Di cosa si tratta è presto detto: un privato con auto a disposizione diventa praticamente un autista. Il cliente prenota la corsa sull'app dedicata, che propone diverse soluzioni. Si va dalla semplice corsa, alla corsa con auto extra large o auto di lusso, ovviamente a costi e tariffe diverse.
Spesso (anzi, quasi mai) non è più economica del taxi, ma è un servizio ormai usatissimo, soprattutto nelle grandi città.
Ma se non è più conveniente rispetto ad un taxi, come mai ha tanto successo?
Principalmente per la maggiore reattività rispetto al taxi tradizionale. Tra chiamare un Uber e chiamare un Taxi la differenza di attesa a volte è sostanziale, nell'ordine della decina di minuti, e sappiamo benissimo che, quando dobbiamo andare da qualche parte, aspettare anche solo dieci minuti diventa, a volte, fastidioso.
In questi quattro giorni a Los Angeles ho usato Uber una decina di volte e, a parte una volta, sono rimasto decisamente soddisfatto dal servizio. a corsa post Super Bowl non la metto in conto, perchè si tratta di un'anomalia dovuta all'evento eccezionale ma, per dire, in tutta la serata di taxi nemmeno l'ombra, e con il traffico che c'era, la tariffa sarebbe stata ugualmente astronomica. Si, perchè l'altra caratteristica di Uber è che la tariffa viene concordata prima, e nessun imprevisto la può far variare, perchè l'algoritmo di calcolo la calcola in base alla distanza ed un volume di traffico medio. Se ci sono impedimenti, il traffico aumenta, capita qualcosa e devi fare una deviazione, la tariffa resta sempre la medesima, a differenza del taxi che, oltre alla tariffa a distanza, include sempre anche una tariffa a tempo.
Devo dire che non ho riscontrato nessuna delle rimostranze sollevate dai taxisti nostrani per ostracizzare il servizio (va bene... dieci corse on sno un campione grandissimo). Auto pulite, nuove o comunque recenti, guidatori gentili, tutti con mascherina, tutti buoni guidatori (a parte Monique, che mi ha portato a destinazione con una guida a strappi, frenate ed accelerazioni non proprio gradevole, ma mai imprudente).
Insomma, un servizio che mi sento di consigliare a chiunque, negli Usa. Non so in altre parti d'Europa dove è legale (Francia, ad esempio), ma come prima esperienza direi che è decisamente positiva.
Il secondo overtime riguarda anch'esso un servizio "moderno", cioè l'air b'n'b. Per evitare le tariffe da Super Bowl dei grandi alberghi, ho scelto un air b'n'b vicino all'aeroporto (ed allo stadio).
La casa è classica americana, ad un piano con giardino, in un quartiere residenziale e molto tranquillo. A cinque minuti a piedi, però, c'è un intero agglomerato di negozi, ristoranti e servizi vari, compreso un mercato (fatto a negozio, ma mercato con le bancarelle di frutta e verdura) molto comodo.
La tariffa è accettabile, 100 dollari a notte, la stanza pulita e spaziosa come anche il bagno. La cucina in comune è una vera e propria cucina casalinga e l'unico neo, se vogliamo, è che per cucinare bisogna accordarsi con gli ospiti delle atre tre stanze, ma con una lavagnetta si fa tutto senza problemi: si prenota l'orario e via.
Anche in questo caso le normative covid sono rispettate alla lettera (fin troppo: porte e finestre sono sempre aperte, per cui al mattino in cucina e nel soggiorno fa un discreto freschetto...) e l'insieme è davvero gradevole e molto più confortevole di una stanza d'albergo.
Ci sono anche i contro, ovviamente. Il primo è che a parte la stanza "superior" (la mia) che è dotata di bagno e doccia, le altre hanno il bagno in comune. Secondariamente Teresa, la proprietaria, è una signora cinese molto ligia alle tradizioni, per cui prima di entrare in casa bisogna obbligatoriamente togliersi le scarpe. Non un grosso problema, perchè il pavimento è pulitissimo e girare scalzi non ha particolari controindicazioni se non il freddo ci dui parlavo prima.
Anche in questo caso, sistemazione promossa a pieni voti. Nel caso capitaste a Los Angeles, prendetela in considerazione: LA LAX Teresa B&B. La trovate sia su Air B'n'B che su Booking.