E' passato un quarto di secolo da quella sera di inizio gennaio del 1986 in cui entrai nella stanzetta musicale del centro d'incontro della circoscrizione 9 in Via Cherasco con in mano la mia Ibanez imitazione Les Paul e nella borsa un paio di cavi e il pedale distorsore che mi aveva costruito Mario con un progetto preso dalla rivista Nuova Elettronica.
Ero stato invitato da Claudio, l'allora quarterback dei Tauri, che suonava la batteria ed aveva un cugino ed un amico che suonavano la chitarra e voleva mettere in piedi un gruppo musicale.
Io, da perfetto autodidatta della chitarra, avevo qualche microesperienza con il gruppo di un mio compagno di università, gli Zip Whip, a cui avevo fatto da tecnico del suono in alcuni concerti e con cui ogni tanto mi univo durante le prove per dare quatro schitarrate e nulla più. Avevo appena comprato "The Blues Bible" ed avevo iniziato a destreggiarmi tra le scale pentatoniche convinto di riuscire ad emulare il grande B.B.King.
Oltre alle tre persone che mi aspettavo, nella stanzetta trovai altre setto/otto ragazzi, amici ed amici di amici che erano li' a curiosare. La stanza era davvero piccola, appena sufficiante per un gruppo da 4 persone con batteria, figurarsi contenerne otto in piu'! Inoltre il "fattore stalla" che intervenne dopo circa cinque minuti fu davvero devastante.
Nonostante tutto, e nonostante nessuno di noi avesse una qualsiasi idea su che cosa suonare, partimmo con una lunghissima improvvisazione, quella che coloro che parlano bene usano chiamare "Jam Session", e ne rimanemmo talmente soddisfatti che decidemmo che il feeling giusto per formare un gruppo fosse decisamente presente.
Il cugino del batterista si eclissò quasi subito, e l'altro chitarrista, inchinandosi alla mia prestazione di quella sera (manco fossi Jimi Hendrix...) si convertì al basso, e mai scelta fu per lui più felice, perchè negli anni diventò un bassista con i controcazzi (che non so esattamente cosa siano, i controcazzi, intendo, ma sempre coloro che parlano bene usano il termine per sottolineare la bravura di qualcuno).
Era un periodo bislacco della mia vita, come tanti ce ne sono stati tra gli anni '80 e '90. Stavo meditando l'abbandono dell'università, i Tauri avevano appena fatto una fusione con i Gators per sopravvivere, perdendo in gran parte lo "spirito Tauro" della prima ora, il Toro veleggiava a metà classifica senza infamia e senza lode, stavo dietro ad una mia compagna di università (gran gnocca, devo dire) a cui "piacevo moltissimo", che però prima non me la dava perchè era già fidanzata con un tizio che faceva il gelataio a Pinerolo, e poi, una volta mollato quello, non me la dava perchè "nel frattempo" aveva una storia con un altro tizio conosciuto in montagna. Non ho mai capito di quale frattempo parlasse, ma ci misi un po' a capire che mi stava bellamente prendendo per il culo, as usual, e non la presi molto bene.
La prospettiva di mettere su un gruppo musicale, quindi, mi allettava molto, per cui mi ci buttai a capofitto.
Nacquero così gli "Aria Nuova": Chitarra, Basso, Batteria e Voce (la fidanzata del batterista).
Se il nome non vi è nuovo non vi preoccupate: è proprio quello a cui state pensando. Dovendo cercare un nome per il gruppo, ognuno di noi spremette le meningi, ma non saltò fuori nulla che piacesse a tutti, finchè il batterista arrivò con questo nome: Aria Nuova. Una volta stabilito che poteva andar bene, ovviamente gli chiedemmo cosa lo aveva spinto a scegliere questo nome, e la sua risposta fu disarmante: "Boh, che ne so. Non avevo idee, finchè ieri ero seduto al cesso, non avevo niente da leggere e mi sono messo a leggere le etichette della roba che c'era sulla lavatrice. Mi sono ritrovato davanti lo scatolotto del deodorante "Gled Arianuova", ed ho pensato che fosse un bel nome".
Insomma, avevamo un nome che faceva proprio cagare (o almeno era stato partorito "durante").
Non durò molto. Basso e Chitarra spingevano sempre per il Rock ed il Blues, mentre Voce e Batteria volevano più New Wave, per cui fu inevitabile la separazione dopo pochi anni, durante i quali, comunque, avemmo il tempo di incidere una cassetta con 5 pezzi in studio (ho ancora il master da qualche parte) e suonare a diverse manifestazioni, fare concerti in birrerie e feste e divertirci comunque quanto basta. Resterà sempre nei nostri cuori l'ultimo concerto prima dello scioglimento, al Circolo Socialista Garibaldi di Vinovo. Il volantino (che vedemmo solo una volta giunti in loco) recitava: "Allieterà la serata l'Orchestra Aria Nuova". Ci dovemmo esibire di fronte ad un pubblico di pensionati che interrupero a metà il terzo pezzo (un bluesaccio da paura) per chiedere se potevamo fare "Calabrisella Mia", ed al nostro diniego un tizio tiro' fuori la fisarmonica da non so dove ed inizio' a suonarla lui.
Prendemmo gli strumenti, incassammo il compenso pattuito (una Moretti piccola ed un panino rinsecchito con due fette di salame), salutammo batterista e fidanzata, ed io e il bassista andammo ad ubriacarci in un pub ripromettendoci che non saremmo mai più cascati in un trappolone del genere.
Da li' a breve sarebbero nati i "Bluestinti", ma questa e' un'altra storia, che magari vi racconterò un'altra volta.