Sono stati tre giorni molto intensi ma decisamente interessanti, durante i quali ho scoperto un po' di cose nuove, ma soprattutto sono stato inondato dall'ormai inevitabile sequela di parole inglesi italianizzate di cui il gergo informatico è oramai pieno.
Ecco, allora, che ho imparato a:
- Joinare dati diversi dopo averli parsati.
- Fittare in RAM
- Tokenizzare un testo e stemmare le parole.
Ho inoltre scoperto che:
- Le montagne si misurano con l'elevazione (l'altitudine non la usa più nessuno)
- "I Big Data sono come il sesso tra adolescenti: tutti ne parlano ma nessuno l'ha mai fatto sul serio"
- Se uso un termostato intelligente risparmio 130 vagoni di carbone (anche se a casa ho il riscaldamento a metano)
- La maggior parte dei software per gestire i big data hanno nomi di animali (l'elefante è il più gettonato in tre versioni differenti, di cui una orrenda mutazione con testa di elefante e corpo di ape), uno di questi si chiama Pig e la sua shell si chiama Grunt (ovviamente), e la suite che si raccoglie si chiama, altrettanto ovviamente, Zookeeper.
Ma la cosa più importante è stata constatare che, date le motivazioni per cui mi hanno fatto fare il corso e l'effettiva applicazione di questa tecnologia, è sempre molto attuale questa famosissima pubblicità (che, curiosamente, fa riferimento ad un altro animale, per cui calza... a pennello):