Proprio durante quei viaggi autostradali, vedevo spesso delle scritte "EMOSCAMBIO" seguite da un numero di telefono di Milano.
Nella mia ingenuità, associando la parola "emoscambio" alla trasfusione, grazie anche alla spiegazione di mio padre che mi disse che emoscambio voleva dire "scambio di sangue", pensavo che fosse una sorta di pubblicità associata a quella che vedevo al cinema, che invitava a donare il sangue. Il fatto che vedessi la scritta sull'autostrada Torino -Milano (l'unica che percorrevamo, praticamente) e che il numero di telefono fosse proprio del capoluogo lombardo, mi convinse definitivamente che quello fosse il numero da chiamare in caso di incidente se uno dei feriti avesse avuto bisogno di una trasfusione.
Nella mia ingenuità, associando la parola "emoscambio" alla trasfusione, grazie anche alla spiegazione di mio padre che mi disse che emoscambio voleva dire "scambio di sangue", pensavo che fosse una sorta di pubblicità associata a quella che vedevo al cinema, che invitava a donare il sangue. Il fatto che vedessi la scritta sull'autostrada Torino -Milano (l'unica che percorrevamo, praticamente) e che il numero di telefono fosse proprio del capoluogo lombardo, mi convinse definitivamente che quello fosse il numero da chiamare in caso di incidente se uno dei feriti avesse avuto bisogno di una trasfusione.
Beh... certo... avevo sette/otto anni, non potete anche pretendere che pensassi che la trasfusione gliel'avrebbero dovuta fare in ospedale e non sul luogo dell'incidente. Sta di fatto che con il passare del tempo non ho mai più pensato a quella scritta, anche perchè nel frattempo mi sembra siano sparite tutte, e, fortunatamente, la fobia per gli incidenti stradali mi è decisamente passata.
Oggi, però, non ho potuto fare a meno di rimanere interdetto e sorpreso quando, leggendo questo articolo di Luca Sofri sul suo blog Wittgenstein, ho scoperto che Emoscambio non era affatto qualcosa di legato alla donazione del sangue, ma era addirittura una sorta di movimento (setta? mah, forse troppo forte) legato a delle teorie piuttosto bislacche di tale Vittorio Cosmaj che blateravano di una teoria terapeutica-sessuale dell'amplesso fisiologico, per approfondire la quale vi invito a leggere la voce su Wikipedia.
È sempre piuttosto scioccante quando crollano le tue certezze di bambino dopo cinquant'anni.