tutto sommato, adattarsi agli usi e costumi locali, anche alla guida, per esempio. Al di là della mano da tenere in strada, suggerirei a qualsiasi automobilista italiano di recarsi in Gran Bretagna (ma anche in Francia, sia chiaro), cercare una grande rotonda e fermarsi una mezz'oretta per vedere come ci si comporta. Come si imbocca, come si percorre, come si esce da una rotonda, rispettando precedenze e segalando intenzioni, senza sgommare, scattare, strombazzare, tagliare la strada, fare traiettorie da formula uno. Ci si accorgerà come anche quando il traffico è elevato, non si formi alcuna congestione come quelle che siamo abituati a vedere da noi. Lo stesso dicasi per gli incroci, dove non si vedrà quasi mai l'incrocio ostruito da un'auto che si ferma in coda nel bel mezzo dello stesso. Piuttosto ci si ferma al semaforo (anche se verde) per lasciare libera la circolazione nel caso diventasse rosso prima che la coda si muova.
Per chiudere questo enorme pippone, vi lascio alcuni highlights della vacanza che resteranno impressi nella mia memoria.
- Il figlioletto novenne che si fa tradurre il menu per poi ordinare in autonomia e, quando il cameriere fa cenno di avere capito, esultare con il pugnetto: "Evvai!!!".
- Il brusco risveglio alle sei di mattina a Glasgow, con l'allarme antincendio che suonava, io che cercavo affannosamente il telefono da spegnere pensando che fosse quello ad ululare come un coyote ed infine, recuperato il lume della ragione, l'ordinata evacuazione attraverso le uscite di sicurezza come da manuale.
- Entrare in un ristorante alle 6 di sera e dover aspettare mezz'ora un tavolo libero.
- Girare in tondo rimbalzando da una rotonda e l'altra negli svincoli di uscita dall'aeroporto di Edimburgo, pensando "ma chi me l'ha fatto fare di prendere la macchina dove si guida a sinistra?".
- Starbucks ed il caramel macchiato tall, TGIF (OK ad Aberdeen, decisamente KO a Glasgow), Pizza Hut (sufficiente ad Aberdeen, OK a Glasgow) ed il mitico ristorante Bella Italia di Edimburgo, dove ti servono le penne al pesto con i pezzi di pollo.
- Le pecore, le capre ed i montoni che costellano tutto il territorio, ti attraversano la strada a tradimento oppure ti osservano placidamente da bordo strada masticando distrattamente l'erbetta.
- Gli otto/dieci gradi dell'Isola di Skye e la costante richiesta, rimasta sempre inascoltata, "se fossi in te mi metterei una felpa".
- Scalzare dalla mayorship dell'albergo di Aberdeen su Foursquare un tizio che mi risponde con un pacato: I WILL DESTROY YOU! (Per la cronaca, sono ancora Sindaco, pùppamelo!).
Spero che questo resoconto a puntate sia stato di vostro gradimento. Arrivederci al prossimo!!
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