Il trasferimento da Liverpool verso il sud dell'Inghilterra prevedeva una tappa intermedia a Birmingham. Non che a Birmingham ci fosse chissà cosa da vedere (anzo, non la visiteremo nemmeno), ma la fermata era strategica per un paio di "deviazioni" interessanti.
La prima deviazione riguardava il pellegrinaggio di cui parlavo nel post precedente.
Una ventina di chilometri a sud di Birmingham, lungo una stretta strada di campagna, si trova il paesino chiamato Tanworth-in-Arden, da non confondersi con il più grande Tamworth (e basta) situato invece a nord di Birmingham.
Una fila di classici cottage inglesi, con giardino e prato perfettamente rasato, fiancheggia la strada principale che finisce in una stretta piazzetta da cui si diramano due strade. Le due strade circondano la chiesa di St.Mary, anch'essa una classica chiesa britannica, in pietra grigia, con un bel campanile imponente ed un cimitero annesso.
All'interno del cimitero si trova, tra gli altri, un imponente albero che, si dice, ha ispirato la canzone "Fruit Tree" del cantautore inglese Nick Drake. Nick, pur essendo nato a Yangon, dove la famiglia risiedeva a causa del lavoro del padre, ha passato la maggior parte della sua vita a Tanworth-in-Arden, dove è morto il 25 novembre 1974 a soli 26 anni.
Alla base dell'albero c'è la tomba di famiglia dei Drake. Prima Nick, messo a riposare sotto il suo "fruit tree", poi il padre Rodney e la madre Molly, morti negli anni successivi e, quando sarà il momento, a riunire la famiglia intera ci sarà anche la sorella Gabrielle, più nota per l'interpretazione del tenente Ellis dal caschetto viola nella serie televisiva "U.F.O.".
Non vi starò ad annoiare raccontandovi dell'importanza di Nick Drake e della sua musica quando ancora avevo i capelli e la vita sentimentale non solo non mi sorrideva ma mi mandava messaggi crudeli. Basti pensare che il poco tempo passato a visitare la chiesa, il cimitero e rendere omaggio a Nick Drake sono stati un gran bel toccasana.
Da Tanworth-in-Arden ci dirigiamo verso la seconda meta della giornata: Stratford-upon-Avon, la città di Shakespeare.
Complice anche una sorta di fiera floreale, a Stratford c'è il mondo intero, ma tutto sommato si riesce a visitare abbastanza agevolmente.
A differenza di Liverpool, dove la presenza dei Beatles è piuttosto vaga ed eterea, a Stratford-upon-Avon da qualsiasi parte ti volti c'è un riferimento a Shakespeare. La casa dove è nato, quella dove è vissuto, quella dove ha scritto la tal opera, quella dove è morto, quella dove il 23 maggio del 1608 ha mangiato un mezzo pollo con le patate e si è sporcato il colletto bianco... Insomma, il personaggio è sfruttato turisticamente più che a dovere.
La piccola via pedonale con le casette medievali (la maggior parte rifatte e restaurate, ovviamente) è invasa di turisti, la maggior parte dei quali italiani, ma riusciamo a vedere quel che vogliamo vedere senza grossi problemi. Girando per il paese, poi, ho l'opportunità di mandare cortesemente a quel paese l'operatore ecologico che ha pensato bene di fermare il suo camioncino pieno di attrezzi proprio di fronte a me mentre stavo per scattare una foto che non sarei riuscito a scattare da nessun'altra angolazione se non quella.
Rientro a Birmingham in serata dove ci attende un albergo sperduto nel nulla dello svincolo autostradale, che ci ospiterà per la notte prima del trasferimento verso Stonehenge del giorno successivo.