venerdì 26 agosto 2016

USA 2016: Diario di viaggio/6

E' arrivato il momento di restituire la macchina, per cui ci dirigiamo verso l'aeroporto di Chicago e diciamo addio alla confortevole Volkswagen Passat 2016 che ci ha accompagnato per circa 1000 miglia in questa settimana. Torniamo quindi al terminal da dove prendiamo la Blue Line per andare in centro a Chicago dove si trova il nostro albergo.
L'albergo è in una splendida posizione, a due passi dal Millennium Park e dal south loop, con tutte le cose interessanti a portata di breve camminata. Esattamente quello che ci vuole in una grande città il cui centro, a differenza di Milwaukee, è di estremo interesse.
La vista dalla finestra della camera d'albergo
Il panorama dalla finestra dell'ottavo piano ci fa immediatamente capire dove siamo finiti: niente più foreste verdi, casette isolate o highway con mall annesso, bensì un gruppo di grattacieli talmente folto da dare l'impressione che qualcuno li abbia tirati fuori da un sacco e lanciati così a caso sulle rive del Lago Michigan (ancora lui...). Spicca, per colore e forma, il grattacielo della Roosevelt University.
La zona dove ci troviamo fino a pochi anni fa era poco raccomandabile, ma nell'ultimo decennio è avvenuto un processo di gentrificazione che l'ha resa sicura e vivibile, ovviamente con prezzi altissimi. Cos'è la gentrificazione? Al di là della definizione generale, nel caso specifico di Chicago ha significato prendere gli abitanti storici della zona, sfrattarli dalle loro case, fornirgli un'alternativa abitativa (spesso non a Chicago ma all'interno dello stato dell'Illinois, magari anche a 200 miglia da Chicago), radere al suolo quello che non poteva essere ristrutturato e costruire ex novo palazzi, alberghi e servizi.
Il risultato è sicuramente eccellente. I modi per ottenerlo, forse, lo sono un po' meno.
Dopo un primo giro verso i giardini fronte lago, dove ammiriamo sia la Buckingham Fountain che il grosso fagiolone cromato chiamato "Cloud", ci addentriamo nel Loop e, superato il Chicago River entriamo nel bel mezzo della pletora di grattacieli che compongono il caratteristico skyline di Chicago. Trump Tower (pure qui... non ne bastava una a New York), il Wrigley's Building, il Chicagio Tribune Building, sono davvero spettacolari, soprattutto gli ultimi due in classica architettura dei primi del '900.
Più avanti c'è anche quella che ora si chiama 360 (formerly known as John Hancock Center), dal cui 95esimo piano di può godere di una vista strepitosa sulla città e sul Lago Michigan, a proposito del quale da questa altezza ci si può rendere conto di quanto sia esteso).
Il TILT al 95esimo piano del 360
Ci sarebbe anche una simpatica attrazione chiamata "Tilt", dove ti aggrappi ad una finestra che poi si sporge verso l'esterno a 45 gradi, lasciandoti l'impressione di essere sospeso nel vuoto. No grazie, ci credo sia bellissimo, ma no grazie. Lascio l'onore ai giovani...
L'highlight della visita a Chicago è sicuramente la possibilità di conoscere finalmente di persona il mio amico Derrick. Ci conosciamo da almeno 20 anni per via telematica, essendo entrambi tifosi dei Rams e membri di una delle più longeve cybercomunità relative alla squadra, ed è la prima volta che finalmente ci incontriamo di persona.
Dopo un po' di discussioni e varie proposte, finiamo per dover sottostare all'invito di Derrick ad assaggiare la vera "Chicago-style Pizza", cosa a cui un italiano sembra non potersi sottrare.
Avevo già mangiato una cosa del genere a Boston, e mi era bastato, ma Derrick insiste che questa è tutta un'altra cosa, e ci porta addirittura nel miglior posto di Chicago per mangiare questo tipo di pizza: Lou Malnati's. In effetti, facendo qualche ricerca a posteriori, sembra che questo Lou Malnati sia veramente il posto più rinomato della città, e la moltitudine di gente che affolla il locale sembra confermare questa fama.
La "vera" Chicago-Style Pizza
Dunque, la pizza di Chicago è spessa almeno due dita, sembra molto più una focaccia che una pizza, quella che compri dal panettiere, per intenderci, con una doppia dose di mozzarella e, nel nostro caso, di salsiccia, sulla quale viene posato uno spesso strato di pomodori pelati e schiacciati rigorosamente a crudo.
Il bordo della pizza viene poi schiacciato contro il bordo della teglia per dargli la caratteristica forma a balcone.
Sinceramente non posso dire che sia immangiabile. Però non chiamatela pizza, per favore. E sorvoliamo sul fatto che l'ho digerita tre giorni dopo, per cui non voglio sapere cosa ci fosse dentro quella pasta oltre ad una quantità di lievito esagerata.
Un altro highlight della giornata è il quartetto di musicisti che incontriamo nel pomeriggio di fronte al Millennium Park. All'angolo della strada ci sono un chitarrista, un bassista, un sassofonista ed un batterista (che suona con un secchio di plastica come rullante ed un altro come grancassa), che si esibiscono in un pezzo funky di cui purtroppo mi sfuggono titolo ed autore. Veramente bravi!!!
Chicago meriterebbe ben più del paio di giorni che le abbiamo dedicato, ma i prezzi degli alberghi sono davvero inavvicinabili per pensare ad un soggiorno più lungo, per cui ci tocca, a malincuore, rientrare.
Prima, però, è il caso di testare il sistema sanitario americano e l'assicurazione viaggio che ho stipulato prima di partire, ma per questo dovrete aspettare la prossima puntata.

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