- St.Louis Rams: Scott Linehan silurato dopo 4 sconfitte consecutive (ed un 2007 con sole tre vittorie). Sottituito dal defensive coordinator Jim Haslett, che vince due partite e ne perde dieci. Cerchiamone un altro.
- Saint Etienne: Laurent Roussey viene sostituito da Alain Perrin dopo cinque sconfitte consecutive che sprofondano l'ASSE in piena zona retrocessione. Perrin ottiene tre vittorie e tre sconfitte, ma resta nella melma, pur portando la squadra al turno successivo in coppa UEFA. Speriamo in bene.
- New Mexico State University: Dopo tre anni in cui non si sono visti miglioramenti ma si sono spesi milioni di dollari, NMSU caccia Hal Mumme, il guru della Air Raid Offense. La ricerca di un altro coach è ancora in corso, anche perchè tanto fino a Marzo non ce n'è bisogno.
- Torino: Gianni De Biasi viene esonerato da Cairo per la terza volta in tre stagioni. Invece di chiamare un allenatore serio, Cairo richiama Novellino, che è ancora a libro paga dopo l'esonero dello scorso campionato. Per ora una ignobile sconfitta a Bologna, un passaggio del turno in Coppa Italia ed una vittoria contro il Napoli. Speriamo in bene II.
- Nottingham Forest: Dopo il capitombolo casalingo di Santo Stefano contro il Doncaster, che non aveva ancora vinto in trasferta, Colin Calderwood viene esonerato. Senza Manager il Forest vince 3-2 a Norwich. Dobbiamo proprio cercarne un altro? :)
Il masso su per la montagna dobbiamo spingerlo comunque. Facciamolo almeno col sorriso sulle labbra.
lunedì 29 dicembre 2008
Mangia allenatori
Il 2008 che sta per terminare è stato terribile per gli allenatori delle mie squadre del cuore, facendomi diventare un vero e proprio "tifoso mangia allenatori". Non che io abbia avuto la minima parte in nessuna delle decisioni, ovviamente, ed alcune sono state da me condivise mentre altre no, ma tant'è. Vediamo un po':
giovedì 25 dicembre 2008
martedì 23 dicembre 2008
Scapa travaj ca mi i 'rivu
Solitamente non mi piace generalizzare. Odio quando sento che i dipendenti pubblici non fanno un cazzo tutto il giorno, che gli insegnanti non lavorano, che i fannulloni stanno tutti a sinistra, ed amenità varie. E' innegabile però che il fenomeno del fancazzismo è presente e ben radicato, sebbene non ascrivibile ad una categoria precisa di lavoratori.
Quanto mi è successo stamattina in posta, però, non aiuta certo a fare dei distinguo.
L'ufficio postale apre alle 8:30, ed arrivo giusto in tempo per l'apertura della saracinesca, che permette all'orda di pensionati e vecchietti assortiti di sciamare all'interno dell'ufficio, non prima di aver premuto tutti i pulsanti e preso tutti i bigliettini possibili "cosi', tanto per non sbagliare".
Io entro con il mio bel pacco, prendo il bigliettino che inizia per P (Pacchi... non è difficile, vero?) e mi avvicino allo sportello dei pacchi.
Ci sono dieci sportelli. Tutti chiusi. Display dei numeri spento. Impiegati dietro il vetro che chiaccherano, prendono il caffè, qualcuno manovra delle scartoffie.
L'orario di apertura al pubblico è fissato alle 8:30, sono le 8:35 e nessuno sportello è aperto, e comincio a chiedermi cosa abbia fatto tutta questa gente tra le 8/8:15 (ora di entrata degli impiegati) e le 8:30 (ora di apertura al pubblico), il tempo che dovrebbe servire a rendere operativi gli sportelli.
All'alba delle 8:40 viene chiamato il primo numero degli sportelli per i bollettini postali (lettere A e C iniziali), e ovviamente il possessore del bigliettino C001 non deve affatto pagare un bollettino, ma ritirare la Social Card, operazione che, come si legge in un cartello a caratteri cubitali appiccicato a fianco dell'erogatore di biglietti, si svolge allo sportello 5 SENZA bisogno di ritirare numeri.
Intanto allo sportello dei pacchi compaiono due operatori. Accendono il computer (!!!) e cominciano a cristonare, al punto che uno guarda al di la' del vetro, vede una decina di persone in attesa, si rabbuia e ci blatera in malomodo: "Mettetevi pure comodi, che le macchine sono bloccate".
Io penso che è proprio per risolvere evwentuali problemi PRIMA di aprire al pubblico che i dipendenti entrano mezz'ora prima dell'apertura, e vedere l'impiegato arrivare ed accendere il computer alle 8:40 non depone certo a favore dell'impiegato stesso.
Mentre l'incazzato comincia ad armeggiare con il video, staccando tutti i cavi ed andando a prenderne uno in sostituzione nel retro, l'altra impiegata riesce finalmente a far partire il programma di gestione e chiama il primo numero: P001.
Oh, finalmente... si inizia.
Il P001 deve ritirare una raccomandata (i numeri per ritirare le raccomandate iniziano per L, incidentalmente), e presenta allo sportello una ricevuta di ritorno. Dieci minuti per fargli capire che quella e' una ricevuta di ritorno, e non un avviso di giacenza raccomandata, e che quindi non ha nulla da ritirare. Dimenticavo di specificare: dieci minuti persi dalla gente in coda, perchè l'impiegata allo sportello la liquida con uno scortese "Ma che ci viene a fare qui con quella roba li'?".
Si passa al numero successivo.
P002?
No: L001.
E ovviamente chi ha la L001 cosa deve fare? Esatto: spedire un pacco.
Vabbè... lo sportello e' il medesimo, dal momento che l'altro e' chiuso con l'impiegato che sta ancora cristonando con il video.
Sul pacco manca il codice postale. La signora non lo sa. L'impiegata sbuffa, lo cerca a video, poi ripassa il pacco dalla porta e intima alla signora di scrivere il CAP. Perchè non lo potesse fare direttamente lei senza ripassare il pacco indietro, resta un mistero.
Insomma, per farla breve arriva il mio turno.
Poso il pacco sul pianale della porta a bussola, l'impiegata lo prende (non e' nemmeno pesante), lo squadra, poi mi chiede come lo voglio spedire.
Le passo sotto la fessure dello sportello le tre copie della Lettera di Vettura Elettronica per un Paccocelere 1, pronto a sostenere l'ennesima conversazione surreale a proposito di questi moduli.
Da qualche tempo, infatti, è possibile scaricare dal sito delle poste i moduli per paccocelere e postacelere, da compilarsi elettronicamente (e' un banale PDF con della logica di controllo ed i campi editabili) e da presentare all'ufficio postale, anzichè compilare quelli in sestupla copia in carta copiativa che, immancabilmente, diventano illeggibili dalla quarta copia in poi.
Peccato che gli impiegati delle poste vedano questi moduli come fumo negli occhi, e nn se ne capisce il perchè, arrivando addirittura a non accettarli obbligando il cliente a compilare i moduli manuali.
L'impiegata squadra i moduli, mi guarda e mi dice che le fotocopie non sono accettate.
Io le spiego che sono i moduli stampati a computer forniti sul sito delle poste, ma lei e' dubbiosa.
Chiede al collega che conferma la mia tesi (Incredibile!!!), li guarda e li riguarda (notare che, colori a parte, sono IDENTICI agli altri moduli), poi mi chiede di ricompilare il modulo a mano.
Stavo già per spazientirmi, quando il suo collega viene in mio soccorso spiegandole come registrare quei moduli.
La procedura e' identica a quella per i moduli manuali, tranne per il fatto che essendo stampati a coppie di due su tre fogli A4, questi devono essere tagliati manualmente.
L'operazione avviene non senza difficoltà, usando un banale paio di forbici, non senza cristonare che "ora ci tocca pure tagliare i moduli".
Alla fine timbra tutto, suddivide i moduli, ne mette quattro con il pacco, uno in archivio e porge il sesto a me come ricevuta assieme ai soldi di resto, dicendomi: "Ha visto? Con i nostri era tutto molto più semplice e faceva prima. Anzi, tenga un modulo per la prossima volta".
Esco finalmente alle 9:10, cercando ancora di capire come faceva a fare prima con i moduli vecchi se le operazioni sono le stesse. Queste lettere di vettura dovrebbero semplificare il lavoro al cliente, che non deve piu' compilarle a mano e che viene aiutato a non commettere errori nella compilazione, oltre che presentare all'impiegato un modulo scritto in stampatello anziche' in calligrafie a volte incomprensibili.
Ma forse a lei non frega un tubo di facilitare il lavoro a me. L'importante e' che faciliti il suo, senza obbligarla ad apprendere cose nuove.
Quanto mi è successo stamattina in posta, però, non aiuta certo a fare dei distinguo.
L'ufficio postale apre alle 8:30, ed arrivo giusto in tempo per l'apertura della saracinesca, che permette all'orda di pensionati e vecchietti assortiti di sciamare all'interno dell'ufficio, non prima di aver premuto tutti i pulsanti e preso tutti i bigliettini possibili "cosi', tanto per non sbagliare".
Io entro con il mio bel pacco, prendo il bigliettino che inizia per P (Pacchi... non è difficile, vero?) e mi avvicino allo sportello dei pacchi.
Ci sono dieci sportelli. Tutti chiusi. Display dei numeri spento. Impiegati dietro il vetro che chiaccherano, prendono il caffè, qualcuno manovra delle scartoffie.
L'orario di apertura al pubblico è fissato alle 8:30, sono le 8:35 e nessuno sportello è aperto, e comincio a chiedermi cosa abbia fatto tutta questa gente tra le 8/8:15 (ora di entrata degli impiegati) e le 8:30 (ora di apertura al pubblico), il tempo che dovrebbe servire a rendere operativi gli sportelli.
All'alba delle 8:40 viene chiamato il primo numero degli sportelli per i bollettini postali (lettere A e C iniziali), e ovviamente il possessore del bigliettino C001 non deve affatto pagare un bollettino, ma ritirare la Social Card, operazione che, come si legge in un cartello a caratteri cubitali appiccicato a fianco dell'erogatore di biglietti, si svolge allo sportello 5 SENZA bisogno di ritirare numeri.
Intanto allo sportello dei pacchi compaiono due operatori. Accendono il computer (!!!) e cominciano a cristonare, al punto che uno guarda al di la' del vetro, vede una decina di persone in attesa, si rabbuia e ci blatera in malomodo: "Mettetevi pure comodi, che le macchine sono bloccate".
Io penso che è proprio per risolvere evwentuali problemi PRIMA di aprire al pubblico che i dipendenti entrano mezz'ora prima dell'apertura, e vedere l'impiegato arrivare ed accendere il computer alle 8:40 non depone certo a favore dell'impiegato stesso.
Mentre l'incazzato comincia ad armeggiare con il video, staccando tutti i cavi ed andando a prenderne uno in sostituzione nel retro, l'altra impiegata riesce finalmente a far partire il programma di gestione e chiama il primo numero: P001.
Oh, finalmente... si inizia.
Il P001 deve ritirare una raccomandata (i numeri per ritirare le raccomandate iniziano per L, incidentalmente), e presenta allo sportello una ricevuta di ritorno. Dieci minuti per fargli capire che quella e' una ricevuta di ritorno, e non un avviso di giacenza raccomandata, e che quindi non ha nulla da ritirare. Dimenticavo di specificare: dieci minuti persi dalla gente in coda, perchè l'impiegata allo sportello la liquida con uno scortese "Ma che ci viene a fare qui con quella roba li'?".
Si passa al numero successivo.
P002?
No: L001.
E ovviamente chi ha la L001 cosa deve fare? Esatto: spedire un pacco.
Vabbè... lo sportello e' il medesimo, dal momento che l'altro e' chiuso con l'impiegato che sta ancora cristonando con il video.
Sul pacco manca il codice postale. La signora non lo sa. L'impiegata sbuffa, lo cerca a video, poi ripassa il pacco dalla porta e intima alla signora di scrivere il CAP. Perchè non lo potesse fare direttamente lei senza ripassare il pacco indietro, resta un mistero.
Insomma, per farla breve arriva il mio turno.
Poso il pacco sul pianale della porta a bussola, l'impiegata lo prende (non e' nemmeno pesante), lo squadra, poi mi chiede come lo voglio spedire.
Le passo sotto la fessure dello sportello le tre copie della Lettera di Vettura Elettronica per un Paccocelere 1, pronto a sostenere l'ennesima conversazione surreale a proposito di questi moduli.
Da qualche tempo, infatti, è possibile scaricare dal sito delle poste i moduli per paccocelere e postacelere, da compilarsi elettronicamente (e' un banale PDF con della logica di controllo ed i campi editabili) e da presentare all'ufficio postale, anzichè compilare quelli in sestupla copia in carta copiativa che, immancabilmente, diventano illeggibili dalla quarta copia in poi.
Peccato che gli impiegati delle poste vedano questi moduli come fumo negli occhi, e nn se ne capisce il perchè, arrivando addirittura a non accettarli obbligando il cliente a compilare i moduli manuali.
L'impiegata squadra i moduli, mi guarda e mi dice che le fotocopie non sono accettate.
Io le spiego che sono i moduli stampati a computer forniti sul sito delle poste, ma lei e' dubbiosa.
Chiede al collega che conferma la mia tesi (Incredibile!!!), li guarda e li riguarda (notare che, colori a parte, sono IDENTICI agli altri moduli), poi mi chiede di ricompilare il modulo a mano.
Stavo già per spazientirmi, quando il suo collega viene in mio soccorso spiegandole come registrare quei moduli.
La procedura e' identica a quella per i moduli manuali, tranne per il fatto che essendo stampati a coppie di due su tre fogli A4, questi devono essere tagliati manualmente.
L'operazione avviene non senza difficoltà, usando un banale paio di forbici, non senza cristonare che "ora ci tocca pure tagliare i moduli".
Alla fine timbra tutto, suddivide i moduli, ne mette quattro con il pacco, uno in archivio e porge il sesto a me come ricevuta assieme ai soldi di resto, dicendomi: "Ha visto? Con i nostri era tutto molto più semplice e faceva prima. Anzi, tenga un modulo per la prossima volta".
Esco finalmente alle 9:10, cercando ancora di capire come faceva a fare prima con i moduli vecchi se le operazioni sono le stesse. Queste lettere di vettura dovrebbero semplificare il lavoro al cliente, che non deve piu' compilarle a mano e che viene aiutato a non commettere errori nella compilazione, oltre che presentare all'impiegato un modulo scritto in stampatello anziche' in calligrafie a volte incomprensibili.
Ma forse a lei non frega un tubo di facilitare il lavoro a me. L'importante e' che faciliti il suo, senza obbligarla ad apprendere cose nuove.
lunedì 22 dicembre 2008
Cartelli a Torino /2
Cartelli a Torino /1
domenica 21 dicembre 2008
Si confonde, dopo si riprende...
Come vede l'operato di Babbo Natale un bambino di sei anni e mezzo.
"Papà, vorrei il telefonino dei Gormiti per Natale"
"Non credo che Babbo Natale te lo porterà. Hai scritto altro sulla letterina"
"Si, ma magari si confonde"
"Difficilmente Babbo Natale si confonde"
"No, no. Lo scorso anno si è confuso"
"Mi sembra che lo scorso anno ti abbia portato quello che avevi chiesto"
"Si, ma i Gormiti Giganti li ha portati dai Nonni invece che lasciarli da me"
"Va bene, ma alla fine era quello che avevi chiesto,no?"
"Eh, si. In effetti poteva anche andare peggio".
"Papà, vorrei il telefonino dei Gormiti per Natale"
"Non credo che Babbo Natale te lo porterà. Hai scritto altro sulla letterina"
"Si, ma magari si confonde"
"Difficilmente Babbo Natale si confonde"
"No, no. Lo scorso anno si è confuso"
"Mi sembra che lo scorso anno ti abbia portato quello che avevi chiesto"
"Si, ma i Gormiti Giganti li ha portati dai Nonni invece che lasciarli da me"
"Va bene, ma alla fine era quello che avevi chiesto,no?"
"Eh, si. In effetti poteva anche andare peggio".
lunedì 15 dicembre 2008
Siamo in buone mani
E' sabato notte, un bus pieno di tifosi granata sta facendo rientro da Bologna, dove il Toro ha fatto l'ennesima figuraccia perdendo 5-2 contro una squadra palesemente peggiore.
I tifosi sono già amareggiati per il risultato, per il momento negativo, per mille miliardi di cose che da tre anni non vanno per il verso giusto (sarebbe da più tempo, ma l'avvento di Cairo aveva dato qualche speranza), e per giunta hanno atteso invano la squadra per due ore in un autogrill di Modena dove era stato concordato un appuntamento per un colloquio tifosi-giocatori, come spesso succede in situazioni simili.
Casa è vicina, oramai. Il bus ha imboccato la tangenziale, e sotto il ponte della Torino - Savona viene "preso in consegna" da una volante della polizia a lampeggianti accesi. Attimi di sconcerto sul bus. Non è una procedura normale, e non essendo successo nulla di rilevante a Bologna o durante il tragitto nessuno capisce cosa vogliano i poliziotti in questione.
Superata l'uscita di Stupinigi/corso Unione Sovietica, la volante affianca il bus, lo stringe e lo costringe a fermarsi in una piazzole.
Comincia il dialogo surreale tra il poliziotto e l'autista.
Poliziotto: "Avete mancato l'uscita"
Autista: "Quale uscita?"
P.: "Quella di Stupinigi. Dovevate uscire a Stupinigi".
A.: "No, e perchè? Io li ho caricati da un'altra parte e li riporto dove li ho caricati".
P.: "Ma non dovete andare alla Sisport?" (Campo di allenamento del Toro n.d.r.)
A.: "Alla Sisport? No. Siamo partiti da un'altra parte"
P.: "Ma sul bus non c'è la squadra del Toro?"
A.: "No, un club di tifosi"
P.: "Ah beh, scusate, abbiamo sbagliato bus".
A posto siamo...
I tifosi sono già amareggiati per il risultato, per il momento negativo, per mille miliardi di cose che da tre anni non vanno per il verso giusto (sarebbe da più tempo, ma l'avvento di Cairo aveva dato qualche speranza), e per giunta hanno atteso invano la squadra per due ore in un autogrill di Modena dove era stato concordato un appuntamento per un colloquio tifosi-giocatori, come spesso succede in situazioni simili.
Casa è vicina, oramai. Il bus ha imboccato la tangenziale, e sotto il ponte della Torino - Savona viene "preso in consegna" da una volante della polizia a lampeggianti accesi. Attimi di sconcerto sul bus. Non è una procedura normale, e non essendo successo nulla di rilevante a Bologna o durante il tragitto nessuno capisce cosa vogliano i poliziotti in questione.
Superata l'uscita di Stupinigi/corso Unione Sovietica, la volante affianca il bus, lo stringe e lo costringe a fermarsi in una piazzole.
Comincia il dialogo surreale tra il poliziotto e l'autista.
Poliziotto: "Avete mancato l'uscita"
Autista: "Quale uscita?"
P.: "Quella di Stupinigi. Dovevate uscire a Stupinigi".
A.: "No, e perchè? Io li ho caricati da un'altra parte e li riporto dove li ho caricati".
P.: "Ma non dovete andare alla Sisport?" (Campo di allenamento del Toro n.d.r.)
A.: "Alla Sisport? No. Siamo partiti da un'altra parte"
P.: "Ma sul bus non c'è la squadra del Toro?"
A.: "No, un club di tifosi"
P.: "Ah beh, scusate, abbiamo sbagliato bus".
A posto siamo...
venerdì 5 dicembre 2008
Distacco prolungato
"Lavoratore distaccato" è la mia condizione da due anni, da quando cioè le Assicurazioni Generali hanno deciso di inglobare tutte le attività "accessorie" in società di servizi. Prima distinte in aree (GSI - Informatica, GGL - Liquidazione sinistri, GSA - Amministrazione), da un annetto riunite sotto l'ombrello GBS - Generali Business Solutions, le attività informatiche, amministrative e liquidative delle aziende del gruppo vengono appunto svolte da una società controllata. Ovviamente questa società ha contratto differente, categoria merceologica differente e tutto quanto a corollario per pagare meno tasse, applicare contratti pià vantaggiosi (per l'azienda) ecc. ecc.
GBS ha relativamente pochi dipendenti "di proprietà". Praticamente tutti i neoassunti in questi ultimi 12 mesi e la maggior parte di funzionari/managers, che hanno "spintaneamente" rinunciato ai propri contratti passando di azienda per mantenere grado e livello (e posto di lavoro).
Per tutti gli altri lavoratori appartenenti alle compagnie del gruppo, viene esercitato l'istituto del distacco. Nel mio caso particolare, cioè, sono un lavoratore in forza a Toro Assicurazioni temporaneamente distaccato in GBS. La mia busta paga è intestata Toro Assicurazioni, ma i soldi arrivano indirettamente da GBS che paga Toro per le mie prestazioni.
L'accordo sul distacco scade il 31/12/2008, e viste le intenzioni della capogruppo, non era ben chiaro cosa ci saremmo dovuti aspettare dopo. Non era tanto in discussione il posto di lavoro, quanto la sua ubicazione fisica.
Non è un mistero che, ad acquisizione avvenuta di Toro, Generali abbia come prima cosa cercato di eliminare i doppioni, e l'informatica è uno di questi, potendo disporre dell'imponente ed inquietante "morte nera" di Mogliano Veneto, un ridente paesino sperduto in mezzo al nulla nel magnifico nord-est (non me ne volere Sissio, ma il nord-est mi angoscia assai come luogo in cui vivere).
In questi mesi si sono rincorse le ipotesi più disparate, da quelle più ottimistiche (rinnovo automatico del distacco ad libitum) a quelle più catastrofiche (obbligo di passare tutti GBS con conseguente libertà di spostamento su e giù per lo stivale, quando non per il continente).
Oggi è arrivata la lieta novella che sindacati e capogruppo hanno raggiunto un accordo per prolungare il distacco fino all'Aprile 2010.
E sono già iniziate le illazioni su "perchè fino ad Aprile e non fino a Dicembre", e via dicendo...
GBS ha relativamente pochi dipendenti "di proprietà". Praticamente tutti i neoassunti in questi ultimi 12 mesi e la maggior parte di funzionari/managers, che hanno "spintaneamente" rinunciato ai propri contratti passando di azienda per mantenere grado e livello (e posto di lavoro).
Per tutti gli altri lavoratori appartenenti alle compagnie del gruppo, viene esercitato l'istituto del distacco. Nel mio caso particolare, cioè, sono un lavoratore in forza a Toro Assicurazioni temporaneamente distaccato in GBS. La mia busta paga è intestata Toro Assicurazioni, ma i soldi arrivano indirettamente da GBS che paga Toro per le mie prestazioni.
L'accordo sul distacco scade il 31/12/2008, e viste le intenzioni della capogruppo, non era ben chiaro cosa ci saremmo dovuti aspettare dopo. Non era tanto in discussione il posto di lavoro, quanto la sua ubicazione fisica.
Non è un mistero che, ad acquisizione avvenuta di Toro, Generali abbia come prima cosa cercato di eliminare i doppioni, e l'informatica è uno di questi, potendo disporre dell'imponente ed inquietante "morte nera" di Mogliano Veneto, un ridente paesino sperduto in mezzo al nulla nel magnifico nord-est (non me ne volere Sissio, ma il nord-est mi angoscia assai come luogo in cui vivere).
In questi mesi si sono rincorse le ipotesi più disparate, da quelle più ottimistiche (rinnovo automatico del distacco ad libitum) a quelle più catastrofiche (obbligo di passare tutti GBS con conseguente libertà di spostamento su e giù per lo stivale, quando non per il continente).
Oggi è arrivata la lieta novella che sindacati e capogruppo hanno raggiunto un accordo per prolungare il distacco fino all'Aprile 2010.
E sono già iniziate le illazioni su "perchè fino ad Aprile e non fino a Dicembre", e via dicendo...
mercoledì 3 dicembre 2008
Corriere del Gossip
Sono iscritto da qualche tempo alla newsletter del Corriere dello Sport, più che altro perchè dovrebbe permettere di ricevere notizie mirate della squadra calcistica prescelta in fase di iscrizione.
A parte il fatto che non ho ancora capito quale sia la cadenza, poichè me ne arriva una ogni tanto, random, senza una frequenza determinata, i contenuti sono piuttosto particolari.
In testa trovo le tre notizie "hot" del giorno, ed in fondo alla newsletter quelle (sempre e solo una...) relative al Toro. Vabbè, mi dico, comunque sono pur sempre notizie di sport (pardon... calcio, al 99%).
Oggi però le prime notizie erano, nell'ordine:
- Belen Rodriguez: «Con Borriello è finita»
- Muntari-Lavezzi, serata in discoteca
Ho disdetto.
A parte il fatto che non ho ancora capito quale sia la cadenza, poichè me ne arriva una ogni tanto, random, senza una frequenza determinata, i contenuti sono piuttosto particolari.
In testa trovo le tre notizie "hot" del giorno, ed in fondo alla newsletter quelle (sempre e solo una...) relative al Toro. Vabbè, mi dico, comunque sono pur sempre notizie di sport (pardon... calcio, al 99%).
Oggi però le prime notizie erano, nell'ordine:
- Belen Rodriguez: «Con Borriello è finita»
- Muntari-Lavezzi, serata in discoteca
Ho disdetto.
lunedì 1 dicembre 2008
Accertato: Berlusconi è comunista
L'argomento del giorno (oltre alla balla della biopalla) è sicuramente il raddoppio dell'IVA sui servizi televisivi a pagamento contenuta nel pacchetto di provvedimenti anticrisi previsto dal decreto legislativo approvato questo fine settimana.
Non mi soffermo più di tanto sulla liceità o meno del provvedimento che, come giustamente fa notare il PresDelCons, è solo l'abolizione di un privilegio, poichè l'IVA per i servizi televisivi a pagamento gode di un'agevolazione che la limita al 10% anzichè il normale 20%. Non sto nemmeno a sindacare se sia eticamente corretto inserire in un decreto di "aiuti alle famiglie" una norma che, di fatto, provocherà un aumento di costi alle famiglie stesse, o che tale norma venga presa da un governo presieduto dal maggior concorrente dell'azienda che sarà più danneggiata dal provvedimento stesso.
Quello che mi preme sottolineare è che finalmente, dopo quindici anni dalla sua discesa in campo, il Cavaliere si è tradito, rivelandosi un infingardo della sinistra.
Si legge infatti sul quotidiano di famiglia, che Berlusconi avrebbe risposto alle critiche sul provvedimento facendo presente che «La sinistra aveva dato un privilegio alle televisioni con gli abbonamenti, aveva buoni rapporti con Sky. Noi abbiamo tolto un privilegio e portato il livello dell’Iva uguale per tutti e così penalizzato anche Mediaset che sta facendo partire una tv con gli abbonamenti».
Ora, se andiamo a verificare il decreto, l'articolo con cui si ripristina l'IVA al 20% è il numero 31 (IVA Servizi televisivi) comma 2, che recita testualmente:
L'articolo 2 del decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 273, è sostituito dal. seguente:
“Art. 2. (Periodo di applicazione) 1. Le disposizioni di cui all'articolo 1 si applicano nei limiti
temporali previsti dalla direttiva 2008/8/CE del Consiglio, del 12 febbraio 2008, che modifica
la direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune di imposta sul valore aggiunto
relativamente al periodo di applicazione del regime di imposta sul valore aggiunto applicabile
ai servizi di radiodiffusione e di televisione e a determinati servizi prestati tramite mezzi
elettronici.
Orbene, tanto per chiarire meglio, QUI potete trovare il decreto legislativo richiamato, ma già la data dovrebbe farvi riflettere.
Chi era nell'agosto del 2003 il Presidente del Consiglio che "sulla proposta del Ministro per le politiche comunitarie e del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri degli affari esteri e della giustizia", emanava il decreto che introduceva l'agevolazione dell'IVA al 10%?
Un piccolo aiutino...
Ministro per le politiche comunitarie - Rocco Buttiglione (CDU)
Ministro dell'economia e delle finanze - Giulio Tremonti (Forza Italia)
Ministro degli affari esteri - Franco Frattini (Forza Italia)
Ministro della giustizia - Roberto Castelli (Lega Nord)
Tutta pericolosissima gente con tendenze sinistroidi, a capo delle quali c'era proprio lui: Silvio Berlusconi.
O mi sfugge qualcosa in tutta la faccenda, oppure a questo punto possiamo affermare senza ombra di smentita che Berlusconi è un pericoloso Comunista. Lo afferma egli stesso!!!
Non mi soffermo più di tanto sulla liceità o meno del provvedimento che, come giustamente fa notare il PresDelCons, è solo l'abolizione di un privilegio, poichè l'IVA per i servizi televisivi a pagamento gode di un'agevolazione che la limita al 10% anzichè il normale 20%. Non sto nemmeno a sindacare se sia eticamente corretto inserire in un decreto di "aiuti alle famiglie" una norma che, di fatto, provocherà un aumento di costi alle famiglie stesse, o che tale norma venga presa da un governo presieduto dal maggior concorrente dell'azienda che sarà più danneggiata dal provvedimento stesso.
Quello che mi preme sottolineare è che finalmente, dopo quindici anni dalla sua discesa in campo, il Cavaliere si è tradito, rivelandosi un infingardo della sinistra.
Si legge infatti sul quotidiano di famiglia, che Berlusconi avrebbe risposto alle critiche sul provvedimento facendo presente che «La sinistra aveva dato un privilegio alle televisioni con gli abbonamenti, aveva buoni rapporti con Sky. Noi abbiamo tolto un privilegio e portato il livello dell’Iva uguale per tutti e così penalizzato anche Mediaset che sta facendo partire una tv con gli abbonamenti».
Ora, se andiamo a verificare il decreto, l'articolo con cui si ripristina l'IVA al 20% è il numero 31 (IVA Servizi televisivi) comma 2, che recita testualmente:
L'articolo 2 del decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 273, è sostituito dal. seguente:
“Art. 2. (Periodo di applicazione) 1. Le disposizioni di cui all'articolo 1 si applicano nei limiti
temporali previsti dalla direttiva 2008/8/CE del Consiglio, del 12 febbraio 2008, che modifica
la direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune di imposta sul valore aggiunto
relativamente al periodo di applicazione del regime di imposta sul valore aggiunto applicabile
ai servizi di radiodiffusione e di televisione e a determinati servizi prestati tramite mezzi
elettronici.
Orbene, tanto per chiarire meglio, QUI potete trovare il decreto legislativo richiamato, ma già la data dovrebbe farvi riflettere.
Chi era nell'agosto del 2003 il Presidente del Consiglio che "sulla proposta del Ministro per le politiche comunitarie e del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri degli affari esteri e della giustizia", emanava il decreto che introduceva l'agevolazione dell'IVA al 10%?
Un piccolo aiutino...
Ministro per le politiche comunitarie - Rocco Buttiglione (CDU)
Ministro dell'economia e delle finanze - Giulio Tremonti (Forza Italia)
Ministro degli affari esteri - Franco Frattini (Forza Italia)
Ministro della giustizia - Roberto Castelli (Lega Nord)
Tutta pericolosissima gente con tendenze sinistroidi, a capo delle quali c'era proprio lui: Silvio Berlusconi.
O mi sfugge qualcosa in tutta la faccenda, oppure a questo punto possiamo affermare senza ombra di smentita che Berlusconi è un pericoloso Comunista. Lo afferma egli stesso!!!
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