mercoledì 15 settembre 2010

Il ciclista

Ho deciso, basta auto o mezzi pubblici: prendo la bici. Però voglio essere un ciclista modello. Voglio poter liberamente sfrecciare sui marciapiedi scampanellando in allegria, facendo la rasetta ai pedoni e maledicendo quelli che non si spostano e mi costringono a rallentare. Voglio imboccare le strade contromano mandandoa quel paese gli automobilisti con i quali rischio un frontale. Voglio pedalare con indolenza al centro del controviale ignorando bellamente la pista ciclabile che corre a lato. Voglio immettermi nel viale centrale per superare la rotonda a tre corsie piena di traffico, senza imboccare i passaggi ciclabili. Voglio poter sfrecciare sulle strisce pedonali facendo inchiodare gli automobilisti che mi vedono sbucare all'ultimo momento. Voglio pedalare in compagnia dei miei amici sulle strade statali, tutti e cinque affiancati invadendo anche la corsia opposta. Ed infine voglio tornare a casa, portando la bici in ascensore, tirando su la ruota anteriore ed appoggiandola allo specchio della cabina, ed una volta tranquillo, accendere il computer e scrivere una bella e-mail al giornale citadino protestando in maniera ferma e vibrata contro quei maledetti automobilisti che non rispettano i ciclisti ed il codice della strada. Ecco. Queste sono le soddisfazioni della vita.

giovedì 9 settembre 2010

Si prega di non disturbare

Ieri Bonanni, prima Schifani e Marini. Si susseguono (e non è ancora finita, vedrete) le contestazioni nei confronti degli ospiti della Festa Nazionale del PD che si sta tenendo a Torino.
Il clima è caldo, e solo un cieco, o uno con una termoregolazione non funzionante, non lo percepisce. Il fatto che queste contestazioni avvengano alla festa del PD, da una parte è un po' un caso, nel senso che ci sono tante personalità discusse invitate a parlare tutte nel medesimo luogo, e questo luogo ha risonanza nazionale, essendo la festa NAZIONALE Partito Democratico. Dall'altro lato, però, dovrebbe dare un po' da pensare agli organizzatori di questa festa, che sembrano aver messo insieme un cartellone di ospiti "a rischio" davvero fenomenale. E meno male, a questo punto, che hanno fatto tutta la manfrina dell'invito mancato al presidente regionale illegalmente eletto Roberto Cota, altrimenti chissà che divertimento.
Quello che mi ha colpito, però, non è stata la contestazione in sè, ma l'immagine che se ne è voluta dare.
I grillini ed il popolo viola (che, ricordiamo, sono due entità ben distinte e non hanno nemmeno gli stessi obiettivi), sono stati tacciati di squadrismo e fascismo perchè si sono permessi di fischiare e contestare il presidente Schifani, uomo fortemente in odore di mafia, mentre ieri è stata il turno dei contestatori di Bonanni, tacciati di antidemocraticità e fascismo da un Enrico Letta particolarmente nervoso.
A parte che i contestatori di Bonanni sono stati descritti come appartenenti all'area antagonista, mentre dai filmati si vedono tranquilli (si, vabbe', incazzati, ma "tranquilli" in senso lato) cinquantenni, probabili cassintegrati, operai, e pochissimi "giovani dei centri sociali", ma quello che fa specie è che nessuno si è chiesto quale fosse il motivo della loro contestazione. Nemmeno Bonanni, con le sue dichiarazioni da miracolato di Lourdes per essere scampato ad una "aggressione per farmi male", ha cercato o voluto capire il perchè di quelle contestazioni, nonostante il suo atteggiamento zerbinesco nei confronti di Marchionne potesse fargli suonare qualche piccolo campanellino d'allarme. Ha persino tirato in ballo i "famigerati ultras", quelli che vanno allo stadio per fare casino, violenti di professione, che secondo lui sarebbero andati a contestarlo (forse era gelosodi Maroni?), pur di non farsi una domanda sul perchè di questa contestazione.
In generale, però, è davvero vergognoso che non si tolleri più il dissenso in nessuna maniera. I contestatori sono fascisti e squadristi, non hanno diritto di parola nè di opinione, devono solo riempire le scomode sedie di plastica, annuire a comando ed applaudire. Guai a fischiare, se qualcuno dice cose non condivisibili. Evviva il pensiero unico e conformato.
Quando ieri dal palco Letta sbraitava "voi non siete come noi", intendendo che "loro", cioè il PD, sono i veri democratici, diceva una grande verità. Sono diversi anni, ormai, che il PD o suo equivalente, non è più rappresentativo del popolo, dei lavoratori, delle classi disagiate, ed è per quello che costantemente, inesorabilmente, ad ogni consultazione politica perdono sempre più voti a favore di una formazione discutibile e xenofoba come la Lega, che sa invece raccogliere le istanze della gente e trasformarle in voti (che poi risolva davvero i problemi che promette di risolvere in campagna elettorale, è tutta un'altra storia, ma tant'è...).
Fini si è svegliato dopo 16 anni di come profondo, chissà se le avvisaglie di un autunno caldo sveglieranno anche il PD?

mercoledì 8 settembre 2010

Date

Lo sapete che queste cose mi stuzzicano. E allora Buon 8/9/10. Sono le 11 e 12.

lunedì 6 settembre 2010

La pietra dello scandalo

E' di questi giorni la mobilitazione mondiale nei confronti della condanna alla lapidazione per Sakineh Mohammadi Ashtiani, una donna iraniana accusata di "adulterio durante il matrimonio".
L'appello sta facendo il giro del mondo, ma in Italia (magari anche da altre parti, ma qui ce l'ho proprio sotto gli occhi) stiamo assistendo ad un fenomeno particolare.
L'appello viene spesso accompagnato da commenti come "E poi parlano di civiltà", oppure "Questa è la cultura islamica", e via discorrendo.
Ora vorrei capire bene. Qual è il vostro problema? Che sia stata condannata a morte o che debbano ucciderla a sassate? No, perchè nel primo caso sono al vostro fianco, essendo da sempre un fervido sostenitore dell'abolizione della pena capitale.
Se invece la vostra preoccupazione è quella di commutare la lapidazione in una più "civile" impiccagione o, come avviene nel civilissimo mondo occidentale, in una iniezione letale o nella sedia elettrica, allora beh... mi spiace, cari miei ipocriti del cazzo, ma mi tiro fuori.
E vi ricordo che la lapidazione è una pratica ampiamente descritta e prevista nella Sacra Bibbia. Così, tanto per parlare di religioni tolleranti o meno.

domenica 5 settembre 2010

Gara di ipocrisia

Il TG3 nazionale di questa sera (non so gli altri) è stata la sagra nazionale dell'ipocrisia. Partecipanti: Gianfranco Fini, Roberto Maroni, Roberto Calderoli ed infine Valentino Rossi.
Iniziamo con Fini ed il suo attesissimo discorso da Mirabello. Fini scopre adesso i metodi "stalinisti" di Berlusconi nella conduzione del partito-azienda chiamato PdL.Ci sarebbe da chiedergli dove abbia vissuto negli ultimi 15 anni, visto che il nano è così da sempre. Ma il top lo raggiunge quando afferma che se fosse ancora stato nel PdL avrebbe fortemente stigmatizzato la "indecorosa genuflessione" del governo nei confronti di Gheddafi. Peccato che quando il Colonnello venne a Roma qualche mese fa inscenando lo stesso indecoroso spettacolo (condito da una foto con cornice attaccata alla divisa...), Fini si fosse guardato bene dal criticare l'iniziativa.
Subito dopo parte un servizio sulle dichiarazioni del cardinale di Milano Tettamanzi, che auspica la costruzione di una moschea per dare agli islamici un luogo in cui esercitare e professare il proprio culto. Nel servizio viene riportato il commento del Ministro degli Interni Roberto Maroni, che sostiene: "Qui non si costruiscono moschee da nessuna parte". Gioverebbe ricordare al Ministro che gli articoli 3, 7, 8, 19, 20 e 117/c della Costituzione Italiana (sulla quale ha giurato come Ministro), sanciscono la libertà di culto e che lui, in quanto Ministro degli Interni, dovrebbe far rispettare questi articoli, non ignorarli in nome delle proprie convinzioni legaiole.
Arriviamo poi a Calderoli, che commentando la contestazione a Schifani di ieri alla festa del PD a Torino, si  spinge a dichiarare che Bersani dovrebbe dimettersi perchè "non riesce nemmeno a garantire un minimo di servizio d'ordine ad una manifestazione del suo partito". Il che mi fa domandare cosa avrebbe dovuto fare Bossi dopo l'assalto alla festa della Lega da parte degli ultrà atalantini ad Alzano Lombardo la scorsa settimana.
Per ultimo è la volta di Valentino Rossi che, parlando della decisione della direzione gara di non sospendere la corsa delle Moto 2 in cui ha perso la vita Shoya Tomizawa, sostiene che avrebbero dovuto interrompere la gara esponendo la bandiera rossa. Non mi risulta, però, che quando èstata la volta delle 500, lui abbia proposto di non gareggiare per rispettare la morte di un giovane pilota.Sarebbe stato un bel gesto, e lui aveva certamente l'autorità ed il carisma per farlo, e credo che in molti l'avrebbero seguito. Però è più facile criticare la direzione gara dopo...