Sapete chi è Michele Coppola? E' il nuovo assessore alla Cultura della Regione Piemonte. E' quello che,da assessore alla cultura, ha detto che candidare Torino a diventare la "Città europea della Cultura" nel 2019 non vale la pena, perchè costa troppo, come costano troppo i grandi eventi culturali.
E' lo stesso Coppola che, da consigliere comunale, criticava l'Assessorato alla Cultura del Comune di Torino perchè destinava troppi soldi come contributo agli eventi culturali cittadinied ora, da Assessore Regionale alla Cultura, critica quello stesso Assessorato del Comune di Torino perchè ne stanzia troppo pochi, costringendo la Regione a maggiori esborsi.
Coppolino nostro ne ha pensata un'altra delle sue: l'SMS per la Cultura. Si tratta di un accordo con le società telefoniche per istituire un numero speciale al quale mandare un SMS che vale un euro di contributo per le iniziative culturali regionali. Come dice Coppola "È uno strumento per andare a sollecitare chi ama la cultura, chi è disposto a donare un piccolissimo contributo per la mostra che ha appena visitato e, perché no, per lo spettacolo che lo ha fatto emozionare".
Cioè fatemi capire: io vado a vedere una mostra, a visitare un museo o a vedere uno spettacolo, e quando esco oltre al prezzo del biglietto che ho gia' pagato devo ancora donare un euro cosi' la Regione puo' fare a meno di dare contributi di tasca sua?
Geniale!!!
Mabafangulo va!!!!!!!!
Il masso su per la montagna dobbiamo spingerlo comunque. Facciamolo almeno col sorriso sulle labbra.
martedì 26 ottobre 2010
mercoledì 20 ottobre 2010
Ma quanto fessi ci sono in giro?
Ieri è stata una giornata piuttosto convulsa. Da una parte la frenetica attesa dei tifosi granata per l'esito del consiglio di amministrazione della Red Bull dove veniva presenato un dossier sul Torino per convincere il patron ad acquistare la squadra nell'ambito degli investimenti della multinazionale per il 2001. Nel pomeriggio esplodeva la bomba dell'avvenuto acquisto della squadra da parte dello Sceicco arabo mansour, il proprietario del Manchester City.
Infine, cambiando argomento, ad ora di cena arrivava la sentenza del Consiglio di Stato sulla questione del riconteggio delle regionali piemontesi, che asseriva che vincere le elezioni presentando liste farlocche ottenute con firme false e candidati ignari della loro candidatura è perfettamente legale.
Ma la notizia del giorno, quella che mi ha davvero sconvolto, è stata quella dell'arresto della "banda delle tre campanelle". Questi personaggi stazionavano di fronte alla stazione ferroviaria di Porta Nuova, abbindolando ingenui passanti con la vecchia truffa delle tre campanelle (o delle tre carte). Li ricordo fin da bambino. Sempre le stesse facce, che invecchiavano con gli anni. Il palo, il finto giocatore che vince, quello che perde, gli amici che fanno il tifo, quelli che se ti azzardi a dare un'occhiata ti tirano dentro cercando di persuaderti a provare (e la prima volta ti fanno vincere, per poi spennarti successivamente). Ascoltando la notizia al TG regionale, però, non sono rimasto stupito dal fatto che finalmente, dopo anni, si sono decisi a metterli al fresco, ma sono rimasto letteralmente basito dall'affermazione "gli introiti della banda ammontavano mediamente a tremila euro al giorno. TREMILA EURO AL GIORNO!!!!
Ma quanti babbei ci sono in giro che ancora si fanno fregare dalle tre campane?!?!?
Infine, cambiando argomento, ad ora di cena arrivava la sentenza del Consiglio di Stato sulla questione del riconteggio delle regionali piemontesi, che asseriva che vincere le elezioni presentando liste farlocche ottenute con firme false e candidati ignari della loro candidatura è perfettamente legale.
Ma la notizia del giorno, quella che mi ha davvero sconvolto, è stata quella dell'arresto della "banda delle tre campanelle". Questi personaggi stazionavano di fronte alla stazione ferroviaria di Porta Nuova, abbindolando ingenui passanti con la vecchia truffa delle tre campanelle (o delle tre carte). Li ricordo fin da bambino. Sempre le stesse facce, che invecchiavano con gli anni. Il palo, il finto giocatore che vince, quello che perde, gli amici che fanno il tifo, quelli che se ti azzardi a dare un'occhiata ti tirano dentro cercando di persuaderti a provare (e la prima volta ti fanno vincere, per poi spennarti successivamente). Ascoltando la notizia al TG regionale, però, non sono rimasto stupito dal fatto che finalmente, dopo anni, si sono decisi a metterli al fresco, ma sono rimasto letteralmente basito dall'affermazione "gli introiti della banda ammontavano mediamente a tremila euro al giorno. TREMILA EURO AL GIORNO!!!!
Ma quanti babbei ci sono in giro che ancora si fanno fregare dalle tre campane?!?!?
domenica 17 ottobre 2010
Che confusione tra pubblico e privato!
Mentre la prode Gelmini taglia a destra ed a manca i fondi per la scuola pubblica, costringendo le famiglie (soprattutto quelle meno abbienti) a fare salti mortali e minando alla base il traballante sistema educativo italiano, arriva il nostro "Faccia d'Angelo" Roberto Cota, governatore con truffa della Regione Piemonte, che annuncia un aumento dei fondi di sostentamento per la scuola. Quella privata, però.
Certo che dopo aver sentito la Gelmini dire che i fondi per la scuola pubblica dovrebbero arrivare anche dai privati, vedere che in Piemonte i soldi pubblici vengono stanziati per le scuole private fa un po' impressione. Perchè sembra quasi che la scuola pubblica debba privarsi di fondi in favore di quella privata, e che per sopperire alla mancanza di fondi dovrebbe rivolgersi ai privati, mentre la scuola privata in mancanza di fondi si rivolge allo stato.
I fatti non mi cosano per niente: soldi pubblici alla scuola pubblica, e fondi privati alla scuola privata. Non mi sembra poi tanto difficile.
Certo che dopo aver sentito la Gelmini dire che i fondi per la scuola pubblica dovrebbero arrivare anche dai privati, vedere che in Piemonte i soldi pubblici vengono stanziati per le scuole private fa un po' impressione. Perchè sembra quasi che la scuola pubblica debba privarsi di fondi in favore di quella privata, e che per sopperire alla mancanza di fondi dovrebbe rivolgersi ai privati, mentre la scuola privata in mancanza di fondi si rivolge allo stato.
I fatti non mi cosano per niente: soldi pubblici alla scuola pubblica, e fondi privati alla scuola privata. Non mi sembra poi tanto difficile.
domenica 10 ottobre 2010
Dieci e lode
Sono le dieci e dieci del dieci dieci dieci (o, se preferite, sono le 10:10 del 10/10/10).
A scanso di equivoci, non sono l'unico impallinato con la numerologia. Oggi Cartoon Network dedica la giornata del 10.10.10 al personaggio Ben 10.
A scanso di equivoci, non sono l'unico impallinato con la numerologia. Oggi Cartoon Network dedica la giornata del 10.10.10 al personaggio Ben 10.
venerdì 1 ottobre 2010
Domani sposi
Domani è il grande giorno: si sposa Giovanni. Posso dire senza ombra di dubbio che Giovanni, oggi, è il mio migliore Amico, e quando si sposa il tuo migliore amico è sempre motivo di gioia.
L'amicizia tra me e Giovanni è decisamente recente, poco piu'di una decina d'anni, ma è cresciuta esponenzialmente e si è rinsaldata nei nostri "millemila giringiro" per l'Italia (e l'Europa) al seguito di uno sferoide prolato per il quale ci siamo chiesti altrettante millemila volte "ma chi ce lo fa fare?".
Sono molti gli episodi da ricordare che ci vedono protagonisti, ma su tutti, ne rammento uno in particolare. La scena si svolge una fredda sera di fine autunno, sull'ultimo binario della stazione di Rho, abituale punto di ritrovo e di saluto per le nostre peregrinazioni footballistiche.
Da li' a breve Giovanni sarebbe partito per gli Stati Uniti al seguito di una squadra composta da giocatori di tutta Italia che andava a sfidare una squadra americana dalle parti di Raleigh (se non ricordo male). Aspettando il treno che mi avrebbe riportato a casa, appoggiati alla ringhiera, guardando nel buio lo squallido mini centro commerciale al di là della strada che passa sotto il retro della stazione, gli dissi che lo invidiavo per la possibilità che aveva di prendere e partire, senza pensarci due volte, cosa che io non potevo più permettermi di fare, avendo una moglie ed un figlio che mi aspettavano a casa e che non potevo certo piantare in asso per quindici giorni per un mio ghiribizzo.
Come al solito in quell'occasione venne fuori la grande saggezza di Giovanni, che gli deriva dalla capacità, che io non ho, di inquadrare sempre le cose in una prospettiva differente.
"Sono io che invidio te" mi disse "perchè hai una famiglia da cui tornare alla sera. Io magari vado in giro per il mondo, ma quando torno a casa non ho nessuno che mi aspetta come invece hai tu".
Ovviamente rimasi senza parole, perche' ancora una volta aveva centrato la questione.
Beh Gio, e' arrivato anche il tuo meritato momento. Gli auguri di una vita di felicità per te e Chiara te li anticipo qui, ma te li faro' personalmente domani.
Firmato
"l'altro dei due pirla" (cit.)
L'amicizia tra me e Giovanni è decisamente recente, poco piu'di una decina d'anni, ma è cresciuta esponenzialmente e si è rinsaldata nei nostri "millemila giringiro" per l'Italia (e l'Europa) al seguito di uno sferoide prolato per il quale ci siamo chiesti altrettante millemila volte "ma chi ce lo fa fare?".
Sono molti gli episodi da ricordare che ci vedono protagonisti, ma su tutti, ne rammento uno in particolare. La scena si svolge una fredda sera di fine autunno, sull'ultimo binario della stazione di Rho, abituale punto di ritrovo e di saluto per le nostre peregrinazioni footballistiche.
Da li' a breve Giovanni sarebbe partito per gli Stati Uniti al seguito di una squadra composta da giocatori di tutta Italia che andava a sfidare una squadra americana dalle parti di Raleigh (se non ricordo male). Aspettando il treno che mi avrebbe riportato a casa, appoggiati alla ringhiera, guardando nel buio lo squallido mini centro commerciale al di là della strada che passa sotto il retro della stazione, gli dissi che lo invidiavo per la possibilità che aveva di prendere e partire, senza pensarci due volte, cosa che io non potevo più permettermi di fare, avendo una moglie ed un figlio che mi aspettavano a casa e che non potevo certo piantare in asso per quindici giorni per un mio ghiribizzo.
Come al solito in quell'occasione venne fuori la grande saggezza di Giovanni, che gli deriva dalla capacità, che io non ho, di inquadrare sempre le cose in una prospettiva differente.
"Sono io che invidio te" mi disse "perchè hai una famiglia da cui tornare alla sera. Io magari vado in giro per il mondo, ma quando torno a casa non ho nessuno che mi aspetta come invece hai tu".
Ovviamente rimasi senza parole, perche' ancora una volta aveva centrato la questione.
Beh Gio, e' arrivato anche il tuo meritato momento. Gli auguri di una vita di felicità per te e Chiara te li anticipo qui, ma te li faro' personalmente domani.
Firmato
"l'altro dei due pirla" (cit.)
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