Seguendo il suggerimento del mio autista del mattino, decido di spostarmi di qualche isolato per trovare un posto meno affollato dove dare appuntamento all'autista, ma un isolato non basta. E nemmeno due, tre, quattro. Dopo ben cinque isolati la gente inizia ad essere molta meno, ed è più facile trovare un punto di attesa. Apro la mia bella applicazione Uber, inserisco l'indirizzo di destinazione e...
WHAAAAAAT?!?!?
La corsa più economica che mi viene proposta (aspettando 25 minuti, tra l'altro) è di 100 dollari, mentre se voglio andarmene subito me la cavo con "soli" 250 dollari.
Però c'è una nota: la zona in cui ti trovi ha una domanda altissima in questo momento, e le tariffe subiscono un sovrapprezzo.
Alla faccia del sovrapprezzo... Non mi resta che aspettare che le quotazioni scendano.
Passeranno altre due ore abbondanti, passeggiando allegramente (si fa per dire) davanti al cimitero di Inglewood, prima che, preso dalla stanchezza, mi decida a chiamare un Uber che mi offre una tariffa di 45 dollari. È il triplo rispetto alla tariffa del mattino, ma ho l'impressione che dovrei attendere almeno altre due ore per avere quella tariffa, e non se ne parla nemmeno. Ho fame, devo cenare, sono stanco, devo scrivere gli articoli per a Gazzetta, finire di fare la valigia, dormire un po' (fino alle 4 del mattino, of course) e poi presentarmi in aeroporto per le 7 per il tampone necessario al rientro in Italia.
Fortunatamente, pur se la gente è ancora tanta nei pressi dello stadio, il traffico ha mollato un po' la presa, ed il ritorno a casa è abbastanza veloce..
Fatto tutto quel che dovevo, compreso un complicatissimo tetris per far stare tutto nel bagaglio a mano e nello zaino del computer bacchetta di Harry Potter compresa (gentile omaggio degli Universal Studios), posso finalmente andare a dormire, anche se l'adrenalina ha ancora la meglio sulla stanchezza, ed il sonno non è propriamente dei migliori.
Lunedì mattina: mi alzo, mi preparo e, alle 6:45 sono al mio solito posto in Sepulveda Boulevard in attesa dell'Uber per l'aeroporto.
Come mio solito mi sono preoccupato per nulla. Ho prenotato il tampone all'hub dell'aeroporto con largo anticipo, anche perchè sul sito della prenotazione c'erano delle scritte minacciose: "solo più tre osti disponibili in questo orario", "arrivate co congruo anticipo, perchè ci sono code per l'effettuazione del tampone" e visto che l'esito veniva promesso in un'ora, mi ero organizzato per fare il test per le 7:30-8:00 per avere il responso per le 8:30-9:00, ora in cui apriva il check-in per il mio volo delle 11 per Denver. (Se ve lo state chiedendo, il check in online non lo potevo fare perchè mi mancava il tampone)..
Arrivo all'hub, che è completamente deserto. Passo immediatamente e non faccio a tempo ad arrivare al terminal 7 che l'esito (negativo) è già arrivato. Sono le 7:35 ed il check in apre alle 9, però posso finalmente fare quello on line.
Caricato il tanto sospirato esito del test, mi vengono emesse le tre carte di imbarco per Denver - Francoforte - Torino, così sono tranquillo. O così almeno credo, perchè non ho fatto i conti con il famoso "Tampone di Schroedinger" che è allo stesso tempo valido e scaduto..
Arrivato a Denver dopo un volo tranquillissimo, mangio un boccone ad un ottimo messicano del terminal prima di imbarcarmi sul volo per Francoforte.
O meglio: prima di PROVARE ad imbarcarmi, perchè la mia carta di imbarco sembra mancare di un timbro, e vengo invitato ad andare al bancone Lufthansa.
- Ha il certificato vaccinale? Si, l'ho caricato sul sito per fare il check in, comunque eccolo.
- Ha l'esito del test negativo? Si, ho caricato anche quello sul portale per fare il check in, comunque eccolo.
- Ah, ma il test è scaduto.
- Ma come scaduto?!? L'ho fatto sette ore fa!
- Si, ma lei entra in Italia domani sera alle 22, questo tampone scade domattina alle 7:30. Non possiamo imbarcarla.
- Mi scusi, ma sul VOSTRO sito c'è scritto che il tampone deve avere la data del giorno prima indipendentemente dall'orario di effettuazione.
- Si, ma c'è scritto che il tampone non deve essere più vecchio di 24 re.
- E quindi cosa vuol dire "indipendentemente dall'orario di effettuazione?
- Non saprei, ma qui c'è scritto 24 ore.
- E quindi cosa facciamo?
- Deve fare un tampone qui prima di partire.
- Mi scusi: sono le 14. Se anche facessi un tampone qui in questo momento scadrebbe domani alle 14, no?
- Ah già, è vero.
- E quindi?
- Quindi deve fare un molecolare, che vale 48 ore.
- Mi scusi di nuovo... sono le 14. Se io faccio un molecolare oggi, quando mi danno l'esito?
- Entro domani alle 14.
- Quindi io faccio un tampone oggi alle 14, prima di domani non so se posso imbarcarmi perchè non ho l'esito. Nella migliore delle ipotesi mi imbarco domani, ed arrivo in Italia dopodomani alle 22, quando il tampone molecolare è scaduto.
- Ah già, non ci avevo pensato.
- Ripeto: e quindi?
- Io senza il tampone valido non la posso far imbarcare.
(nel mentre l'aereo aveva finito l'imbarco, ed aspettava solamente me.
- Signore lei ha bagaglio imbarcato?
- No (MA PERCHE' GLI HO DETTO NO?!?!?)
- Ah benissimo.
- No benissimo niente. Come faccio ad imbarcarmi se non posso farmi un tampone che resti valido fino al mio arrivo in Italia, resto qui per sempre?
Nel mentre arriva un'altra impiegata, attirata dalla discussione che sta prendendo una piega lievemente farsesca, si offre di trovare una soluzione.
- Scusate, ma non posso fare un tampone a Francoforte? Tanto per arrivare in Germania non mi serve il tampone. Il test mi serve per entrare in Italia.
- Mah... forse... però...
La signora taglia corto: Ottima idea, facciamolo andare in Germania, poi sono affari dei tedeschi.
BRAVA SIGNORA!!!
Il tizio, che è il classico americano a cui hanno insegnato a non colorare fuori dai bordi e se per caso gli scappa il colore non sa che pesci pigliare, è dubbioso, ma a questo punto io parlo solo con l'impiegata e le dico che appena atterrato mi sarei immediatamente recato da Lufthansa per capire come comportarmi.
La signora prende passaporto e carta d'imbarco dal coloratore entro i margini, mette l'agognato timbrino e finalmente posso partire per Francoforte su un nuovissimo 787 dreamliner che è la fine del mondo.
Devo proprio raccontarvi l'epilogo di questa storia?
Ma si, dai...
Arrivo a Francoforte, mi fiondo da Lufthansa dove una gentile signora ascolta tutto il mio racconto di cosa è successo a Denver, poi mi guarda con la faccia più serafica di questo mondo e mi chiede:
- La carta d'imbarco per Torino ce l'ha?
- Si certo, me l'hanno data già a Los Angeles ieri mattina.
- E allora cosa vuole fare, un tampone per cosa? Tanto qui non lo controlla nessuno. A Torino neanche. Vada tranquillo.
E infatti... all'arrivo a Torino non mi controllano assolutamente nulla. Documenti, tampone, vaccinazione. Niente, zero, nicht.
Viva l'Italia ( e l'America che colora anche un po' fuori dai bordi, ogni tanto).