Se poi vogliamo andare sull'amarcord spinto, questo è quello che scrissi per Huddle Magazine esattamente dieci anni fa, in occasione del ventennale di quella memorabile e storica (per me) giornata.
Il masso su per la montagna dobbiamo spingerlo comunque. Facciamolo almeno col sorriso sulle labbra.
martedì 27 marzo 2012
Trenta anni fa
E' rimasta sepolta per trent'anni, ed improvvisamente, la scora settimana, mi è capitata tra le mani questa fotografia, scattata esattamente trenta anni fa (27 Marzo 1982) al Motovelodromo. Ho così poche foto del mio periodo da giocatore, che anche una semplice immagine di me seduto in panchina, in secondo piano, leggermente sfocato mi ha riempito di gioia e fatto tornare alla mente un turbinio di ricordi ed emozioni.
venerdì 2 marzo 2012
Un mercoledì da leoni
Era un po' che mi frullava in testa, ma per un motivo o per l'altro avevo sempre rimandato. Dovendo rendere conto non più solo a sè stessi ma anche ad una famiglia (per quanto non possa assolutamente lamentarmi della libertà che altri mariti si sognano di notte), non è sempre possibile dire "cara, io parto e sto via due giorni", ed anche cercare di organizzare con amici vari ed eventuali non è mai molto semplice, a causa degli innumerevoli impegni di ognuno di noi. Penso che l'annuale appuntamento con la NFL a Londra sia meno problematico proprio perchè abbiamo una sorta di appuntamento fisso, ma ci sono voluti anni. Inutile dire, poi, che certi tour de force comprensivi di nottata in aeroporto anzichè in albergo, non li impongo a nessuno.
Comunque, alla fine ho deciso, e mercoledì mattina sono partito solo soletto alla volta di Londra per andarmi a vedere l'amichevole Inghilterra - Olanda a Wembley.
L'Inghilterra l'avevo già vista dal vivo in diverse occasioni, sempre a Torino. Con Belgio e Italia al Comunale (Europei 80), con la Germania al Delle Alpi (la famigerata semifinale mondiale in cui Stuart Pearce sbagliò un rigore), ancora con l'Italia in amichevole al Delle Alpi in mezzo alla nebbia nei primi 2000. Mai, però, avevo visto i Tre Leoni nella propria tana storica: Wembley.
E' stata un'esperienza interessante, divertente, istruttiva come solo i viaggi in solitaria possono esserlo (e chi meglio di me, che di viaggi in solitaria ne ho fatti mille e mille, può davvero saperlo).
Il viaggio è stato stupendo, come perfetta è stata la sua organizzazione (vabbè... da soli è facile organizzarsi qualsiasi cosa). L'atmosfera di Wembley era un po' più dimessa del solito, l'inno inglese molto meno partecipato, anche se poi nell'ultimo quarto d'ora di partita, quando l'Inghilterra ha prima rimontato due gol e poi si è fatta infilare da quel mago di Robben a tempo scaduto, l'ambiente si è scaldato a dovere.
Magnifico girare nei dintorni dello stadio con i tifosi delle due squadre mescolati, senza un poliziotto (almeno visibile), senza barriere, reti, recinzioni, percorsi obbligari, steward che invece di controllarti ti sballottano come fossi un fastidioso intoppo nella loro giornata. Magnifico entrare in uno stadio splendido, anche qui senza barriere nè cordoni di sicurezza. E pensare che fino a pochi anni fa Inghilterra - Olanda era occasione per epiche battaglie tra gli hooligans dei due paesi, per cui un minimo di preoccupazione per l'ordine pubblico avrebbe potuto essere anche giustificato.
Per quanto non ami particolarmente Londra, che trovo troppo caotica e confusa per i miei gusti, mi sono goduto la mezza giornata a zonzo, aiutato anche dalla temperatura primaverile (è già la terza volta consecutiva che vado a Londra e non piove... qualcosa non quadra!).
Un ringraziamento particolare a Jon, Martina e tutta la loro amabile famiglia inglese di origini olandesi con cui ho conversato per tutta la partita dopo che hanno scoperto che quel deficiente che parte dall'Italia per andare a vedere l'Inghilterra citato nel programma ufficiale della partita ero proprio io (anche se non è bello spiare gli altri quando mandano i tweet :))) ).
Un saluto anche a Josh, ubriaco tifoso Pompey che mi ha tenuto compagnia nell'ora di attesa dell'Easybus di fronte all'Allsop Arms in Gloucester Place, estasiato dal fatto che fossi di Torino ma non un fan della "Fucking Juventus", che conosceva Bianchi e Ogbonna e che era disperato perchè il suo Portsmouth sta per scomparire travolto dai debiti.
Menzione speciale per lo spicchio, coloratissimo e rumorosissimo, dei tifosi olandesi i quali, dopo il micidiale uno-due con cui l'Olanda si è portata in vantaggio in un minuto nel secondo tempo, si sono girati verso i loro vicini inglesi intonando un gioioso e possente "Always look on the bright side of life, tu-dù, tudù-tudù-tudùttudùttu" che ha fatto scompisciare dalle risate mezzo stadio.
Da rifare? Assolutamente si. Prossimo obiettivo una partita del Nottingham al City Ground, ma qui le cose si complicano parecchio...
Comunque, alla fine ho deciso, e mercoledì mattina sono partito solo soletto alla volta di Londra per andarmi a vedere l'amichevole Inghilterra - Olanda a Wembley.
L'Inghilterra l'avevo già vista dal vivo in diverse occasioni, sempre a Torino. Con Belgio e Italia al Comunale (Europei 80), con la Germania al Delle Alpi (la famigerata semifinale mondiale in cui Stuart Pearce sbagliò un rigore), ancora con l'Italia in amichevole al Delle Alpi in mezzo alla nebbia nei primi 2000. Mai, però, avevo visto i Tre Leoni nella propria tana storica: Wembley.
E' stata un'esperienza interessante, divertente, istruttiva come solo i viaggi in solitaria possono esserlo (e chi meglio di me, che di viaggi in solitaria ne ho fatti mille e mille, può davvero saperlo).
Il viaggio è stato stupendo, come perfetta è stata la sua organizzazione (vabbè... da soli è facile organizzarsi qualsiasi cosa). L'atmosfera di Wembley era un po' più dimessa del solito, l'inno inglese molto meno partecipato, anche se poi nell'ultimo quarto d'ora di partita, quando l'Inghilterra ha prima rimontato due gol e poi si è fatta infilare da quel mago di Robben a tempo scaduto, l'ambiente si è scaldato a dovere.
Magnifico girare nei dintorni dello stadio con i tifosi delle due squadre mescolati, senza un poliziotto (almeno visibile), senza barriere, reti, recinzioni, percorsi obbligari, steward che invece di controllarti ti sballottano come fossi un fastidioso intoppo nella loro giornata. Magnifico entrare in uno stadio splendido, anche qui senza barriere nè cordoni di sicurezza. E pensare che fino a pochi anni fa Inghilterra - Olanda era occasione per epiche battaglie tra gli hooligans dei due paesi, per cui un minimo di preoccupazione per l'ordine pubblico avrebbe potuto essere anche giustificato.
Per quanto non ami particolarmente Londra, che trovo troppo caotica e confusa per i miei gusti, mi sono goduto la mezza giornata a zonzo, aiutato anche dalla temperatura primaverile (è già la terza volta consecutiva che vado a Londra e non piove... qualcosa non quadra!).
Un ringraziamento particolare a Jon, Martina e tutta la loro amabile famiglia inglese di origini olandesi con cui ho conversato per tutta la partita dopo che hanno scoperto che quel deficiente che parte dall'Italia per andare a vedere l'Inghilterra citato nel programma ufficiale della partita ero proprio io (anche se non è bello spiare gli altri quando mandano i tweet :))) ).
Un saluto anche a Josh, ubriaco tifoso Pompey che mi ha tenuto compagnia nell'ora di attesa dell'Easybus di fronte all'Allsop Arms in Gloucester Place, estasiato dal fatto che fossi di Torino ma non un fan della "Fucking Juventus", che conosceva Bianchi e Ogbonna e che era disperato perchè il suo Portsmouth sta per scomparire travolto dai debiti.
Menzione speciale per lo spicchio, coloratissimo e rumorosissimo, dei tifosi olandesi i quali, dopo il micidiale uno-due con cui l'Olanda si è portata in vantaggio in un minuto nel secondo tempo, si sono girati verso i loro vicini inglesi intonando un gioioso e possente "Always look on the bright side of life, tu-dù, tudù-tudù-tudùttudùttu" che ha fatto scompisciare dalle risate mezzo stadio.
Da rifare? Assolutamente si. Prossimo obiettivo una partita del Nottingham al City Ground, ma qui le cose si complicano parecchio...
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