"ATTENZIONE!!! Dopo la fine del 2012, a partire dal lunedì della prima settimana di gennaio 2013, whatsapp sarà a pagamento al costo di 5 cent. a messaggio. L'attivazione di questa funzione potrà essere annullata spedendo questo messaggio ad almeno 8 contatti. Attenzione questa volta non è una bufala ma un messaggio vero e chiaro, pertanto si potrà consultare il sito principale di whatsapp dove sono riportate le stesse identiche cose scritte qui".
Ho ricevuto questo messaggio da almeno quattro contatti whatsapp a Dicembre (ma potrebbero essere di più, vado a memoria...), e mi è tornato in mente proprio oggi, a causa delle polemiche che stanno allargandosi a macchia d'olio sulla presunta trasformazione di whatsapp in applicazione a pagamento.
Tra l'altro il messaggio riportato in testa al post viene spesso preso a riferimento dai boccaloni di professione che ora tentano di prendersi la loro rivincita affermando che "era vero quello che si scriveva, non era una bufala come dicevate voi".
Ora, al di là che i termini della questione sono diversi (5 cent a messaggio contro 0,79 cent annuali, il primo lunedì di Gennaio contro un anno dalla prima installazione, tanto per citare le due maggiori discrepanze tra bufala annunciata e realtà), tutto il polverone che si sta alzando in questi giorni significa una cosa sola: il 90% delle persone non legge le condizioni d'uso, nemmeno quando sono chiare ed evidenti e non nascoste in note minuscole, e non controlla quello che amplifica a sproposito, nemmeno quando basterebbe andare a verificare se davvero sul "sito principale di whatsapp sono riportate le stesse identiche cose scritte qui" (il che, ovviamente, non è vero).
Al termine dell'installazione di whatsapp, almeno nella versione Android, viene specificato chiaramente che il servizio è gratuito per un anno, dopodiché bisognerà pagare un canone annuo. Il fato che questo anno di gratuità sia stato esteso almeno un paio di volte in occasione di aggiornamenti e/o reinstallazioni, non significa che le condizioni d'uso prevedessero un utilizzo gratuito all'infinito dell'applicazione. Bastava leggere.
Eh... hai detto niente!!!
Il masso su per la montagna dobbiamo spingerlo comunque. Facciamolo almeno col sorriso sulle labbra.
giovedì 31 gennaio 2013
Uozzaaaaap!!!!
sabato 12 gennaio 2013
Le figu
In questi giorni sono tornato bambino per un po', "per colpa" della raccolta di figurine del Toro che mio figlio non ha ancora completato. Sembra che i bambini di oggi abbiano con "le figu" un rapporto totalmente diverso da quello che avevamo noi alla loro età. Non ci giocano, non le scambiano, vivono passivamente l'acquisto della bustina per trovare le mancanti, le incollano all'album, accumulano le doppie e poi... finita lì. Succede quindi che i genitori (io, in questo caso) tornino indietro nel tempo organizzando scambi e trattative con colleghi di lavoro che sono nelle medesime condizioni, cioè con i figli "schiavi" della raccolta da completare ma totalmente estranei ai mille modi con cui noi, alla loro età, supplivamo alla mancanza dei dindini per comprare quantità industriali di bustine sperando di completare la raccolta n quel modo. Ricordo perfettamente che non si usciva mai di casa senza avere in tasca il mazzo delle doppie, alcune delle quali erano consumate dal continuo sfregamento per il classico "celo/manca" (ma anche dallo stare continuamente in cima alla pila quando si giocava alla licia).
E si giocava, si scambiavano le doppie, si prendevano magari altre doppie che però si sapevano essere utili a qualcun altro che aveva la figurina "difficile" che cercavi da tempo. E Pulici non lo scambiavo mai. Nemmeno se ne avevo tre o quattro, nemmeno se mi offrivano quelle che mi mancavano. Pulici, semplicemente, non era mai nel mazzo delle doppie, nè in quello da giocare, con il rischio di perderlo.
"Quante ne vuoi per Pulici?"
"Non ti bastano quelle che hai"
"Ne posso avere altre"
"Non ti basteranno mai".
Ed ogni volta che si parla di figu, non posso non pensare alla figurina raffigurata qui a fianco: Stanislao Bozzi, riserva del Torino. Ho inseguito questa figurina per mesi e mesi per completare il Torino nell'album 1970/71. Una figurina splendida, con il campo adiacente al Fila, quello su cui spesso si allenava la Primavera, innevato, una caratteristica che mi ha aiutato ad avere sempre un'immagine chiara e precisa di questa figurina ed a ricordare il nome di questo ennesimo carneade granata (3 presenze e zero gol nel Toro in tre anni).
E si giocava, si scambiavano le doppie, si prendevano magari altre doppie che però si sapevano essere utili a qualcun altro che aveva la figurina "difficile" che cercavi da tempo. E Pulici non lo scambiavo mai. Nemmeno se ne avevo tre o quattro, nemmeno se mi offrivano quelle che mi mancavano. Pulici, semplicemente, non era mai nel mazzo delle doppie, nè in quello da giocare, con il rischio di perderlo.
"Quante ne vuoi per Pulici?"
"Non ti bastano quelle che hai"
"Ne posso avere altre"
"Non ti basteranno mai".
Ed ogni volta che si parla di figu, non posso non pensare alla figurina raffigurata qui a fianco: Stanislao Bozzi, riserva del Torino. Ho inseguito questa figurina per mesi e mesi per completare il Torino nell'album 1970/71. Una figurina splendida, con il campo adiacente al Fila, quello su cui spesso si allenava la Primavera, innevato, una caratteristica che mi ha aiutato ad avere sempre un'immagine chiara e precisa di questa figurina ed a ricordare il nome di questo ennesimo carneade granata (3 presenze e zero gol nel Toro in tre anni).
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