Lasciamo Dublino per la seconda tappa del nostro viaggio, ed
inizia nuovamente la mia personale lotta con le auto con guida a destra. Anche
questa volta ci viene consegnata una vettura più grande di quella prenotata,
una Toyota Corolla Diesel che si dimostrerà soporifera e poco confortevole, ed
il cui unico pregio sarà quello di consumare molto poco. Memo per il prossimo
viaggio: prendere una macchina con cambio automatico. Non si contano le
partenze prima/quarta e le scalate quarta/prima con relativo frullamento di
pistoni e piantata improvvisa della vettura proprio quando invece serviva lo
spunto della scalata. Cambiare con la mano sinistra è decisamente l’aspetto più
frustrante e pericoloso della guida a sinistra.
Prima di giungere a Galway, facciamo una deviazione per
Kilkenny, una gradevole cittadina medievale dove si può ammirare uno splendido
castello con dei giardini immensi. La sosta pranzo è breve, ma ci permette di
scoprire un bel posticino chiamato “Paris, Texas”, un ristorante dove si
mischiano tradizioni irlandesi e cucina tex-mex caldamente consigliato per la
qualità del cibo, la gentilezza del personale ed i prezzi contenuti.
Ripresa la via per Galway, ad una trentina di chilometri
dalla destinazione, ci imbattiamo nel primo (dei soli due) inconveniente atmosferico
dell’intera vacanza, un violento acquazzone (o “bomba d’acqua” come va ormai
tanto di moda definire tali fenomeni) che ci obbliga a fermarci per una decina
di minuti in autostrada assieme ad altre decine di automobilisti, bloccati
dalla quasi assoluta impossibilità di vedere dove si stesse andando causa un
muro d’acqua quasi impenetrabile.
Arriviamo finalmente a Galway (dove, per la cronaca, non è
scesa una goccia d’acqua), dove faremo base per i successivi tre giorni.
Galway è una tranquilla cittadina adagiata sull’Oceano, che
ha un vivacissimo centro pedonale denominato “Quartiere Latino” dove, la sera,
si svolgono praticamente tutte le attività di qualche interesse. Oltre a locali,
bar e ristoranti, ci sono una miriade di artisti di strada, dai giocolieri ai
suonatori, e non c’è tempo per annoiarsi.
Il resto della città, però, sembra abbastanza addormentata,
forse anche perché manca praticamente tutta la popolazione di studenti che la
caratterizza durante l’anno. Galway, però, fungeva più che altro da base per un
paio di escursioni che avevamo programmato alle scogliere di Moher e nel Connemara.
Le scogliere di Moher ve le racconterei molto volentieri, ma
quando siamo arrivati in loco siamo stati accolti da un fitto nebbione
proveniente dal mare ed incastrato nell’insenatura delle scogliere, per cui non
abbiamo potuto vedere praticamente nulla. La cosa divertente (insomma, si fa
per dire…) è che attraversando la strada per tornare al parcheggio, la nebbia
si diradava lasciando il posto allo splendido sole che aveva accompagnato il
viaggio di avvicinamento alle scogliere e che avrebbe accompagnato anche il
ritorno. Incassato il secondo inconveniente atmosferico, decisamente più fastidioso del primo, ci rassegnamo all'evidenza e torniamo sui nostri passi.
Sulla via del rientro a Galway ci siamo imbattuti in un campo da
golf pitch & putt lungo la spiaggia, che per la modica somma di quindici
euro (per due persone) compreso l’affitto di un putt, un pitch e due palline, ci ha permesso di
provare l’emozione di giocare su un vero links irlandese, come affermava il
cartello all’ingresso. Sulla qualità del campo avrei qualcosina da ridire, ma
sul resto assolutamente no. Nessuna richiesta di abilitazioni, affiliazioni o
tesseramenti come succede qui in Italia, dove per poter mettere piede su un
campo da golf devi presentare un curriculum vitae dettagliato su chi, come e perché
ti ha autorizzato anche solo a prendere un bastone in mano.
La seconda escursione prevedeva un giro nel Connemara, una
grande riserva naturale all’interno della quale si trova la graziosa abbazia di
Kylemore. L’abbazia emerge da una parete di rigoglioso verde e si affaccia su
un laghetto, formando un quadretto delizioso da ammirare, ma in generale è
tutto il paesaggio del Connemara che è davvero incantevole. Molto vicino ai
paesaggi scozzesi di cui ci eravamo innamorati tre anni fa e di gran lunga il
miglior posto visitato durante questa vacanza.
Sia la parte più verso la costa che quella interna sono un
susseguirsi di scenari naturali particolari e caratteristici, con l’immancabile
distesa di pecore, montoni e vacche dappertutto, ma soprattutto con la
fondamentale caratteristica di infondere nel visitatore pace e tranquillità. Forse
fin troppa per chi, come me, è un “cittadino” convinto e mal si ritroverebbe a
vivere in posti così isolati, ma l’impatto immediato è di quelli positivi.
La terza tappa del nostro viaggio ci attende, e soprattutto
io fremo all’idea di visitare finalmente dei luoghi in cui volevo andare fin
dai primi anni di liceo: l’Irlanda del Nord.